2025-07-18
Siria, fallisce la tregua a Suwayda: riprendono gli scontri tra drusi e beduini
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Gli scontri tra beduini e drusi continuano lungo i fronti occidentale e settentrionale della provincia meridionale siriana di Suwayda (Getty Images)
Nella provincia siriana di Suwayda il cessate il fuoco è durato poche ore. Ripresi i combattimenti tra drusi e clan beduini, estesi anche a Daraa. Il governo allerta le forze speciali, mentre Israele osserva e preme per contenere la presenza militare siriana.
Nella provincia siriana di Suwayda il cessate il fuoco è durato poche ore. Ripresi i combattimenti tra drusi e clan beduini, estesi anche a Daraa. Il governo allerta le forze speciali, mentre Israele osserva e preme per contenere la presenza militare siriana.Il cessate il fuoco nella turbolenta provincia di Suwayda, nella Siria meridionale, è durato poche ore e il governo ha dovuto mettere in allerta i reparti delle forze speciali appena ritirati.Il piano del nuovo presidente al-Shara, declamato alla televisione nazionale, prevedeva la cessione della gestione della sicurezza ai drusi, la minoranza che vive in questo governatorato, ma in realtà gli scontri non si sono mai fermati. La battaglia fra le milizie druse ed i clan beduini si è estesa anche ai villaggi a sud di Damasco e nella città di Daraa e secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani i morti sarebbero circa 600. Nel caos siriano in molti stanno cercando di regolare vecchi conti e così i beduini, che da anni rivendicano le terre dei drusi, hanno attaccato la città di Suwaiyda convinti di avere l’appoggio del nuovo governo guidato da Ahmad al-Shara.Il capo tribù Abdul Moneim Al Naseef ha diffuso un video dove appare circondato dai suoi uomini, tutti pesantemente armati. Parlando al popolo siriano Al Naseef ha lanciato un appello alle tribù di tutta la Siria, affinché si uniscano alla loro lotta, in seguito alla ripresa della violenza nella zona. Il leader beduino ha fatto appello alla fede, alla morale islamica e all’arabismo, chiamando a raccolta tutte le tribù siriane per attaccare i drusi. Il ministro della Difesa Muraf Abu Qasra ha dichiarato che la popolazione locale ha chiesto l’immediato ritorno dell’esercito perché si interponga fra i due gruppi che continuano a combattere. Muraf Abu Qasra era il capo militare del gruppo ex-qaedista di Hayat Tahrir al Sham, il cui leader è l’attuale presidente e vanta un passato di uomo molto duro e crudele. Secondo i clan beduini la tregua sarebbe stata rotta da una fazione drusa denominata Consiglio Militare di Suwayda che avrebbe compiuto violazioni e abusi contro i civili in seguito al ritiro dei governativi. Il responsabile della difesa del nuovo governo siriano sembra sposare questa tesi. «Il nostro esercito ha la capacità di riportare la calma nel Sud, ma prima dobbiamo capire quale sia la reale situazione e per questo motivo ho messo in stato di allerta le forze speciali. Queste "forze fuorilegge" che si aggirano armati e dicono di difendere i drusi, vogliono soltanto destabilizzare la regione. Il presidente al-Shara è disposto a fare importanti concessioni alle minoranze per dimostrare quando sia importante per noi mantenere intatto il mosaico siriano, la nostra grande ricchezza. Voglio anche condannare ancora una volta tutti gli attacchi israeliani che mirano soltanto a trasformare il nostro paese in un teatro di caos senza fine».Se la Siria schierasse stabilmente il suo esercito a Sud la reazione di Israele sarebbe immediata. Benjamnin Netanyahu ha più volte dichiarato che non avrebbe permesso la presenza di forze governative vicino al confine. I drusi israeliani stanno facendo pressioni per un intervento ancora più corposo di Tel Aviv in Siria in aiuto ai fratelli in difficoltà, accalcandosi sul confine e fermati soltanto dalle autorità. In realtà pare che Israele abbia concesso 48 di tempo alle forze speciali siriane per riprendere il controllo di Suwayda, dove le milizie dello sceicco Hikmat al-Hajari, principale leader spirituale druso, avrebbero commesso una serie di crimini e vendette personali contro le tribù beduine. Un azione fortemente biasimata da Tel Aviv che vuole che siano proprio i drusi a gestire il confine meridionale e gli ha dimostrato il suo interessato appoggio colpendo ripetutamente Damasco, la costa e il Sud. Tel Aviv insiste nel recitare il ruolo di difensore della comunità drusa, ma punta soprattutto ad evitare la presenza di armi pesanti e reggimenti corazzati nei governatori meridionali. Adesso la situazione si è complicata, ma Israele riporterà al tavolo delle trattative i drusi e costringerà il governo di al-Shara a minimizzare la sua presenza dimostrando il suo crescente peso geopolitico in contrapposizione a Turchia e Arabia Saudita, i veri mentori dei nuovi padroni di Damasco.
Orazio Schillaci e Giuseppe Valditate (Ansa)
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