2022-01-15
Saltano i fornitori di energia italiani. Mosca minaccia l’ennesima stretta
I rincari hanno già spinto fuori dal mercato sei operatori. Coinvolti 500.000 clienti. Per la Castelli la soluzione è tassare gli extraprofitti delle società. Il Cremlino alza la voce con la Nato: in vista ulteriori tagli alle forniture.I distributori italiani di energia cadono come mosche schiacciati dai costi alle stelle di gas ed elettricità e Mosca minaccia di chiudere i rubinetti rischiando di peggiorare ancora di più la situazione. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ieri a Channel One Russia ha fatto sapere che il Cremlino risponderà alle nuove sanzioni imposte dagli Usa per la crisi ucraina a seconda della situazione specifica che si verrà a creare e che tutto questo avrà un impatto per Washington e per i suoi alleati occidentali. Lavrov ha poi chiesto che l’Alleanza atlantica comunichi per iscritto le proprie decisioni e si prepari, insomma, al peggio. «Naturalmente, risponderemo alle nuove sanzioni Usa», ha detto Lavrov. Durante la loro ultima conversazione telefonica Vladimir Putin ha detto al presidente americano Joe Biden: «Se prendete questa strada, distruggerete le nostre relazioni», ha ribadito il ministro. «Cosa succederà? Non vogliamo spaventare nessuno, prenderemo la nostra decisione a seconda della situazione specifica che si svilupperà a seguito delle azioni degli Stati Uniti e dei loro alleati occidentali», ha aggiunto, ribadendo che Mosca non aspetterà «all’infinito» una risposta sull’accordo di sicurezza.Il timore, chiaramente, è che la Russia, in un momento così difficile per il mercato dell’energia, scelga di combattere le decisioni Usa andando a colpire il mondo occidentale là dove oggi è più debole e cioè sull’energia e, in particolare, sul gas. Lavrov ha ricordato che le minacce degli Stati Uniti di imporre sanzioni contro la Russia sono arroganti e assurde. «Sono così arroganti e assurde che, secondo me, chiunque può capirlo. Il Congresso degli Stati Uniti ha preso decisioni di questo tipo più di una volta, quindi non escludo nulla», ha detto. La Russia, insomma, si prepara al contrattacco dopo che gli americani hanno aperto all’Ucraina l’ingresso nella Nato, spingendo l’espansione verso Est dell’Alleanza. Se, quindi, Putin decidesse di chiudere i rubinetti del gas, gli effetti potrebbero essere devastanti per molti italiani. Negli ultimi due mesi, 19 operatori di energia elettrica e gas hanno già interrotto le operazioni o rischiano di farlo, ha detto un portavoce dell’Associazione italiana dei distributori e commercianti di energia, con ben 500.000 clienti interessati.Solo da novembre, sei distributori italiani sono finiti schiacciati dai prezzi al galoppo. Il motivo è tanto semplice quanto disarmante. In Italia ci sono decine di fornitori che hanno scelto di vendere l’energia a tariffa fissa, spesso puntando su prezzi vantaggiosi. Oggi, con l’aumento repentino dei prezzi, sono in tanti a non reggere più la pressione con il risultato di non riuscire a rispettare gli accordi stipulati con famiglie e imprese. Così, come previsto dalla legge, i contratti non rispettati finiscono in mano ad altri operatori che possano far fronte a quanto promesso. D’altronde, anche senza eventuali rappresaglie da Mosca, l'Italia e l’Europa stanno già lottando con l’aumento del costo del gas, che ha anche avuto un impatto sulla produzione di energia. Il governo Draghi è intervenuto più volte per contenere l’impatto del picco sugli utenti finali, e potrebbe stanziare altri 3 miliardi di euro per aziende e famiglie che stanno lottando per pagare le bollette. Il problema è che, se già adesso gli sforzi messi in piedi dall’esecutivo non bastano, ora il rischio è che il mercato dell’energia collassi del tutto. Ieri, sul tema, il viceministro all’Economia, Laura Castelli, ha ribadito ai microfoni di Radio Cusano Campus che serve un pacchetto di misure contro il caro energia, a cui starebbe lavorando anche il ministro alla Transizione Roberto Cingolani. «Ovviamente», ha detto la Castelli, «la legge di bilancio è stata fatta, le risorse sono praticamente esaurite, c’è l’elezione del capo dello Stato... Sicuramente bisogna ragionare di altre risorse. Nel frattempo, bisogna ragionare su quello che non costa, che si può recuperare. Ci sono degli interventi che si possono fare per abbattere subito l’aumento di questi costi. L’atteggiamento dell’Europa è stato di dire: diteci cosa vi serve e proviamo a fare qualcosa, però io penso che si debba discutere in maniera più approfondita perché ne va di tutta l’economia europea», ha aggiunto Castelli. Dopo il danno, poi, la beffa, con l’inflazione che si sta mangiando potere d’acquisto a destra e a manca, anche sui prezzi dell’energia. «A questo si aggiunge anche il problema inflazione. Non è una cosa che vedremo scemare nei prossimi due mesi, per questo è anche bene studiare le misure perché bisogna fare interventi strutturali sull’impianto di come si costruiscono le bollette. Per quanto riguarda gli interventi a costo zero, stiamo ragionando su un contributo di solidarietà da parte dai produttori, fornitori e intermediari che lavorano nell’ambito dell’energia, stiamo lavorando sui meccanismi tecnici. Altra cosa che non è onerosa è quella che riguarda le aste di proventi di CO2. Aumenti causati dalla transizione ecologica? Non mi risulta che sia questo il problema, la transizione ecologica si deve fare, non se ne esce», ha concluso il viceministro. In una situazione tanto complicata, il Mef sta valutando di tassare gli extra profitti delle società che producono energia, una strada tentata anche in Spagna e Francia ma che ha dato ben pochi risultati. Insomma, se già prima il costo dell’energia rischiava di essere alle stelle, ora, tra crisi ucraina e inflazione, la situazione per elettricità e soprattutto gas per gli italiani rischia di essere molto grigia. Il governo, magari dopo le elezioni al Quirinale, sarà con ogni probabilità costretto a fare nuovo deficit per correre ai ripari ed evitare il disastro.
Roberto Burioni ospite a «Che tempo che fa» (Ansa)
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