Anche di fronte a morti e sentenze Burioni nega gli effetti avversi

«Questo è un vaccino sicurissimo, non è vero che abbia causato effetti collaterali e tutte queste cose strane. È una bugia». La virostar Roberto Burioni ha ripreso i suoi monologhi dopo la pausa estiva e, rinvigorito da un’occhiata ai primi malanni di stagione, intrattiene il pubblico del Fratacchione Fabio Fazio. La messa è sempre quella pro inoculi, siparietto d’obbligo nella trasmissione Che tempo che fa sul Canale Nove, apoteosi dell’ideologia woke.
Domenica sera, però, la celebrazione del dio vaccino è stata particolarmente grottesca. Il professore, che ancora viene definito divulgatore scientifico, ha festosamente calpestato la scienza negando che il farmaco sperimentale contro il Covid abbia creato problemi, anche gravi, in parte della popolazione a cui è stato somministrato. L’eresia è stata così completata: «Duole che a dire tutte queste bugie che sono pericolose per la salute pubblica, perché minano la fiducia nei vaccini, siano medici, politici, persone che hanno responsabilità. Io vorrei rassicurare chi ci ascolta, il vaccino è sicurissimo».
Parole sconsiderate, benché si sappia da quale pulpito arrivino. Sempre più studi e revisioni autorevoli, dopo aver esaminato gli eventi avversi immunologici, autoimmuni, circolatori associati ai vaccini contro il Covid-19 ne hanno evidenziato la frequenza, i casi segnalati e le associazioni con il numero di dosi somministrate.
Basta solo considerare lo studio di coorte multinazionale del Global Vaccine Data Network (Gvdn) su 99 milioni di individui vaccinati in Paesi come Argentina, Australia, Nuovo Galles del Sud, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Nuova Zelanda, Scozia e pubblicato nell’aprile del 2024. Nei periodi compresi tra dicembre 2020 ad agosto 2023 erano segnalati aumentati casi di sindrome di Guillain-Barré, di trombosi del seno venoso cerebrale, di encefalomielite acuta disseminata, di miocardite e pericardite. Burioni segue la letteratura scientifica internazionale o è troppo occupata a insultare i colleghi sui social? Prende atto che ricercatori non improvvisati hanno riportato correlazioni tra aumento di anticorpi immunosoppressivi, di tumori, di aborti, di diverse reazioni avverse legate all’eccessiva produzione di proteine Spike generate dall’mRna?
La stessa Pfizer lo scorso mese avvisava: «Il rischio più elevato di sviluppare miocardite è stato identificato nei giovani maschi entro 14 giorni dalla vaccinazione, dopo la seconda dose della serie primaria di vaccinazione con un vaccino a mRna». La virostar a quanto pare nemmeno si fida dei giudici: chissà quanto avrà denigrato «il nesso di causa» tra la vaccinazione anti Covid e un grave danno neurologico stabilito dal Tribunale di Asti nei confronti di una signora di 52 anni che non cammina più.
Il ministero è stato condannato al riconoscimento del legame, possiamo immaginarci con grande disappunto di Burioni. Nella sentenza viene inoltre citato il database dell’Aifa, che riferisce 593 casi di mielite trasversa registrati dopo la vaccinazione fino al 2022, di cui 280 associati ai vaccini a mRna. Dati evidenziati dall’avvocato Stefano Bertone, che ha assistito la signora con i colleghi Chiara Ghibaudo e Stefania Gianfreda.
I giudici stanno aprendo gli occhi, dopo che le commissioni mediche militari hanno smesso di negare danni da vaccino stabilendo doverosi indennizzi. Solo il medico odiatore dei «no vax» si ostina a negare l’evidenza di troppe reazioni avverse, che riescono a sfuggire algoritmi obsoleti della farmacovigilanza passiva ma pesano sulla salute di migliaia di persone.
In un articolo scritto per Repubblica nel dicembre 2024, contro la decisione «di annullare le sanzioni per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale contro il Covid», il professore si chiedeva come avrebbe fatto il nostro governo «a convincere i cittadini che i vaccini sono fondamentali per la sicurezza nostra e dei nostri figli». Lasciando parlare Burioni, si ottiene l’effetto contrario.
«Io mi pongo l’obbiettivo di essere assolutamente corretto, certo, non voglio semplificare le cose che sono complicate, ma credo che ci voglia da parte di tutti noi depositari di un sapere un atto di umiltà», declamava Burioni due giorni fa, ospite a Cremona di «OperaTalk. Dialoghi sul presente». Spiegava che si batte contro i «Dulcamara di turno», riferendosi al ciarlatano che tenta di vendere una fantomatica pozione nell’opera L’Elisir d’amore di Donizetti,
Il professore tirato a lucido e con le scarpe di vernice che disserta davanti all’acquario di Fazio, quanta credibilità crede di avere?





