2025-03-08
Tajani tifa il condono, Salvini cauto. Gli alleati dei dem vogliono le scuse
Salva Milano, il ministro degli Esteri: «Avanti sul ddl». Avs e M5s gongolano: «Fermiamo la norma».Sono giorni torridi per Milano. Mercoledì pomeriggio, dopo l’arresto di Giovanni Oggioni, ex dirigente del Comune accusato di corruzione, frode processuale, depistaggio e falso, la giunta milanese aveva reso noto che non avrebbe più sostenuto il disegno di legge chiamato Salva Milano, sostenuta a gran voce dalla maggioranza per superare l’impasse urbanistica meneghina, ora sotto i riflettori delle inchieste giudiziarie.E, a Roma, il botta e risposta politico si solleva come un grande coro di voci discordanti e con vicendevoli accuse. «Noi andiamo avanti con il Salva Milano, perché l’abbiamo sempre sostenuto», ha affermato ieri il vicepremier Antonio Tajani in conferenza stampa a Montecitorio. «Non si possono fare i provvedimenti in base a una vicenda giudiziaria che riguarda una persona», ha aggiunto, dichiarando di essere «favorevole al Salva Milano, indipendentemente dalle posizioni giudiziarie». Questo perché «siamo sempre garantisti, a differenza di altri, e lo siamo anche quando si tratta di amministrazioni di sinistra». In conclusione ha anche precisato che, nonostante sull’amministrazione di Milano «il nostro giudizio sia assolutamente negativo», tuttavia «non speculiamo sulle vicende giudiziarie. Se ci sono persone che hanno sbagliato, è giusto che paghino».Di avviso analogo sono le altre voci del panorama politico della maggioranza. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alessandro Morelli, ha ricordato come «il Comune di Milano ha chiesto di fare una norma per risolvere una situazione causata da loro e a questo punto ora tocca sempre a loro trovare una soluzione», sottolineando che la norma «è stata firmata dai deputati del centrodestra, sostenuta e votata dal Partito democratico alla Camera e, dunqu,e per questa ragione è stata bipartisan». D’altra parte, Matteo Salvini ha messo anche in luce il disagio delle «migliaia di famiglie che hanno comprato e pagato casa e che adesso rischiano di dover essere sbattuti fuori da casa loro». «Ho sempre osservato con grande perplessità, ma senza pregiudizi, il ddl Salva Milano», commenta il vicepresidente alla Camera dei deputati di Fdi, Fabio Rampelli, «e oggi la vicenda giudiziaria rafforza le perplessità. L’unica certezza in questo pasticcio è l’urgenza di una nuova legge urbanistica che approfitti di questo inciampo».Ma dal fronte della sinistra si alza uno stuolo di Cassandre, che lamentano di aver predetto il futuro ma di non essere stati ascoltati e che adesso ci si ritrova a dover pagare i cocci. Angelo Bonelli, leader di Avs, in un video su X ha segnalato: «Vi ricordate quando ho cantato Il ragazzo della via Gluck in Aula contro la legge Salva Milano, perché avrebbe sconquassato i piani regolatori? Ebbene, c’è stata un’iniziativa giudiziaria che ha scoperto che gli indagati erano quelli che la legge l’avevano scritta. Avevamo ragione noi a denunciare quel fatto ma oggi nessuno ci chiede scusa». Né manca chi invoca che la maggioranza di governo si fermi, come Peppe De Cristofaro, di Sinistra italiana: dando ragione ad Avs, resta fedele alla linea che vuole bloccare il Salva Milano.Per i 5 stelle, invece, è tempo di «chiudere definitivamente la stagione dei condoni mascherati». In una nota, i parlamentari pentastellati Elena Sironi, Gabriella Di Girolamo e Agostino Santillo si sono così espressi: «In mezzo a tante uscite quanto meno opinabili, il sindaco di Milano, Beppe Sala, una cosa corretta l’ha detta: bisogna mettere mano in maniera chiara e organica alle norme sull’urbanistica». Ragionevolmente, segnalano che «per farlo, però, bisogna lasciare da parte la sua inspiegabile tracotanza di questi mesi, e chiudere definitivamente la stagione dei condoni mascherati». «Nel capoluogo lombardo», si legge ancora nel comunicato, «gli uffici comunali hanno agito in questi anni con esagerata disinvoltura. Adesso al Senato è necessario condurre su un binario morto il disegno di legge Salva Milano: abbiamo chiesto formalmente alla presidenza della commissione Ambiente di rinviare sine die il termine emendamenti». Questa del Salva Milano è per loro «una legge folle e sbagliata».
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Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)