2023-09-26
Santità, ma crediamo alla vita eterna o ai blindati dell’Urss?
Il segno della croce davanti alla bara di Giorgio Napolitano non poteva offenderne la laicità. Evitandolo, il Papa ha confuso i cattolici.la veste bianca, che ricorda un po’ troppo che lui è un Papa e in quanto Papa vicario di Cristo sulla terra. Pensare che esista un vicario di Cristo, e dunque pensare che esista persino Cristo, non è anche questa un’offesa alla laicità del presidente defunto? Al massimo il Papa poteva portare con sé nella camera ardente il crocifisso falce e martello che qualche tempo fa gli ha regalato il presidente boliviano Evo Morales. O anche solo la falce e martello, senza il crocifisso, così poteva onorare meglio la laicità e il credo comunista del presidente defunto. Alcuni lettori me l’hanno scritto: il Papa non ha fatto il segno della croce per rispettare le idee di Napolitano? Benissimo: allora doveva salutarlo con il pugno chiuso. Così le rispettava ancora di più. Non è una provocazione. È il disorientamento. Tanti cattolici sono rimasti perplessi: già è piuttosto sorprendente la visita di un Papa in un camera ardente laica di un defunto laico che farà una cerimonia laica. Se questo Papa, poi, evita pure di fare il segno della croce, è inevitabile chiedersi dov’è l’errore. Il Papa non sbaglia, sia chiaro. Ma allora, è altrettanto chiaro, abbiamo sbagliato noi. Hanno sbagliato le nostre mamme che ci hanno insegnato a fare il segno della croce ogni volta che passa un carro funebre, anche se non sappiamo se porta un credente oppure no. Hanno sbagliato a insegnarci a fare il segno della croce quando entriamo al cimitero, anche se non sappiamo se tutte le persone che sono sepolte lì sono credenti oppure no. Hanno sbagliato a insegnarci che il segno della croce non è un’offesa o un’intromissione nelle libere scelte altrui. È semplicemente la dichiarazione della nostra fede. La nostra. Non quella di altri. Farsi il segno della croce significa dire: io sono cristiano e credo nella vita eterna. Almeno, noi avevamo capito così. Avevamo capito (ma probabilmente abbiamo sbagliato, perché il Papa non sbaglia) che farsi il segno della croce vuol dire «io ci credo». Vuol dire: io credo in Dio, e credo nella risurrezione. Credo che non sia tutto qui, che la vita non finisca dentro quella bara. Credo che tu, chiunque sia, ateo o devoto, comunista o baciapile, persona perbene o malfattore, tu con tutti i tuoi pregi e i tuoi difetti, i tuoi errori e le tue virtù, proprio tu, ebbene, io credo che tu in questo momento non sei morto ma sei davanti a Dio. E l’esistenza di Dio non dipende dal fatto che tu ci creda o no. Io faccio il segno della croce perché penso che Dio esista, Padre Figlio e Spirito Santo, e penso che tu sarai davanti a Lui anche se non ci hai creduto, anche se L’hai offeso, persino se L’hai bestemmiato. Io credo che tu sei davanti al Signore. E per questo mi faccio il segno della croce. Per accompagnarti davanti a lui con la mia fede. Con la mia fede, appunto. Così noi avevamo capito (ma probabilmente abbiamo sbagliato, perché il Papa non sbaglia): quella che esprimiamo con il segno della croce, davanti al carro funebre o entrando al cimitero, quando ci addormentiamo alla sera e quando ci svegliamo al mattino, quando abbiamo paura o quando vogliamo ringraziare, non è la fede di chi ci sta davanti, su cui nulla possiamo dire né sapere. È la nostra fede. Una fede che non vuole imporsi, non vuol convincere, non vuol convertire nessuno. Una fede che vuole soltanto dire: «Io ci credo, e credo che risorgerò». E, sicuramente sbagliamo (sbagliamo noi, perché il Papa non sbaglia mai), ma se vediamo che il Papa non fa il segno della croce ci viene il dubbio che stia dicendo che lui non è tanto sicuro di quel che c’è nell’aldilà. Come facciamo, allora, a esserne sicuri noi? Per questo molti lettori ci hanno scritto, per questo molti cattolici sono disorientati. Qualcuno (fosse anche il più laico dei laici) si potrà mai sentire offeso dal segno della croce? Cioè dal fatto che uno esprime la sua fede? E dal fatto che la esprima proprio nel momento in cui la fede più ci deve sostenere, cioè davanti alla morte? Siamo abituati a vedere calpestati i simboli cattolici. Siamo abituati ai crocifissi che spariscono dalle scuole; siamo abituati ai tribunali francesi che ordinano di rimuovere le statue della Madonna; siamo abituati a vedere oscurati i Gesù Bambini nei presepi e i quadri dei santi. Ma arrivare a considerare il segno della croce un oltraggio al defunto non credente, è una resa precipitosa che non ci saremmo aspettati mai. Soprattutto dal Papa, che è (o dovrebbe essere) il massimo difensore dei simboli della nostra fede. Ma siccome il Papa non sbaglia mai, evidentemente ci siamo sbagliati noi. Ci siamo sbagliati a credere che esistesse Dio, Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra, ci siamo sbagliati a credere in Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, e nello Spirito Santo, che è signore e dà la vita, ci siamo sbagliati a professare il battesimo per il perdono dei peccati e aspettare la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Ci siamo sbagliati. Era meglio se credevamo ai carri armati dell’Urss.
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