2024-06-06
Sinistra in tilt: il raggiro è reale ma il premier non può denunciare
Il procuratore Giovanni Melillo (Ansa)
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sostenuto di avere elementi in grado di dimostrare che la criminalità organizzata è entrata all’interno del sistema delle domande di immigrazione legale nel nostro Paese (decreti flussi) e ha deciso di stilare un esposto direttamente al procuratore nazionale antimafia perché possa velocemente mettere in atto tutte le azioni volte a scoprire e colpire coloro che stanno commettendo questi reati. Opposizione e media si attaccano ai protocolli e perfino alla separazione delle carriere.Apriti cielo e spalancati terra. Non spetta alla Meloni svolgere azioni di questo tipo, si tratta di un gesto solo a valenza elettorale e quindi inopportuno e, terzo elemento, che ha dell’incredibile: la Meloni non può, nel momento in cui vara una legge che prevede la separazione delle carriere, rivolgersi a un procuratore perché si contraddice. Prima vuole la separazione delle carriere e poi si permette di rivolgersi a un procuratore che possa aprire una o più indagini sulla base degli elementi che ella stessa ha fornito nell’esposto.Partiamo da quest’ultimo punto. Cosa c’entra una riforma che separa le carriere della magistratura inquirente da quella giudicante, per tutta una serie di motivazioni che questo giornale ha spiegato in lungo e in largo, e il rivolgersi legittimamente - fino a prova del contrario - a un procuratore. Mettiamo che ci fosse un referendum su questo tema e che la maggioranza degli italiani votasse sì alla separazione delle carriere. Forse quegli italiani che hanno votato sì non potrebbero più rivolgersi a un procuratore? Capite che siamo all’assurdo? Infatti, non è che la separazione delle carriere significhi una svalutazione della figura della magistratura inquirente. Significa soltanto, ed esclusivamente, che è bene che non ci siano rapporti tra chi accusa e chi giudica per motivi che dovrebbero risultare ovvi a ogni persona dotata di buon senso. Ma così, purtroppo, non è. È interessante quello che ha scritto Carlo Bonini ieri su Repubblica: «Anziché bussare alla porta di un ufficio giudiziario nel cono di luce della campagna elettorale, avrebbe infatti potuto seguire altre strade. Altrettanto efficaci e certamente più composte» e fa un elenco delle alternative: interessare la polizia giudiziaria, sollecitare il ministro dell’Interno, che a sua volta avrebbe dovuto sollecitare i vertici delle forze di polizia. Ora, una conoscenza elementare della lingua italiana ci consente di evincere, dalle parole dell’illustre commentatore di Repubblica, che se avesse potuto seguire altre strade vuol dire - in modo certo - che anche quella che ha seguito è una strada, della quale si può discutere in termini di opportunità e di politica, ma non timbrarla come una scelta che rimanda a una visione autocratica del governo o cose del genere. Non siamo a conoscenza delle ragioni per le quali il presidente del Consiglio ha scelto questa strada, che è legittima, non contra legem. Noi immaginiamo che sia legato alla volontà che funzioni bene il decreto flussi che, finalmente, regola in modo civile l’afflusso degli immigrati nel nostro Paese, in modo ragionevole e non a casaccio. Infatti, l’immigrazione senza flussi significa affrontare il problema dopo che gli immigrati sono arrivati e non prima che arrivino. È evidente che qualsiasi informazione su infiltrazioni delle varie mafie all’interno del processo di attuazione dei flussi può rendere i flussi stessi gravemente inefficaci perché è certo che le varie organizzazioni criminali non si accontentano mai di mangiare un pezzo della torta, tendono a mangiarla tutta, e quando te ne accorgi la torta non c’è più. Così potrebbe accadere per una gestione criminale del decreto flussi. Bene ha fatto la Meloni a denunciare questo fatto e bene farà a seguire passo passo questa denuncia perché essa non cada nel vuoto e i criminali - come del resto è accaduto molte altre volte - lucrino sugli immigrati che, come disse Salvatore Buzzi a Roma: «Ormai rendono più della prostituzione»; detto da uno stinco di santo della sua portata (da non confondersi con lo stinco del maiale), possiamo dare la cosa per certa. Ancora una volta abbiamo perso tempo a discutere dell’inutile, del nulla. È compreso nel nostro mestiere.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.