Guida per capire cosa cambierà con la nuova legge, che entrerà in vigore il 1° maggio, quattro mesi più tardi del previsto. I metodi di pagamento rimarranno gli stessi, senza l'obbligo di usare Pagopa, ma il rischio è che i Comuni ne approfittino per fare cassa.
Guida per capire cosa cambierà con la nuova legge, che entrerà in vigore il 1° maggio, quattro mesi più tardi del previsto. I metodi di pagamento rimarranno gli stessi, senza l'obbligo di usare Pagopa, ma il rischio è che i Comuni ne approfittino per fare cassa.La nuova Tari non decolla. Il 1° gennaio 2020 sarebbe dovuta diventare effettiva la nuova tassa sui rifiuti studiata e messa a punto dall'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), ma una proroga ha fatto slittare l'operatività a partire dal 1° maggio 2020. Con il decreto Milleproroghe si è infatti concesso ai Comuni tempo fino al 30 aprile per definire la nuova Tari e adeguare le tariffe attuali. Il che ha portato con sé anche uno stop alle sanzioni in caso di non adeguamento fino a maggio. Quello che dunque dovranno fare i Comuni in questi primi mesi dell'anno sarà calare le nuove regole nazionali a livello locale, definendo un nuovo piano finanziario delle tariffe. Resta un'incognita: la nuova tassa sui rifiuti sarà ritoccata al rialzo o al ribasso? Il tutto è nelle mani dei Comuni.L'Arera ha ideato un sistema che ha come obiettivo primario la trasparenza. I Comuni dovranno dunque specificare ogni singola voce che andrà a comporre la nuova Tari. L'obiettivo è duplice: da una parte cercare di rendere omogenea la tassa sui rifiuti da Nord a Sud e dall'altra evitare che i sindaci inseriscano in modo occulto altre spese dentro la Tari per far quadre i conti a fine anno. Ma andiamo con ordine. La disparità di trattamento in tema di tassa sui rifiuti è stata ben evidenziata dall'ultimo rapporto pubblicato dal servizio politiche territoriali della Uil. Secondo questo studio la Tari nel 2019 è stata in media, per una famiglia di quattro componenti con un appartamento di 80 mentri quadri e un Isee di 25.000 euro, di 549 euro a Trapani e di 188,8 euro a Verona. La differenza tra le due città è stata dunque di circa 361 euro. A questa disparità si aggiunge anche il fatto che la tassa sui rifiuti ha visto un notevole incremento in diverse città italiane. Nel periodo 2018-2019 è infatti aumentata in 44 comuni (tra cui Catania, Torino, Genova, Trieste e Napoli). La percentuale maggiore è stata registrata a Matera con un +19% da un anno all'altro. È rimasta stabile in 26 città tra cui Milano, Roma e Bologna. Ed è invece diminuita in 35 città come Cagliari, Firenze e Venezia. In questo caso la città principe è Grosseto con una diminuzione del 4,1% annuo. Se si sposta il focus a livello nazionale si nota come dal 2015 al 2019 si sia verificato un costante aumento medio della tassa di circa l'1,6%. E dunque si è partiti da una media nazionale di circa 297,22 euro a famiglia, per arrivare nel 2019 a circa 301,98 euro. Ma da cosa è dovuto questo aumento costante? Non si sa. O meglio, fino a ora la Tari non è mai stata dettagliata. I Comuni non hanno mai specificato le singole voci che concorrono a formare l'ammontare totale della tassa. E dunque non si sa se aumenta la Tari perché si spende di più pulire le strade o se vengono inserite voci non competenti all'interno della tassa sui rifiuti. Con la nuova Tari questa incertezza non ci dovrebbe essere, dato che uno dei suoi obiettivi è proprio la trasparenza. I cittadini troveranno infatti, nei nuovi bollettini Tari che riceveranno a casa una spiegazione dettagliata di tutte le voci che concorrono a formare la tassa sui rifiuti. Il nuovo bollettino sarà sicuramente disponibile a partire dal 1° gennaio 2021, ma per il 2020 la questione si complica. Quest'anno resta infatti un periodo di transizione in cui, nei primi mesi, i comuni saranno impegnati a produrre i nuovi piani finanziari delle tariffe, e dal 1° maggio, diventerà effettiva la nuova Tari. Le modalità di pagamento non varieranno rispetto al passato e quando si riceverà il bollettino si potrà decidere se versare in diverse rate (secondo quanto stabilito dal Comune di residenza) o in una sola soluzione, seguendo sempre le indicazioni che cambiano di città in città. Quello che adesso resta da fare è applicare le norme messe a punto dall'Arera a livello comunale. E adeguare, dove necessario, la tassa sull'immondizia ai nuovi criteri di trasparenza.L'Arera da parte sua non ha terminato il suo lavoro. Bisogna infatti ancora definire tutto per quanto riguarda il bonus Tari. Le modalità per accedervi sono le stesse che si hanno per gli altri bonus sociali (acqua, luce e gas) ma l'operatività non è ancora stata decisa nel merito. L'iter non sarà però poi così semplice. L'Arera dovrà infatti tener conto di quanto verrà stabilito dal governo e più nel dettaglio dal ministero del Lavoro di concerto con i dicasteri dell'Ambiente e dell'Economia. Prima del 23 aprile, tendo conto i tempi tecnici di lavoro e di entrata in vigore, non ci saranno novità in materia di bonus Tari. Questo non significa che non è possibile richiedere il bonus sociale. Ma solo che, rispetto a quelli già rodati (acqua, luce e gas), il bonus Tari slitterà in avanti di qualche mese.
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