2021-06-02
La sana-clandestini della Bellanova è un disastro totale: emerso solo il 5%
Come previsto, a un anno dal varo, su 220.000 domande, rilasciati 11.000 permessi di lavoro. Tra colf e braccianti impazza il nero.I dati raccolti dal ministero dell'Interno, da prefetture e questure sulla sanatoria voluta dall'allora ministro all'Agricoltura di Iv ora vice alle Infrastrutture, Teresa Bellanova, a un anno dall'apertura della finestra di emersione per contrastare il lavoro nero per gli stranieri impiegati in agricoltura o come bandati, certificano il de profundis della misura. Delle 220.000 persone che hanno fatto richiesta, solo a 11.000, ovvero a un misero 5 per cento, è stato consegnato un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Ai braccianti, attirati dall'abbondante propaganda del governo Conte, è stato dato un bel calcio nel sedere ammantato dal buonismo che ha caratterizzato il governo giallorosso. A Roma c'è stato addirittura un tappo: alle 16.000 domande presentate non è corrisposto alcun permesso di soggiorno rilasciato. A mettere il sigillo sulla sonora bocciatura, che era stata annunciata da La Verità, sono proprio le associazioni e le Ong dell'ultrasinistra che hanno aderito alla campagna Ero straniero: Acli, Arci, Centro Astalli, Legambiente, Radicali Italiani, A Buon Diritto, Oxfam Italia, ActionAid, Asgi, Cnca, Fondazione Casa della carità, Federazione Chiese evangeliche in Italia, Cild, Ascs e Aoi. Diffondendo i dati ai quali hanno avuto accesso hanno tappato definitivamente la bocca a chi aveva creduto nella chimera prospettata dalla Bellanova. Che di recente ha continuato a difendere la sua leggina e al quotidiano online Today ha dichiarato: «Rifarei quella battaglia esattamente nello stesso modo e con la stessa determinazione. Ne vado fiera». Dal dossier, però, emerge che a Milano i numeri viaggiano rasoterra: su oltre 26.000 istanze, sono stati emessi poco più di 400 permessi. Anche a Bari non si festeggia: delle 4.993 domande, solo 980 sono andate a buon fine. E quella di Bari è considerata una delle migliori situazioni in Italia. A Firenze, su 4.486 domande ne sono passate 215. A Caserta, territorio particolarmente colpito da lavoro nero e caporalato, fenomeni che si voleva contrastare con la sanatoria, le 6.622 domande hanno prodotto solo 193 permessi di soggiorno. A Torino su 5.500 domande sono stati distribuiti 191 permessi. E quando non si vogliono affibbiare responsabilità, la colpa viene scaricata sulla burocrazia. C'è carenza di personale negli uffici dedicati dalle prefetture, nonostante le recenti assunzioni. «Il personale dedicato alle pratiche è insufficiente», denuncia il blocco di associazioni di Ero straniero. Inoltre, «la procedura» sarebbe «labirintica». Dove si inceppa la macchina? Prefetture e questure sarebbero ingolfate da procedimenti di ricongiungimento familiare e rinnovi di permessi di soggiorno. Ma era tutto ampiamente prevedibile. Ed era stata definita una sanatoria, perché gli stranieri in via di regolarizzazione godono, sino alla conclusione della procedura, di tutti i diritti connessi allo status di lavoratore regolare, con l'obbligo di iscrizione al Servizio sanitario nazionale. Anche se alcune strutture sanitarie rifiutano l'iscrizione in mancanza della dimostrazione dell'avvenuto versamento dei contributi. Niente prestazioni e niente vaccino. Insomma, è stato un flop su tutta la linea. «La situazione», denuncia il cartello di associazioni, «ha creato un vero e proprio fenomeno: quello delle badanti segregate in casa dai datori di lavoro per paura che uscendo possano contrarre il virus. Segregate in casa». L'altra faccia della medaglia è il mercato nero delle certificazioni richieste per inoltrare la domanda. C'è la clausola dell'idoneità alloggiativa che crea non pochi problemi agli stranieri che hanno scelto come proprio alloggio una baracca oppure stanze in cui vivono ammucchiati. Per ottenere il certificato pagano centinaia di euro a Caf disposti a taroccare i documenti. «La situazione è davvero sconfortante», commenta Massimiliano Iervolino, segretario dei Radicali italiani, che aggiunge: «Chiediamo al ministero dell'Interno di intervenire immediatamente per superare gli ostacoli burocratici e velocizzare l'iter delle domande e al Parlamento di discutere finalmente la proposta di legge di iniziativa popolare della campagna che prevede interventi a lungo termine per ampliare le maglie della regolarizzazione e favorire legalità e integrazione. Oppure dobbiamo pensare che per il governo fermare il lavoro nero non sia una priorità?». La bomba innescata da Bellanova alla fine è deflagrata nelle mani di Luciana Lamorgese. Il cartello ora chiede al governo di Mario Draghi di intervenire «per superare gli ostacoli burocratici e velocizzare l'iter delle domande». Ma non è l'unica pretesa: «Serve poi un intervento a lungo termine che permetta di ampliare le maglie della regolarizzazione e favorire legalità e integrazione a partire da uno strumento di emersione su base individuale». Che manderà ancor più in cortocircuito il meccanismo dei permessi di soggiorno. Nel frattempo il dossier di Ero straniero manda gli auguri di buon compleanno alla sanatoria flop firmata Bellanova.
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