2025-11-17
Per i ceti bassi 500 euro in più in busta paga
Il taglio alla tassazione sugli aumenti contrattuali aiuta 3,3 milioni di dipendenti che guadagnano meno di 28.000 euro, mentre con la riduzione Irpef ci sono vantaggi da 440 euro dai 50.000 euro in su. Fdi ritira l’emendamento sugli scioperi.Una lettura attenta della legge di bilancio fa emergere altri argomenti che rivelano il carattere strumentale della narrazione data dalla sinistra su una manovra poco attenta alle fasce deboli e invece orientata a favorire i «ricchi». Dopo l’operazione «verità» effettuata dall’Ufficio parlamentare di Bilancio, sulla natura della riforma delle aliquote dell’Irpef che, contrariamente alla tesi di Cgil e Pd, non va a favorire quelli che a sinistra considerano «ricchi», era rimasta in piedi la tesi che comunque questa manovra è squilibrata a vantaggio del ceto medio, poiché dei bassi redditi il governo si è occupato nelle precedenti leggi di bilancio. Ma guardando con attenzione al testo depositato in Senato e che comincerà l’iter di esame la prossima settimana, emergono una serie di misure proprio a favore dei ceti meno abbienti. Ci riferiamo al taglio della tassazione sugli aumenti dei rinnovi contrattuali del 2025 e 2026 che scende al 5%. La misura riguarda 3,3 milioni di dipendenti, con un reddito lordo inferiore ai 28.000 euro. Quindi se i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro interessati dal taglio dell’aliquota dal 35 al 33% (che genera un risparmio massimo di 440 euro all’anno per i contribuenti) sono considerati «ricchi» da Pd e Cgil, non si può dire altrettanto di chi percepisce meno di 28.000 euro lordi l’anno. Il che significa che quell’equilibrio di misure per il ceto medio e i meno abbienti, è stato comunque realizzato in questa manovra nonostante l’attenzione marcata alle classi più bisognose sia stato effettuato nelle precedenti manovre.Il testo della legge di bilancio prevede anche, per tutto il 2026, la detassazione di straordinari, festivi e lavoro notturno per tutti i lavoratori dipendenti con redditi lordi fino a 40.000 euro e per un massimo di 1.500 euro. Viene ridotta poi dal 5% all’1% la tassazione dei premi di risultato e aumenta il tetto da 3.000 a 5.000 euro. Detassati i buoni pasto elettronici fino a 10 euro (da 8 attuali). Il Corriere della Sera ha fatto una stima dell’impatto del taglio delle imposte considerando quei settori che hanno già rinnovato i contratti, come i chimici e le piccole e medie imprese edili. Per i chimici il nuovo contratto prevede un incremento del trattamento economico complessivo pari a 294 euro e il maggior salario, derivante dagli aumenti, per il 2026 è di 1.625 euro. Con la flat tax del 5% il vantaggio è di circa 474 euro l’anno. Per i dipendenti delle piccole imprese edili l’aumento degli stipendi nel 2026 sarà di 1.960 euro e il vantaggio fiscale della flat tax di circa 491 euro l’anno. Anche se i contratti collettivi di molti dei principali settori non sono ancora stati rinnovati, dai metalmeccanici alle telecomunicazioni, estendendo le stime sopra indicate, si può dire che i lavoratori con meno di 28.000 euro lordi l’anno si ritroverebbero in tasca tra 450 e 500 euro in più. A questo aggiungiamo quanto detto dall’Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb) cioè che la riforma dell’Irpef ha più che compensato il drenaggio fiscale (il fenomeno che si verifica quando l’inflazione fa aumentare la pressione fiscale) per i redditi fino a 32.000 euro e lo ha annullato per chi si colloca tra i 32.000 e i 45.000 euro, difendendo il potere d’acquisto dei più deboli.Quanto ai «ricchi» va ricordato che la legge di bilancio ha cercato di limitare l’impatto degli sgravi sui redditi alti mettendo un tetto alle detrazioni e lo ha fatto nel 2024, nel 2025 e ora nella manovra del 2026. Dal prossimo anno scatterà una franchigia sopra i 200.000 euro lordi. Sono tanti elementi che indicano il tentativo di distribuire le poche risorse disponibili sull’intera popolazione e come si legge all’articolo 4 del disegno di legge, di «favorire l’adeguamento salariale al costo della vita e di rafforzare il legame tra produttività e salario». A questo punto spetta ai sindacati arrivare prima possibile ad una firma dei nuovi contratti senza balletti che poco hanno a che fare con l’interesse dei lavoratori e più con la politica (si veda la tattica seguita finora dalla Cgil).Il fine settimana è stato caratterizzato da un intenso lavoro sugli emendamenti. Fratelli d’Italia ha ritirato la proposta sugli scioperi nei trasporti, secondo la quale il lavoratore avrebbe dovuto dare l’adesione scritta 7 giorni prima. Un’ipotesi che ha scatenato la polemica unitaria dei sindacati e la minaccia dell’opposizione di fare le barricate in Aula.La Lega ha presentato due emendamenti per allargare la platea della rottamazione: estenderla ai contribuenti decaduti della sanatoria quater che hanno ricevuto un accertamento e far rientrare i contribuenti che hanno ricevuto un accertamento e che hanno regolarmente presentato la dichiarazione dei redditi.