2024-07-12
Sánchez tratta con il Vaticano per cacciare i monaci benedettini
Valle de los Caìdos (iStock)
Con la scusa della «memoria laica», la Spagna socialista mima azioni da guerra civile.«Proteggi i monaci della Valle dei Caduti», è la petizione lanciata in questi giorni dalla Fondazione spagnola degli avvocati cristiani. Il governo di Pedro Sánchez sta trattando con il Vaticano per ottenere l’allontanamento della congregazione dei monaci benedettini dalla ex Valle de los Caídos, ribattezzata Cuelgamuros nell’ottobre del 2022 quando entrò in vigore la legge sulla Memoria democratica, promossa dal Psoe e da Unidas Podemos. L’esecutivo conta di riuscire nell’impresa entro la fine del 2025, in coincidenza con il cinquantesimo anniversario della morte di Franco. Con la scusa di spazzare via ogni vestigia franchista dal gigantesco monumento a San Lorenzo de El Escorial (una sessantina di chilometri da Madrid), realizzato in memoria delle vittime della Guerra Civile, viene inferto un colpo durissimo ai fedeli. «Vogliono cacciare i monaci, coloro che hanno il compito di mantenere il culto cattolico nella Valle», è la protesta al piano di Sánchez che sta montando. La presenza dei benedettini dell’Abazia della Santa Croce ostacolerebbe il vero disegno del Psoe, cioè «togliere la croce più grande del mondo». Sul complesso, composto da una basilica cristiana e dall’abazia, svetta infatti un crocifisso di quasi 153 metri di altezza. Il governo vuole smantellare uno dei simboli più importanti della pur sempre cattolica Spagna? Purtroppo sì. L’obiettivo è trasformare Cuelgamuros in un centro laico. «Non possono esserci (i benedettini, ndr) in quel luogo e noi li faremo andar via», ha detto il ministro delle Politiche territoriali e della Memoria democratica, Ángel Víctor Torres, che ha anche chiarito che l’identificazione dello Stato con una determinata confessione religiosa «è stata superata». L’idea è anche quella di desacralizzare la basilica. L’islam avanza, allora è conveniente togliere i crocifissi dalle scuole e dai centri religiosi. Che siano tempi assai brutti lo conferma l’orrenda uscita del presentatore di Cadena Ser, Héctor de Miguel detto Quequé, che nel suo programma Hora Veintipico ha suggerito di «riempire di dinamite la Croce della Valle dei Caduti per farla volare in aria, preferibilmente di domenica, quando ci sono più persone». Fosse stato detto contro un simbolo dell’islam, sarebbe successo il finimondo invece solo gli avvocati cattolici hanno preso posizione denunciando Quequé.Mandare via i monaci non è cosa semplice. La Fundación de la Santa Cruz del Valle de los Caídos, di proprietà pubblica, e l’abbazia benedettina firmarono nel 1958 un concordato che coinvolge la Santa Sede e il governo di Spagna, in base al quale una ventina di monaci si trasferirono da Burgos nel complesso monumentale. I benedettini pregano per la pace tra gli spagnoli e per le anime dei caduti, accanto a quella che è «la più grande fossa comune della Spagna», come l’ha definita Francisco Ferrándiz del Consiglio superiore della ricerca scientifica (Csic), «un cadavere collettivo indissolubile».L’esecutivo non può spezzare unilateralmente l’accordo, Sánchez lo sa bene per questo nelle trattative con il Vaticano ha impegnato Félix Bolaños, ministro della Presidenza e responsabile per i rapporti con le confessioni religiose. Nel frattempo, il 2 luglio è stata istituita una commissione interministeriale che valuterà che cosa inserire a Cuelgamuros, una volta fatta piazza pulita degli edifici di culto. Quando il premier battagliò e ottenne di riesumare «el Caudillo» dalla Valle dei Caduti, l’avvocato della famiglia Franco, Luis Felipe Utrera-Molina dichiarò che si era creato un precedente «violando gravemente gli accordi tra la Chiesa e lo Stato spagnolo del 1979 che garantiscono l’inviolabilità dei luoghi di culto». Era solo un primo passo.
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