Si apre il cantiere della manovra. Lunedì il primo cdm dopo le vacanze
L’inizio del lungo countdown verso l’approvazione della manovra finanziaria 2024 inizierà lunedì prossimo. Quando cioè il governo tornerà a riunirsi per il Consiglio dei ministri della rentrée post vacanze. Ancora non c’è una convocazione ufficiale, ma l’appuntamento è fissato e le precettazioni, seppure ufficiose, sono già arrivate ai diretti interessati. È evidente che, a prescindere di quello che sarà l’ordine del giorno, si cominceranno a impiegare energie per impostare la legge di bilancio, visto che ci sarà - come sempre in questi casi - da trovare la quadra tra i desiderata dei singoli partiti di maggioranza e le risorse a disposizione e, di conseguenza, bisognerà stabilire le priorità.
Da questo punto di vista, il primo appuntamento importante a livello politico sarà il vertice di maggioranza (fissato anche questo ufficiosamente) per il prossimo 4 settembre. Si può affermare a buon diritto che il cantiere vero e proprio della legge di bilancio partirà in questa occasione, poiché si entrerà nel merito delle misure da inserire nel testo e, soprattutto, delle relative coperture. Sarà in quella sede che inizieranno a emergere le varie sensibilità dei partiti del centrodestra, visto che è previsto un faccia a faccia tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i capigruppo. L’obiettivo dichiarato del premier e di gran parte del governo è quello di rendere strutturale (o almeno prorogare per un altro anno) il taglio del cuneo fiscale operato con il dl Lavoro a maggio e che è finanziato fino alla fine di quest’anno, ma ogni partito ha una sua «bandiera» da piazzare nella manovra, alla quale difficilmente rinuncerà. Partendo dalla Lega, il tema irrinunciabile è quello delle pensioni: il partito di Matteo Salvini vorrebbe un ritocco, introducendo la cosiddetta «quota 41», per consentire a chi ha 41 anni di contributi di andare in pensione - seppure con un assegno ridotto - a prescindere dall’età. Su questo fronte, anche Forza Italia ha da chiedere con l’innalzamento delle pensioni minime, storica bandiera di Silvio Berlusconi.
Capitolo coperture, visto che tutte queste istanze dovranno confrontarsi con quanto c’è in cassa. Qui il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, parlando al Meeting di Rimini, è stato estremamente chiaro, affermando che si tratterà di una manovra «complicata», perché secondo lui non ci sono risorse a sufficienza per accontentare tutti. Per fare ciò, infatti, secondo le stime di Via XX Settembre ci vorrebbero oltre 40 miliardi, mentre realisticamente si può arrivare a 30. Ecco perché negli ultimi giorni il dibattito sta ruotando attorno alla possibilità di aumentare il deficit, che invece Giorgetti non vorrebbe spostare al 3,7 % fissato nell’ultima Nadef. Ci sarebbe un tesoretto di 4 miliardi, e ci dovrebbe essere un miliardo e mezzo proveniente dalla spending review, circa 3 miliardi dalla lotta all’evasione e altrettanti dal gettito della tassa sugli extraprofitti, ma il traguardo è ancora lontano, perché al momento le coperture certe non arrivano a 8 miliardi.
Quanto alle scadenze obbligatorie, tra circa un mese è previsto il varo della Nadef, e per l’ultima decade di ottobre la presentazione della manovra vera e propria, con il conseguente inizio della sessione di bilancio. Un percorso lungo, tortuoso, che si incrocerà con le insidie esterne rappresentate dalla battaglia delle opposizioni sul salario minimo e quelle interne, a partire dalla competizione politica in vista delle europee.





