2025-11-05
L’accoltellatore libero perché secondo il giudice non era pericoloso
Con la Basaglia è stata chiusa l’esperienza delle strutture psichiatriche. La conseguenza è che gli squilibrati sono rimasti in carico alle famiglie. La soluzione non è mettere queste persone in carcere? Ma neanche lasciare che i matti rimangano liberi di uccidere.Vincenzo Lanni, l’uomo che ha accoltellato una donna che non conosceva per sfogare la rabbia accumulata contro chi dieci anni fa lo aveva licenziato, non è un caso isolato. Certo, non sono molte le persone che vanno in giro con in tasca un coltellaccio da 30 centimetri e poi scelgono casualmente una vittima, eleggendola a simbolo del potere economico solo perché attraversa una piazza di Milano.Tuttavia, di squilibrati ce ne sono in giro più di quanti ci si immagini. Infatti, nelle pagine di cronaca non è infrequente imbattersi in notizie che riguardano soggetti mentalmente instabili, liberi di circolare e di aggredire chi hanno intorno e, qualche volta, perfino di ammazzare. Ieri a Genova un ragazzo di 22 anni è stato assolto perché incapace di intendere e volere quando uccise la nonna. Secondo i giudici, nel momento in cui infieriva a colpi di forbice contro l’anziana donna era affetto da una totale infermità mentale. Un’altra «eccezione», oltre a quella di Lanni? Sfogliando le pagine dei quotidiani ci si imbatte in un netturbino che a Caprarola, nel novembre di un anno fa, è stato assassinato da un uomo in attesa di essere ricoverato in una Rems, ovvero in una struttura sanitaria per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Mentre a Milano, nell’ottobre del 2023, un quarantenne in cura per disturbi psichiatrici, pure lui in attesa di ricovero in una Rems, ha ucciso e fatto a pezzi una donna.Già, le Rems. Con l’abolizione dei manicomi e la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza avrebbero dovuto risolvere il problema delle persone mentalmente instabili, pericolose per sé stesse e per gli altri. Peccato che il sistema territoriale moderno, che dalla legge Basaglia in poi avrebbe dovuto occuparsi di chi ha disturbi psichiatrici, non sia mai stato completamente attuato. Con il risultato che i cosiddetti malati di mente sono in gran parte a carico delle famiglie, senza nessuna struttura che se ne occupi concretamente. Le Rems dovrebbero accogliere gli autori di reati affetti da disturbi e ritenuti socialmente pericolosi. Un internamento che dovrebbe essere limitato nel tempo e che avrebbe funzioni terapeutico-riabilitative, consentendo di far fronte alla pericolosità sociale dell’individuo. Ma la rieducazione di un infermo di mente non sempre riesce e, soprattutto, quasi mai la minaccia costituita dalle persone ospitate si risolve nel breve tempo di un ricovero.Risultato, le Rems, oltre a non garantire una soluzione del problema, non sono neppure in grado di far fronte alle necessità dell’ospitalità coatta. Le 32 strutture oggi esistenti in Italia dispongono di appena 630 posti letto, un numero insufficiente ad accogliere tutte le richieste. Così centinaia di persone pericolose e bisognose di cure restano in libertà. Libere anche di commettere reati. In lista d’attesa ci sono 750 individui che, pur essendosi resi responsabili di gravi comportamenti, non possono essere trattenuti in carcere, perché malati, ma non possono neppure essere accolti in una residenza. Senza contare che le Rems, sebbene ospitino criminali, non dipendono dal ministero della Giustizia, ma dal servizio sanitario nazionale, ovvero dalle Regioni. E in alcune di queste, come Umbria e Calabria, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza non esistono, mentre in Friuli-Venezia Giulia i posti letto per i matti pericolosi sono solo tre. Eppure, a Trieste il problema dovrebbero conoscerlo, visto che tempo fa un uomo fermato per il furto di un motorino e poi riconosciuto infermo di mente fece una strage. Impossessatosi della pistola di un poliziotto uccise due agenti e ne ferì altri sei. Un matto, ma un matto pericoloso, proprio come Lanni. Il quale però un anno fa venne lasciato libero dal tribunale di sorveglianza perché giudicato “guarito” e pronto per il reinserimento sociale.La domanda a questo punto è d’obbligo: quante sono le persone mentalmente instabili lasciate libere di circolare senza controllo? La legge Basaglia quasi cinquant’anni fa ha abolito i manicomi, ma i matti non si aboliscono per legge. Persone come Lanni esistono e agiscono. E se la soluzione non è chiudere chi è affetto da follia in un carcere, di certo non è neppure lasciarlo libero di piantare un coltellaccio nella schiena di una donna colpevole solo di passare in quel momento. Il ministro Matteo Piantedosi dice che dopo la Basaglia forse si dovrà trovare una terza via. Che sia terza, o prima e seconda poco importa. Ciò che conta è evitare che un pazzo sia lasciato libero di uccidere.
Una donna in preghiera in una chiesa nei pressi di Lagos, Nigeria (Getty Images)