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Massimo Slaviero: «Le Alpi bellunesi aiutano a fare innovazione»
Nei laboratori Dolomia. Nel riquadro, Massimo Slaverio
Il presidente del comitato esecutivo di Unifarco, la spa che realizza i prodotti Dolomia: «Estraiamo il meglio delle sostanze vegetali impattando il meno possibile sull’ambiente. Prediligiamo la filiera a km zero. L’ingrediente segreto è l’acqua che sgorga dalla roccia».

Dolomia nasce da una storia che profuma di natura, ricerca e passione. Tutto ha origine tra le montagne bellunesi dove un farmacista, affascinato dalle proprietà delle piante officinali delle Dolomiti, inizia a studiarne i benefici per la pelle. Da quell’intuizione prende forma un progetto che oggi vive all’interno di Unifarco spa, realtà italiana d’eccellenza nella dermocosmesi. Dolomia è l’incontro tra la forza silenziosa delle montagne e il rigore scientifico, tra ingredienti di origine naturale e competenza farmaceutica. Ripercorriamo il suo percorso con Massimo Slaviero, presidente del comitato esecutivo del gruppo Unifarco, supportato da Gianni Baratto, direttore scientifico.

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«Trump indossa le nostre cravatte»
Maurizio e Alessandro Marinella (Ansa)
Il manager della storica sartoria di Napoli Alessandro Marinella: «Donald offrì a nonno e papà di aprire un negozio nel suo grattacielo a New York, dissero di no. Ora ci ha scritto per ringraziarci dei regali. Berlusconi ordinava 6.000 pezzi alla volta».

L’anno prossimo fanno 112. Era il 1914, quando Eugenio Marinella, nel cuore di Napoli, fondava quella che sarebbe diventata una delle più famose aziende tessili italiane. Rinomata per le cravatte, ma ormai specializzata in una vasta gamma di prodotti per uomo e donna. In questo periodo, persino decorazioni natalizie in seta. Il testimone di questa tradizione, oggi, è nelle mani di Maurizio e di suo figlio Alessandro, 30 anni, general manager di E. Marinella. Reduce da una grande soddisfazione professionale.

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(Totaleu)

Lo ha dichiarato Alfonso Santagata, Manager di Enit-Italian National Tourist Board Brussels, durante l'evento sulla settimana della Cucina italiana nel mondo.

Europa in salsa fake. Cibo italiano tarocco dentro il Parlamento. Lollobrigida: assurdo
Cibo italiano farlocco
Il market di Bruxelles vende imitazioni delle nostre specialità. Come la carbonara (in vasetto). Il ministro: «Subito verifiche».

Verrebbe da dire: Ursula, spiegaci questa. Perché nei palazzi dell’Ue si spaccia una poltiglia in vasetto definita Carbonara che è a metà strada tra un omogeneizzato e una crema da notte? Va bene che la baronessa von der Leyen pecca per abitudine in fatto di trasparenza - dai messaggini sui sieri anti-Covid con Albert Bourla della Pfizer costati una valanga di miliardi fino alla corrispondenza con i generali tedeschi, senza contare il silenzio sulla corruzione in Ucraina - ma arrivare a vendere nel «suo» supermarket il falso cibo italiano pare troppo. Anche se sappiamo da tempo che l’Ue è tutta chiacchiere e distintivo, in questo caso falso.

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Nuovo approccio dell'istituto di credito rivolto alle imprese pronte ad operazioni di finanza straordinaria. Le interviste a Stefano Barrese, Marco Gianolli e Alessandro Fracassi.

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