2024-09-15
«Abito da sposa? Oltre ai dettagli c’è di più»
Silvia Flaconi, sovrana delle sfilate di abiti da sposa (Atelier Emé)
La direttrice creativa di Atelier Emé: «La perfezione tecnica non basta. I capi devono essere comodi e pratici per far sentire a proprio agio chi li indossa. Tra i nuovi trend c’è l’addio allo strascico per far spazio a giacche con pantalone e gonne con top».Ormai non c’è sposa che non voglia, per il giorno più bello della sua vita, indossare un abito dell’Atelier Emé, il brand più gettonato che ci sia, quello che davvero fa sognare ogni donna. Non c’è dubbio che ognuna possa trovare quello che più le dona. In più, sono per la maggior parte abiti da copertina: le vip più famose del momento (dalle influencer a presentatrici e attrici) hanno scelto capi usciti dalle sapienti mani di Silvia Falconi, direttrice creativa del marchio, bella e giovane come le sue note clienti. Ai Bagni Misteriosi, luogo magico milanese collegato al Teatro Parenti, creatura di un’altra donna effervescente e creativa come Andrée Ruth Shammah, si è svolta l’ultima sfilata dove è stata presentata la nuova collezione sposa 2025. Le straordinarie azzurre piscine hanno fatto da coreografia alla passerella che ha visto anche le performance di ballerini, coadiuvati da Roberto Carrozzino. «Ho scelto con grande cuore questa location con le piscine, perché l’ispirazione di questa stagione parte dall’acqua. Quando creavo immaginavo dei vestiti che nascevano dal mare con le loro forme fluide», ha dichiarato la stilista. Tanti i volti famosi che hanno partecipato all’evento: dalle sorelle Kitty, Amelia ed Eliza Spencer a Paula Nata, da Diletta Leotta ad Aurora Ramazzotti e Giulia Arena. E non poteva essere diversamente, tante sono state le spose di Atelier Emé dell’ultimo anno, da Cecilia Rodríguez a Simona Ventura. E tornando indietro nel tempo la lista di amiche dell’Atelier si allunga con Giorgia Palmas, Raissa Russi, Giulia Penna e Paola Turani, tanto per citarne alcune. Quando è iniziata la storia del brand?«È iniziata nel 1961, nel suggestivo scenario di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova. Allora nacque come Atelier Aimeé. Nel 2015, il marchio intraprende un nuovo capitolo della sua avventura, accogliendo l’abbraccio del Gruppo Oniverse e mutando la sua identità in Atelier Emé. Da quel momento la fusione tra il savoir faire del marchio e la visione imprenditoriale innovativa del Gruppo dà vita a una nuova era per l’azienda. Un viaggio che continua a tessere il filo della tradizione con la modernità, creando una storia che si svela a ogni nuova creazione».Il Gruppo Oniverse ha in portafoglio marchi legati al settore dell’abbigliamento e non solo come Calzedonia, Intimissimi, Tezenis, Falconeri, Atelier Emé, Antonio Marras, ma anche Signorvino (vini italiani) e Cantiere del Pardo (yacht di lusso), per un totale di 5.600 punti vendita in 57 Paesi nel mondo. L’azienda ha negli anni investito molto nella pubblicità, accostando il proprio nome a quello di influencer e personaggi molto noti. Hanno prestato il loro volto Gisele Bündchen, Sara Sampaio, Julia Roberts, Jennifer Lopez, Sarah Jessica Parker, Adriana Lima. Hanno collaborato anche Emma, Annalisa, Melissa Satta, Federica Nargi, Elisabetta Canalis e Chiara Ferragni. Da quanto tempo lavora per un Gruppo così importante per il made in Italy? E qual è il segreto per rendere sempre attuale una collezione così specifica? «Sono alla guida creativa di Atelier da circa tre anni. Il segreto consiste nell’essere sempre aggiornati e nel cercare un equilibrio tra la tradizione e le nuove tendenze. Un aspetto fondamentale di chi fa il mio lavoro è coltivare il dialogo con le spose cercando di capire le loro esigenze, senza mai trascurare la perfezione tecnica dei capi. Infine mai dimenticare che, oltre al design, l’abito da sposa deve essere anche comodo e pratico per permettere alla sposa di sentirsi a proprio agio nel suo giorno speciale». Quali le novità dell’ultima presentazione? «Due i differenti mood ispirazionali: Angelic Pureness e A Modern Fairy Tale. Il primo si traduce in capi dalle linee essenziali, il secondo più romantico e fiabesco. Entrambi sono legati da un unico filo conduttore: la purezza. La sfilata ha visto il debutto della Linea Emé, una collezione di abiti più accessibili, ma sempre realizzati secondo le impeccabili lavorazioni del brand. La collezione è pensata per tutte le fisicità. In passerella abbiamo fatto sfilare donne molto diverse tra loro». Il mondo sposa è in piena rivoluzione. Atelier Emé, molto amato per i suoi design classici, si apre alle nuove tendenze? «Accogliamo i nuovi trend con grande entusiasmo: ci sono stivali alti cuissard, seni un po’ scoperti e creazioni completamente trasparenti. Ma anche soluzioni che esulano dal classico abito da sposa: giacche col pantalone, gonne con i top. Pezzi facili, che puoi indossare anche dopo il matrimonio».I tessuti più richiesti? «Il mikado, l’organza di seta e il tulle. Impossibile non citare il pizzo in due diverse varianti: pizzo rebrodé (classico tessuto del mondo sposa) e pizzo macramé (più nuovo e sbarazzino). Le silhouette preferite, invece, si riconfermano gli abiti scivolati e le sirene in grado di avvolgere le forme perfettamente, esaltandole. Un altro elemento ricorrente sono i corpini. Steccati, strutturati e decorati da occhielli, richiestissimi dalle spose più trendy. Un’aggiunta importante di questa collezione, rispetto al passato, sono gli abiti midi e i completi. Questi modelli, versatili e minimal, sono stati pensati per le cerimonie civili o più informali».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.