2020-10-05
Antonio Rinaldi: «Se la Merkel sterza a sinistra la Lega non ha spazio nel Ppe»
Antonio Maria Rinaldi (Ansa)
Il deputato salviniano all'Europarlamento: «I veri sovranisti? Macron e la cancelliera. Noi critichiamo certe regole dell'Ue per cambiarle. I rapporti con Giorgetti sono ottimi».Antonio Rinaldi, economista euroscettico, è dal giugno 2019 deputato europeo della Lega. Ha accettato una conversazione a tutto campo con La Verità proprio nella settimana in cui si è discusso della collocazione in Ue del suo partito. Allora, Rinaldi. In diretta tv su Rete 4, ospite di Barbara Palombelli a Stasera Italia, Gianni Riotta ha spiegato a Matteo Salvini che lei, Alberto Bagnai e Claudio Borghi sareste i «nemici» del leader leghista proprio perché troppo eurocritici. Cosa risponde? «Evidentemente, per avere l'attenzione di un così blasonato costituzionalista, anzi - mi scuso… - di un così blasonato giornalista, iniziamo a dare fastidio (ndr: Rinaldi, perfidamente, evoca una celebre gaffe televisiva di Riotta, che, proprio in contraddittorio con Rinaldi, dimenticò la parte dell'articolo 1 della Costituzione in cui si dice che “la sovranità appartiene al popolo"). Vuol dire che abbiamo fatto centro. La Lega non è come il Pci di un tempo, dove la linea era indiscutibile, e chi si azzardava a esprimere altre idee rischiava di essere trattato da dissidente. Per fortuna da noi convivono benissimo molte opinioni». Anche Paolo Mieli aveva di recente espresso, in modo più felpato, un'opinione analoga. Ora una prima interpretazione è facile, direi scontata, e forse le piacerà. Questi commentatori vogliono portare la divisione in casa della Lega.«Vedo che tanti si propongono come “consigliori" di Salvini. Lo dico sorridendo: semmai bisogna fare il contrario di chi da anni propone analisi che poi sono spesso risultate smentite dalla realtà».Però c'è una seconda interpretazione che non posso non proporle. Non crede che ci sia una differenza tra essere eurocritici e apparire eurodistruttivi? Non teme che a volte sia facile il gioco di chi vuole appiccicarvi questo tipo di caricatura? «Vero, a volte passiamo come “l'uomo nero" della situazione. Ma guardi che noi non siamo contro l'Europa: siamo contro alcune regole di questa Ue. Per molti versi, i veri europeisti siamo noi: l'Ue rischia se va avanti con questo tipo di governance. Dopo di che, “sovranisti" sono Merkel e Macron, che guardano ai loro interessi. E “sovranisti" in senso negativo sono quelli che vogliono sottrarre la sovranità al popolo per affidare sempre più potere a istituzioni fatte da non eletti».La metto in un altro modo. A volte non vendete bene la vostra merce. Lei e i suoi colleghi siete stati i primi, a inizio pandemia, a spiegare bene che l'unica carta su cui puntare, e che avrebbe davvero funzionato, era la Bce. E così è stato. Perché non rivendicate a sufficienza quella vostra intuizione?«Le rispondo che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Noi lo diciamo, ma se l'informazione mainstream non lo registra, che devo fare? Posso mettermi un cartello al collo (ndr: sorride). Le dirò di più: la Bce dovrà molto probabilmente aumentare il Pepp, cioè il Quantitative easing pandemico».Peraltro - vedremo se saremo smentiti - sarà ancora alla Bce che occorrerà guardare. La Fed è destinata a fare politica monetaria espansiva, e pure Francoforte non potrà che andarle dietro.«Non solo, vedo dalle ultime dichiarazioni della signora Lagarde che c'è anche una qualche apertura a rivedere i famosi target. Penso che dovrà essere rivisto anche l'obiettivo del 2% di inflazione, visto che, nonostante le massicce iniezioni di liquidità già in epoca Draghi, l'inflazione è rimasta ben lontana dal 2%».Proseguiamo con il gioco delle sfumature, delle nuances. La Verità è stato il primo giornale, da tre mesi, a raccontare minuto per minuto che il trionfalismo sul Recovery fund era infondato: tante incertezze, tempi lunghissimi, l'incognita delle 27 ratifiche. Lei e i suoi colleghi euroscettici avete meritoriamente fatto altrettanto. Ora, anziché sogghignare per questo rischio di eurofallimento, non sarebbe il caso di rivendicare di aver saputo vedere giusto? «La realtà è che Conte non doveva alimentare aspettative che purtroppo (sottolineo due volte: purtroppo) saranno disattese. Non ci sarà un assegno come quello del signor Bonaventura, stavolta da 209 miliardi. Ci sarà molto meno, in tempi lunghissimi, e dovremo restituire molto, con condizioni stringenti. Purtroppo è stata creata un'attesa nell'opinione pubblica che andrà delusa. Mi lasci fare una proposta».Prego.«Anziché procedere così, di fatto allargando il bilancio Ue e ponendo condizioni difficili da soddisfare, si potrebbe fare qualcos'altro».Spari.«Già, ed è un bene, è stato sospeso il patto di stabilità. Visto che in fase di pandemia, un po' come in guerra e in amore, si può fare tutto, lancio una provocazione in positivo. La Bce, fermo restando il criterio del capital key, potrebbe cancellare quota parte dello stock di debito esistente a carico dei Paesi eurodotati. Come? Mettendo a disposizione una cifra, acquistando titoli e poi annullandoli. Si abbasserebbe ovunque il rapporto debito/Pil e si aiuterebbe la ripartenza. Se si dice che il debito pubblico è il nemico, questa è una strada per cominciare ad affrontarlo».Domanda politica. Che fretta c'è di decidere ora per la Lega la collocazione in Europa? Ok, il vostro gruppo non sarà il migliore possibile, ma è indispensabile spostarvi adesso o discuterne ora? «Alcuni media usano questo tema per distogliere l'attenzione da altro».L'altro giorno a Catania Giancarlo Giorgetti ha fatto un discorso articolato, che poi è stato troppo semplificato da alcuni titolisti desiderosi di mettere zizzania tra lui e Salvini. Però vi ha detto di seguire con attenzione la sfida per la successione ad Angela Merkel nella Cdu, che a cascata potrebbe produrre novità nel Ppe. Condivide? «Giorgetti è un politico navigatissimo ed estremamente raffinato. Oggi la Merkel, anche per tenere in piedi la sua coalizione con i socialdemocratici, sta sterzando a sinistra anche in Ue. È certamente possibile che in futuro, nel congresso Cdu, qualcuno metta in discussione questa linea. Ma oggi con i nostri 29 eurodeputati (gli stessi del partito della Merkel) non vedo spazi in questo Ppe che guarda a sinistra, né ciò coincide con gli attuali interessi della Merkel. Dopo di che, noi dobbiamo dialogare con tutti, avendo come faro l'interesse nazionale italiano».A proposito di Giorgetti. I retroscenisti anti Lega amano descrivere una contrapposizione molto tesa tra quella sensibilità e quella degli economisti eurocritici. È così? Conferma o smentisce?«Smentisco. Rapporti ottimi. E poi è stato Salvini a rispondere a Riotta, parlando di noi come persone che in modo critico spesso dicono prima ciò che accadrà. Glielo ripeto: i veri europeisti siamo noi euroscettici».Ma in una logica da «partito repubblicano Usa», che problema c'è a far convivere in un grande movimento argomenti, culture e personalità diverse? Anzi, potrebbe essere una ricchezza per voi. Perché prevale questa idea della contrapposizione anziché quella di una vetrina ricca di articoli? «È una contrapposizione alimentata dai media ostili».È immaginabile un evento economico in cui prendiate la parola tutti insieme, articolando ciascuno una nuance, una sfumatura, e con la sintesi affidata ovviamente al segretario Salvini? «Ma certo, non dubito che ci sarà, ne sarei felicissimo. Nemmeno servirebbe, ma anche per rispondere alle campagne di chi vuol dividerci può essere una buona idea».Temete la concorrenza di Giorgia Meloni a maggior ragione dopo la notizia della sua presidenza del gruppo Ecr? «Ma no, c'è una buona alleanza, anche con una naturale competizione, ma senza timori reciproci. Dopo di che, esaminando i flussi, mi pare che a Fdi siano andati soprattutto voti che in passato erano di Fi».L'attacco giudiziario a Salvini, a partire da Catania, è un problema?«Mi auguro di no. E mi lasci dire che credo che la stragrande maggioranza dei magistrati faccia e farà il suo dovere. Certo, leggere le intercettazioni di Palamara non fa piacere… Gli stessi magistrati dovrebbero reagire».Siete preoccupati per le altre vicende giudiziarie, a partire da quella dei tre commercialisti? «Assolutamente no».La legislatura italiana dura fino al 2023? «Ho il timore di sì, anche se, visto lo sfilacciamento dei giallorossi, ci sarebbe più di qualche ragione per sciogliere. Su un altro piano, ma è naturalmente una cosa che non posso augurarmi, va considerato un possibile inasprirsi della crisi economica come fattore di instabilità, tra governo incapace e ritardi dell'Ue».Siete preparati a dire la vostra nell'elezione del nuovo presidente della Repubblica, oppure vi arroccherete su posizioni di testimonianza, lasciando campo libero ai giallorossi, non appena il quorum si abbasserà?«Fossi in loro, non venderei la pelle dell'orso prima di averlo preso. Tra le loro divisioni, perché mi sembrano tutt'altro che compatti, e i delegati regionali (inclusi quelli delle regioni dove si voterà da qui ad allora), può crearsi un altro tipo di maggioranza nel Parlamento in seduta comune».