2023-12-07
La sentenza «esemplare» contro il gioielliere rapinato è un regalo ai delinquenti
La condanna a 17 anni e la somma che il commerciante dovrà versare alle due famiglie dei ladri uccisi farà sentire più al sicuro i criminali che i cittadini, aumentando i rischi.La sola arma di cui posso parlare con cognizione di causa è un vecchio fucile che mi affidarono quando feci il servizio militare. Sparai qualche colpo al poligono di tiro all’interno della caserma e conservo in un vecchio album di fotografie uno scatto che mi ritrae sdraiato a terra, con l’occhio sul mirino e l’aria da cecchino. Dopo di che, basta. Mentre qualche conoscente ama avere un revolver in casa per difesa personale, io niente. Avessi una pistola mi preoccuperei da morire, nel timore che maneggiandola possa partire un colpo accidentale o che qualcuno se ne possa appropriare. Tuttavia, pur non essendo per niente attirato dalle armi, non biasimo chi ne custodisce una. Avere una rivoltella in fondo a un cassetto, credo ti faccia sentire più sicuro, soprattutto se hai avuto un incontro ravvicinato con i delinquenti o se fai un mestiere dove rischi di incontrarne qualcuno. Dunque, capisco le ragioni per cui Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour, nel suo negozio ne tenesse una a portata di mano. Qualche anno prima era stato rapinato e i banditi, oltre a svaligiargli il negozio, lo avevano picchiato fino a rompergli il naso. E per paura di un altro assalto si era quindi procurato un revolver. Così quando, alla fine di aprile di due anni fa, tre delinquenti intenzionati a svuotargli la cassa sono entrati nella gioielleria, puntandogli alla tempia una Glock giocattolo per farsi consegnare la cassa, Roggero prima ha dato loro 70.000 euro, poi, quando questi hanno arraffato i soldi, li ha inseguiti con la rivoltella e ha sparato. Svuotando il caricatore ne ha fatti secchi due, mentre un terzo è riuscito a salvarsi ma è stato arrestato poco dopo con un proiettile nella gamba.A processo è finito Roggero, che il tribunale ha condannato per doppio omicidio volontario. In totale fanno 17 anni di carcere, più quasi mezzo milione di risarcimento che il gioielliere dovrà versare ai parenti delle vittime. Secondo i giudici Roggero non ha agito per legittima difesa, ma per vendetta, e la sentenza divide, perché è sembrata inaspettatamente dura. Il procuratore, commentandola, ha detto che è esemplare, cioè, secondo il dizionario, dovrebbe essere d’esempio. A chi? A cittadini per bene che devono farsi rapinare senza fiatare e non indossare i panni del giustiziere? Oppure ai delinquenti, i quali d’ora in poi potrebbero pensare che le vittime oggi hanno un motivo in più per non reagire? Roggero ha commentato con un «viva la malavita» e non ha tutti i torti, non soltanto per i 17 anni, ma pure per il risarcimento, che appare sproporzionato, soprattutto se confrontato con quelli concessi da altri tribunali alle vittime di gravi delitti. È vero, Roggero è stato visto inseguire i banditi e sparare loro alle spalle fino ad esaurire i colpi, ma chi commette un crimine stringendo in pugno una pistola, ancorché giocattolo, mette in conto il rischio, che non può certo essere scaricato sulle spalle di chi è rapinato. Il revolver era un’imitazione di un’arma vera? Ma che ne sapeva Roggero? «Non c’era mica il cartellino o il tappo rosso sulla canna», ha commentato amaro il gioielliere. Difficile dargli torto. Le immagini delle telecamere però lo ritraggono mentre insegue i banditi e spara quando questi sono in fuga e addirittura a terra. Dunque il suo è classificato come omicidio volontario e la sentenza ha addirittura rincarato la dose: tre anni in più di quelli chiesti dal pm. Così la condanna sarà d’esempio ad altre vittime che pensassero di reagire e farsi giustizia da soli. Sarà d’esempio per i rapinati, non per i rapinatori.In tutto ciò, oltre a essere perplesso per il risarcimento, che suona quasi come un premio, seppur post mortem, ai delinquenti, c’è un aspetto che mi pare sottovalutato. Come si fa a giudicare la reazione di un uomo che vede la propria vita e quella dei propri cari (in questo caso la moglie che era con lui nel negozio) minacciate? Che ne sanno i giudici di come reagisce un uomo che è aggredito e si vede puntare una pistola alla tempia? È mai capitato a loro di guardare un revolver dalla parte della canna? Cosa succede nella mente umana quando ti vedi un’arma puntata contro? Tu, in base alla sentenza che ha condannato Roggero, non devi perdere la testa. Gli altri se la possono giocare, la tua testa, ma tu, anche se sei la vittima, devi mantenere il sangue freddo. Se ti rapinano, ti minacciano, te e tua moglie, se ti picchiano e ti portano via il malloppo che hai messo da parte con fatica, non puoi sparare, perché altrimenti passi dalla parte del torto e ti tocca finire in galera e anche risarcire i familiari dei delinquenti. Beh, pur non avendo mai maneggiato un’arma negli ultimi quarant’anni, io penso che la giustizia debba stare dalla parte delle vittime e non possa punire chi ha reagito, privandolo della libertà e togliendogli ciò che lui ha difeso. Il rischio di finire al camposanto se lo assume il rapinatore e non si può certo ribaltarne le conseguenze sul rapinato. Ma la legge dice così, sostengono i puristi del diritto. No, la legge non dice così, anche perché se lo dicesse starebbe dalla parte dei banditi. Anni fa, a Milano, un tabaccaio inseguì e uccise un delinquente che gli aveva svuotato la cassa dopo averlo tenuto sotto tiro con una pistola, e i giudici lo assolsero riconoscendo la legittima difesa. La sentenza riconobbe il grave turbamento cui era stato sottoposto, che gli aveva procurato un errore di percezione perché sconvolto dalla rapina. La tua paura, la paura per i tuoi cari, non finisce nel momento in cui il rapinatore ti gira le spalle per fuggire. E come non si spegne il terrore con un clic, non puoi chiedere a un essere umano che ha temuto fino a un secondo prima per la sua vita di rientrare in sé e non reagire anche se ha in mano un revolver. Lo so, i giudici sosterranno di aver solo applicato la legge. Ma se la legge consente di condannare un uomo a 17 anni e farlo finire sul lastrico, lui e la sua famiglia, perché ha reagito a una rapina, beh, per me è sbagliata la legge, e tocca alla politica cambiarla.
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)
Francesca Albanese (Ansa)