2018-06-21
Sentenza smonta il gioco di prestigio di Balich, il mago degli effetti speciali
È il massimo organizzatore globale di eventi spettacolari Condannato per concorrenza sleale ai Giochi invernali di Sochi.Una sentenza rischia offuscare la fama mondiale di Marco Balich, il genio italiano delle grandi cerimonie olimpiche. Nato a Venezia 56 anni fa, Balich è probabilmente il massimo organizzatore globale di eventi spettacolari. Il suo palmares non si discute: ha prodotto la cerimonia delle Olimpiadi invernali di Torino 2006; alle Olimpiadi di Pechino, nel 2008, è stato responsabile del protocollo, quindi il «grande cerimoniere» della manifestazione; nel 2014 ha curato la direzione artistica della cerimonia di apertura e di chiusura dei Giochi invernali in Russia; nel 2016 ha ideato la fragorosa inaugurazione dell'Olimpiade di Rio de Janeiro; ma prima era stato il motore del suggestivo Padiglione Italia durante l'Expo 2015 di Milano; e per la Fiat ha curato il taglio del nastro dello Juventus stadium e il lancio planetario della nuova 500; e poi ha prodotto anche i tour di mostri mondiali della musica come i Pink Floyd, gli U2, Peter Gabriel, gli Eurythmics…Insomma, Balich è davvero il Mago degli effetti speciali, l'uomo ai vertici di uno dei settori più scintillanti dello show business. E che business! Nel 2017, le prime dieci agenzie internazionali hanno dichiarato un giro d'affari complessivo di circa 2 miliardi di dollari. Eppure nel mondo pochi sanno che, dallo scorso 26 febbraio, il Mago ha una macchia sul mantello. Una macchia giudiziaria, sia pure in sede civile: perché nel sorprendente e totale silenzio dei media, quattro mesi fa, la Corte d'appello di Milano ha confermato una condanna di primo grado che due anni prima aveva stabilito che proprio Balich avesse posto in essere un serio caso di concorrenza sleale. Certo, ora si dovrà aspettare di vedere come andrà a finire in Cassazione. Mentre per configurare le dimensioni dell'eventuale risarcimento (a occhio e croce plurimilionario), nel marzo 2017 il Tribunale ha stabilito servirà un altro processo. Resta il fatto che per due volte la giustizia italiana ha messo nero su bianco che Balich, con la sua Worldwide shows, ha sottratto indebitamente lavoro a un altro colosso italiano dell'intrattenimento: la Filmmaster Events, una società nata più di 40 anni fa e di cui lo stesso Balich è stato presidente. I fatti risalgono alla seconda metà del 2013. In quel momento, la Filmmaster sta febbrilmente lavorando alla fase di preproduzione della grande cerimonia d'inaugurazione dei Giochi olimpici invernali che si dovrà tenere il 7 febbraio 2014 a Sochi, in Russia. Del progetto, che la Filmmaster ha vinto un anno prima dallo Stato russo con una commessa da qualche milione di euro, si sta occupando un team di 14 specialisti della divisione Special events; il gruppo è coordinato da Balich, che di Filmmaster è presidente da 13 anni, e dal direttore artistico nonché consigliere d'amministrazione Gianmaria Serra. Nell'estate di quel fatidico 2013, però, i rapporti tra Balich e la Filmmaster si incrinano. Alla base ci sono mesi di contrasti e incomprensioni, e la concordia crolla definitivamente su una commessa in Sud America, che decade per le tensioni aziendali. La situazione precipita il 12 luglio 2013, quando Balich abbandona la presidenza della Filmmaster, e la crisi trova conferma il successivo 24 settembre, quando anche Serra se ne va, sbattendo la porta. Nel frattempo, però, Serra ha costituito una nuova società, per l'appunto la WorldWide shows. A questo punto, bisogna fare molta attenzione alle date. Perché l'atto di nascita della Wws è del 17 settembre. Tra settembre e novembre, oltre al Mago Balich e a Serra, dalla Filmmaster escono dieci tecnici della divisione Special events, tutti impegnati nell'organizzazione di Sochi. E Balich smette ufficialmente di essere vincolato alla società il 15 novembre 2013, quando per contratto decade il suo rapporto di esclusiva. Ma il primo novembre 2013, quindi 15 giorni esatti prima di quella data, la nuova Wws sigla con la Russia un contratto per la gestione della fase esecutiva dei Giochi di Sochi, strappandone la commessa alla Filmmaster. E poi, a sorpresa, anche il Mago e i dieci dipendenti fuoriusciti confluiscono nella Wws, e il Mago ne diventa addirittura azionista di maggioranza e presidente.La sentenza d'appello conferma che il comportamento di Balich e soci «risulta connotato, quantomeno, da ambiguità (…) mancanza di trasparenza, chiarezza e correttezza nei confronti di Filmmaster». Aggiungono i giudici: «Non può che dirsi accertata l'illiceità della condotta tenuta dagli appellanti (cioè Balich, Serra e la loro Wws, ndr), consistente nell'aver indebitamente sfruttato l'assetto organizzativo e la rete di conoscenze e rapporti, riconducibili tutti a Filmmaster e ai suoi dipendenti, senza sostenere i relativi costi e garantendo una continuità di gestione, al fine di aggiudicarsi la fase esecutiva della commessa di Sochi». Aggravando la sentenza di primo grado, la Corte d'appello stabilisce che è avvenuto anche un «storno di dipendenti», cioè la sottrazione illecita di tecnici alla Filmmaster: «Risulta palese» sostiene la sentenza «che il passaggio di collaboratori (dieci sui 14 coinvolti nell'operazione Sochi, e sui 40 dell'organico totale della Filmmaster, ndr) è stato il principale mezzo per la realizzazione dell'illecito concorrenziale accertato».Così, alla fine, la Corte d'appello di Milano ha condannato Balich, Serra e la loro Wws a pagare anche le spese legali: 15.114 euro. Poca cosa, rispetto al risarcimento chiesto dalla Filmmaster, che dal Mago e dai suoi soci adesso pretende qualcosa come 8,1 milioni.