
Il matrimonio sancisce l'impegno di un uomo e di una donna a generare e proteggere i figli. L'amore non è condizione né necessaria, né sufficiente. Il caos inizia quando al primo posto ci sono i sentimenti.Al Congresso di Verona c'è stato il primo tentativo serio di contrastare l'inverno demografico. Ci stiamo malamente annullando. È un'estinzione tristissima, fatta di uomini soli, di donne sole, di bambini figli unici e nipoti unici, di famiglie che si estinguono, di depressione che aumenta di anno in anno, di consumo di psicofarmaci che aumenta di anno in anno. E dato che il mondo non ha più frontiere e siamo multietnici, non è escluso che questo inverno ci porti nel giro di una cinquantina d'anni, forse meno, a essere una minoranza in una repubblica islamica. Le repubbliche islamiche sono estremamente carine. Il fatto è che nelle repubbliche islamiche, tutte, si rispetta la Dichiarazione sui diritti umani nell'islam, cioè sulla libertà dell'uomo islamico di seguire la umma stabilita il 5 agosto del 1990 al Cairo. Per coloro che si stiano chiedendo che cos'è la umma, vale la pena di spiegare che è l'insieme dei precetti, cioè la sharia (che può essere moderata o smoderata a seconda di come vanno le cose), ma leviamoci dalla testa che sarà consentito vivere come si vuole. Quindi, a maggior ragione se volete vivere come pare a voi, questo è il momento di combattere l'inverno demografico.A Verona abbiamo parlato di numeri. Le statistiche ci dicono che dove il matrimonio è stabile ed esiste, nel senso che i genitori non l'hanno infranto dopo il primo litigio, i figli sono più numerosi, consumano meno alcol, droga e psicofarmaci, hanno una migliore scolarità, una migliore capacità di inserirsi nel mondo del lavoro, una maggiore possibilità di diventare a loro volta genitori, oltre che coniugi di un matrimonio stabile.In un precedente (criticatissimo) articolo ho affermato che l'amore non è condizione né necessaria, né sufficiente alla formazione di una famiglia. La parola matrimonio viene dalla parola madre. Il matrimonio è l'istituzione statale e/o religiosa che ha la funzione di proteggere la maternità: per una donna mettere al mondo i suoi figli, e mantenerli senza l'aiuto di un uomo, è difficile nella nostra società ed era praticamente impossibile nella società preindustriale. Lo scopo dell'istituzione matrimonio è unire un uomo e una donna perché possano mettere al mondo e proteggere i loro bambini fino all'età adulta. Per famiglia si intende il gruppo etnico costituito da un uomo, una donna e i loro figli. Questa regola può subire eccezioni a causa di maledetti incidenti: lei è morta di parto, lui è morto in guerra, altre catastrofi, ma in linea di massima questo era lo schema. Da nessuna parte nell'istituzione del matrimonio, condizione necessaria alla nascita di una famiglia, è mai stata scritta la parola amore, ma la parola impegno. Ci si impegna a proteggere i figli generati. È evidente che se due persone stanno insieme e mettono al mondo figli si amano, ma non è l'amore, ma l'impegno a proteggere e allevare i figli nati dalla coppia, che è una coppia generante, uomo-donna. Se la coppia non genera figli resta una coppia, non diventa una famiglia. Se in una famiglia padre e madre si amano, i figli stanno molto meglio. Anche padre e madre stanno molto meglio: tutto sommato è più divertente vivere con qualcuno cui vuoi bene e magari contraccambia. Se tutti si odiano, tutti stanno peggio, ma il gruppo resta ugualmente una famiglia. Non smette di essere una famiglia. Il matrimonio deve essere un impegno sui figli, ci vogliono un uomo e un donna perché è l'unica coppia in grado di generare, o di sostituire la coppia genitoriale originaria in caso di adozione. Il matrimonio è un impegno al rispetto, un impegno a esserci. E una volta che uno si è impegnato, al rispetto e all'esserci, l'affetto salta fuori. Il matrimonio per definizione era stabile. L'amore è un sentimento per definizione instabile. Far dipendere il matrimonio dall'amore, lo ha reso instabile. Anche perché bisogna vedere la definizione di amore. Spesso per amore si intende l'innamoramento, il cuore che batte e le guance che arrossiscono, cioè qualcosa di dannatamente instabile. Uno schema plurimillenario è saltato degli anni Sessanta e Settanta, quando, a causa della diffusione dei giornali femminili e dell'interesse morboso per la vita degli attori, il sentimentalismo isterico ha invaso il mondo. Per la prima volta nella storia dell'umanità i modelli sono diventati gli attori. Gli attori molto spesso hanno una vita più disordinata degli altri, per due motivi: Hollywood è un ambiente diciamo vivace e inoltre l'attore è una persona che deve impersonare altre personalità, deve fingere di baciare altri o addirittura deve fingere di fare sesso con altri per motivi di lavoro e questo genera una minore stabilità emotiva. Gli attori di Hollywood avevano un continuo alternarsi di matrimonio e divorzio, sostituito dagli anni Ottanta con un semplice cambio di partner. Amavano qualcuno, ma poi amavano un'altra persona. Di più, non c'era più l'amore con la prima persona e «il matrimonio non poteva esserci senza amore», quindi un bel divorzio. E poi ancora uno. Questa teoria propagandata dai giornali femminili ha portato a una fragilizzazione del matrimonio. Il matrimonio si rompe con tale facilità che molte coppie non si sposano nemmeno, anche se in presenza di figli. I bambini soffrono enormemente nella separazione. La loro sofferenza è misconosciuta e ignorata. I bambini hanno diritto a padre e madre che restano insieme e si impegnano a ricostruire il rapporto. I bambini dentro di sé hanno la convinzione che, se papà e mamma li amassero davvero, non si separerebbero. La vulgata ci dice che le persone litigano e quindi divorziano. Sbagliato. Esiste il divorzio, e quindi le persone litigano. La pessima idea di far dipendere il matrimonio dell'amore non solo ha fragilizzato il matrimonio, che si rompe anche se due «non si amano più», ma ha portato l'estensione del concetto di matrimonio ad altri gruppi etnici clamorosamente infertili: due uomini che si amano, due donne che si amano. Ma perché solo due? Perché non tre, quattro, cinque o 15? Nel matrimonio la coppia uomo-donna aveva il suo valore dal fatto di essere l'unica coppia che è in grado di generale. La parola genere deriva dal latino generare. Generare è possibile grazie al fatto che i maschi possono fecondare e le femmine possono partorire. Dove ci sono due che fecondano e due che partoriscono non ha nessun senso proteggere queste unioni. Non ha nessun senso dare una pensione di reversibilità e meno che mai permettere la presenza di bambini in un luogo dove non ci sia la coppia genitoriale. Poi ci sono altri tipi di amore: per esempio tra fratelli, o tra persone di età molto diversa, di cui uno sia veramente molto giovane, per esempio abbia otto anni.Quindi da capo: una famiglia dove tutti si amano è molto meglio della famiglia dove la gente non si ama, ma una famiglia dove le persone si amano poco resta una famiglia ed è meglio che non si sfasci quando l'amore diminuisce, anche perché l'amore oscilla e poi si rialza. La famiglia è fondata sulla potenzialità generativa e sull'impegno ad assistere i figli. Un gruppo di persone dello stesso sesso, due o tre o 15, che si amano alla follia, non diventano una famiglia. Perché se tutti sono dello stesso sesso non c'è potenzialità generativa, è un'unione a solo scopo ricreativo, e che tale deve restare, perché può guadagnare capacità generativa solo con una orfanizzazione intenzionale dei bambini, con una violazione del loro diritto insindacabile ad avere madre e padre, a conoscere la propria ascendenza ed essere allevati da loro, con una sostituzione della sessualità riproduttiva (l'unica sessualità esistente) con procedimenti di produzione di essere viventi che ne aumentano i pericoli fisici e psichici, con una violazione plateale dei Diritti del fanciullo, in particolare l'articolo 6 che sancisce che il bambino in tenera età non deve essere separato dalla madre.
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Marcello Degni ha rinverdito i suoi post social contro l’esecutivo, difendendo la bocciatura del progetto del Ponte sullo Stretto e invitando a votare «no» al referendum sulla riforma Nordio. La collega Franchi è stata consulente di Bellanova e Patuanelli.
Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni (Ansa)
Sulla sentenza con cui la Corte dei Conti ha bocciato il Ponte sullo Stretto ci sono le impronte digitali di quella parte della magistratura che si oppone a qualsiasi riforma, in particolare a quella della giustizia, ma anche a quella che coinvolge proprio i giudici contabili.
Ansa
Il provvedimento, ora al Senato dopo l’ok della Camera, mira a introdurre misure più garantiste per i pubblici amministratori e a fissare un tetto per gli eventuali risarcimenti. Anche in questo caso, l’Anm contabile frigna.
Il clochard ha anche minacciato gli agenti. Silvia Sardone (Lega): «Sala ha nulla da dire?».






