2020-07-10
Sinistra in ginocchio da Berlusconi pur di non rinunciare alle poltrone
Romano Prodi e Silvio Berlusconi (Ansa)
Dopo quella di Romano Prodi, arrivano anche le benedizioni di Carlo Calenda e Andrea Marcucci, capogruppo al Senato del Pd. A settembre, i voti di Fi saranno fondamentali per approvare il Mes e un governo di unità nazionale.«Silvio Berlusconi si affida ai numeri come gli ubriachi si appoggiano ai lampioni». «Ubriaco sarà lei! Vespa, lei è il moderatore, e allora lo moderi! Prodi è l'utile idiota della sinistra». Anno del signore 2006, Silvio Berlusconi e Romano Prodi si affrontano a Porta a Porta in uno dei duelli tv più cult della storia della politica italiana, condotto da Bruno Vespa . È il 3 aprile: una settimana dopo l'Unione di Prodi alla Camera prenderà lo 0,04% in più della Casa delle libertà del Cvaliere, e pur essendo sconfitta in Senato, vincerà le elezioni con un risultato contestatissimo. Ne sono passati di governi, sotto i ponti, e così quando l'altro ieri Prodi ha benedetto l'eventuale ingresso di Berlusconi in maggioranza nessuno si è sorpreso più di tanto. «Non è certo un tabù», ha detto Prodi, «l'ingresso di Forza Italia in maggioranza. La vecchiaia porta saggezza». Parole che, garantisce chi conosce bene il Cav, hanno fatto piacere a Berlusconi, da sempre sensibile ai complimenti degli avversari, anche quando questi sono interessati. La maggioranza giallorossa al Senato traballa, i voti di Forza Italia saranno importanti se si andrà a votare per il Mes, ma in autunno, quando Giuseppi Conte potrebbe sloggiare da Palazzo Chigi, saranno addirittura indispensabili per dar vita a un nuovo governo basato sulla «maggioranza Ursula», vale a dire sostenuto da tutti i partiti italiani che al Parlamento europeo hanno votato a favore del presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: tutti tranne Lega e Fratelli d'Italia.Il partito di Berlusconi è sostanzialmente senza guida: Silvio si tiene alla larga dalle beghe della politica interna, spedisce Antonio Tajani e Licia Ronzulli alle estenuanti trattative con Matteo Salvini e Giorgia Meloni su candidati e liste, e si considera un padre della patria. La sua nutritissima pattuglia parlamentare (59 senatori e 95 deputati) è frutto del 14% raggiunto alle politiche del marzo 2018: se si tornasse al voto oggi, risulterebbe dimezzata, se tutto va bene. Silvio lo sa, come sa che, se in autunno la spinta per le elezioni anticipate di Lega e Fratelli d'Italia diventerà più forte, non potrà fare altro che assecondare l'istinto di sopravvivenza della stragrande maggioranza dei suoi parlamentari, quelli che non vedono l'ora di costituire un partito di centro insieme a Matteo Renzi e, perché no, a Carlo Calenda. Non potrà fare diversamente per un motivo molto semplice: se pure opponesse resistenza, i suoi parlamentari, eccezion fatta per i pochi sicuri di una rielezione, se ne andrebbero lo stesso. Questi i fatti: poi, ci sono le opinioni, o meglio le dichiarazioni, a partire da quella assai significativa del capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci: «Romano Prodi», dice Marcucci, «ieri sera a La7 ragionando sul governo italiano, le opportunità offerte dall'Europa, ha detto in sintesi che gli europeisti in Italia devono stare dalla stessa parte. Si riferiva esplicitamente a Forza Italia e a Silvio Berlusconi. Io la penso esattamente come Romano Prodi». Carlo Calenda, leader di Azione, non si lascia sfuggire l'occasione: «Ora cortesemente», scrive Calenda su Twitter, «date del fascio anche a lui. Prodi è un signore che ha smesso di fare politica attiva. Ogni tanto spiega le sue opinioni. Ritiene che questa maggioranza sia bloccata, e che per quanto il passato di B. sia indigeribile, e lo è, dato il disastro che si prepara abbiamo bisogno della più ampia condivisone».Forza Italia, naturalmente, smentisce, prendendo spunto da un articolo pubblicato dal Fatto Quotidiano che ipotizza una correlazione fra le scelte politiche di Forza Italia e un possibile interessamento del gruppo Mediaset alla partecipazione a una costituenda società a controllo pubblico per gestire la rete per Internet a banda larga, ipotesi che la segreteria di Berlusconi, attraverso una nota, definisce «destituita di qualsiasi fondamento. Non vi è né da parte del presidente Berlusconi, né del movimento politico Forza Italia», precisa la nota, «alcuna disponibilità a fornire un sostegno politico al governo Conte. La disponibilità alla collaborazione istituzionale, già espressa nella storia di Forza Italia nei confronti dei governi in carica, qualunque essi siano, nei momenti in cui sono in gioco vitali interessi nazionali, non ha in alcun modo il significato di una partecipazione o di un atteggiamento benevolo, oggi o in futuro, verso l'attuale maggioranza o verso altre formule politiche incoerenti con la volontà degli elettori. Al contrario», prosegue il comunicato, «Forza Italia, pur mantenendo un comportamento responsabile e costruttivo, è in prima linea nel chiedere di restituire la parola agli italiani».Smentita di rito, anche abbastanza blanda. Tanto che tocca a Matteo Salvini e Giorgia Meloni rendere il concetto più incisivo: «Ho sentito ieri (l'altro ieri, ndr) Berlusconi: era, è e rimane convintamente nel centrodestra. Capisco», aggiunge Salvini, «la disperazione di Prodi e del Pd, che ormai si sentono scivolare la poltrona da sotto le natiche, però il centrodestra è unito e compatto». «Ho sentito Berlusconi», dice la Meloni, «oggi (ieri, ndr) ed era divertito da questo endorsement di Prodi. Per Forza Italia parlano i fatti, leggo queste ricostruzioni dove noi saremmo divisi poi in tutti gli appuntamenti importanti siamo sempre stati compatti come quando si è trattato di rispondere all'invito di Conte agli Stati generali». Era divertito, Berlusconi? Non avevamo dubbi, così come siamo certi che abbia ancora tanta voglia di divertirsi…
Beatrice Venezi (Imagoeconomica)