2020-01-22
Sbarcano dalla Ocean e la Lamorgese festeggia la farsa dei ricollocamenti
Approdati a Pozzallo i 39 migranti soccorsi venerdì. Faranno tappa in Italia per mesi. I 19 minori resteranno da noi. Smistati nell'Ue gli altri. La Francia, che ne respinge 100 al giorno a Ventimiglia, ne prenderà qualcuno.Ancora sbarchi, ancora propaganda dal ministero dell'Interno, ancora migranti che faranno tappa in Italia per mesi. Ieri mattina la nave Ocean Viking ha gettato l'ancora al porto di Pozzallo, sulla punta meridionale della Sicilia. A bordo c'erano 39 persone che erano state soccorse venerdì a 35 miglia dalle coste della Libia. Erano su una piccola imbarcazione di legno in balìa del maltempo. Il natante di Medici senza frontiere e Sos Méditerranée li ha imbarcati e ha chiesto al governo italiano un porto sicuro per l'attracco, che lunedì sera è stato concesso. Le autorità marittime libiche, cui la Ocean Viking si era rivolta inizialmente, nella loro sconfinata generosità avevano indicato Tripoli come porto di sbarco. Una città in guerra, «un approdo non sicuro», secondo le Ong che hanno chiesto un'alternativa all'Italia. Cecilia Strada, figlia di Gino Strada ed ex presidente di Emergency, aveva anche lanciato un tweet polemico contro il governo italiano che non era scattato immediatamente sull'attenti aprendo i porti: «Che cosa devono attendere? Il voto sulla Gregoretti? Gli accordi di redistribuzione, e nel frattempo li lasciamo a mollo? Le elezioni? L'inizio di Sanremo? Fateli scendere». È stata subito accontentata.Dei 39 migranti, 19 erano minori che verranno accolti in Italia. Gli altri 20 saranno ricollocati. «Francia, Germania e Lussemburgo hanno dato la loro disponibilità ad accogliere tutti e 20 i migranti ricollocabili», annuncia con soddisfazione una nota del Viminale. Che prosegue: «La disponibilità è stata offerta sulla base dell'apertura della procedura di redistribuzione dei migranti a livello europeo avviata dalla Commissione Ue sulla scorta del preaccordo di Malta». Una perifrasi lunga ma necessaria per dire semplicemente che i tre Paesi dell'Ue ci fanno un piacere. A Malta, come sottolinea il comunicato del ministero, non è stato raggiunto nessun accordo, ma un preaccordo. Una stretta di mano, una bozza di intesa che attende ancora non soltanto di essere formalizzata, ma di essere condivisa da un numero più significativo di Paesi dell'Unione. Finora infatti i «gentiluomini» che hanno stretto il patto sono Francia, Germania, Italia e Malta. Alla Valletta c'era pure la Finlandia, in quanto presidente di turno dell'Ue nel secondo semestre 2019. Ma il Paese scandinavo ha fatto soltanto da notaio e si è ben guardato dal metterci la firma.In ogni caso, «sulla scorta del preaccordo» e in base «all'apertura della procedura di redistribuzione» Francia, Germania e Lussemburgo hanno fatto il bel gesto di accogliere i 20 migranti maggiorenni sbarcati dalla Ocean Viking, tra cui 5 donne. La loro provenienza è prevalentemente dal Marocco e dal Bangladesh; un profugo viene dall'Egitto e un altro dalla Somalia. I 20, tuttavia, non partiranno certo domani e nemmeno la settimana prossima. Quello che la nota del ministro Luciana Lamorgese non dice è che per loro si apre una fase di permanenza in Italia che durerà mesi. I migranti della nave Gregoretti, quelli che potrebbero costare il processo all'ex ministro Matteo Salvini, sono rimasti nel Belpaese quasi 5 mesi: sbarcati il 31 luglio dopo le violente polemiche sull'operato del Viminale, sono partiti per la Germania il 20 dicembre. Nel contingente c'erano anche persone che si trovavano in Italia da maggio, dopo essere state sbarcate dalle navi delle Ong.«Ricollocamento» è una parolina magica che nasconde mesi di permanenza nel nostro Paese. Una parolina che scatta quando i numeri delle persone da accogliere non sono impegnativi e quando a bordo delle imbarcazioni non si trovano delinquenti o scafisti: quelli dall'Italia non si schioderebbero. Ma soprattutto il tema dei ricollocamenti distoglie l'attenzione da un'altra questione che i preaccordi di Malta non hanno nemmeno sfiorato: il problema dei respingimenti.Il direttore della Caritas di Ventimiglia, Maurizio Marmo, ha ammesso l'altro giorno alla Verità che la Francia respinge in media un centinaio di migranti al giorno alla frontiera ligure. Cento respingimenti al giorno significa 3.000 al mese e 36.000 in un anno. Ammettiamo pure che alcuni vengano respinti più di una volta perché ci riprovano. Ma Ventimiglia deve comunque fare i conti ogni giorno con migliaia di persone allo sbando. La Francia era a Malta, il suo ministro dell'Interno Christophe Castaner ha firmato il preaccordo e ora si degna di accogliere una mezza dozzina di profughi. Chapeau.Ma nel silenzio generale, per meno di 10 migranti accolti in virtù della redistribuzione maltese, la Gendarmerie piazzata in forze al valico di Ventimiglia ne respinge 100 ogni giorno costringendoli a bivaccare senza prospettive in Italia. Qui Malta non vale: comanda Dublino, città del regolamento in base al quale i migranti vengono obbligati a tornare nel Paese di sbarco dove sono stati identificati. «Da settembre a fine dicembre la media è stata di un centinaio di migranti al giorno rispediti indietro in malo modo dalla Francia», sono le parole di Marmo. Che aggiunge: «Siamo territorio di transito, questa città sta vivendo un viavai continuo di persone controllate dai francesi in base al colore della pelle, stipate di notte in container prima di essere respinte oltre confine». Con tanti saluti ai ricollocamenti di facciata.