2024-09-22
Causa per bancarotta e debiti con lo Stato. Sala dà a Lady Mostre i top eventi di Milano
Iole Siena e Beppe Sala (Imagoeconomica)
Iole Siena è a processo, ma con Arthemisia espone Munch a Palazzo Reale. Da Dario Franceschini 9 milioni di aiuti Covid.A febbraio del 2025 si terrà la prima udienza del processo per bancarotta fraudolenta a carico di Iole Siena. La manager, ribattezzata «Lady Mostre», è entrata nel mirino della magistratura per i conti poco trasparenti di una controllata della sua Arthemisia («azienda leader nazionale nella realizzazione di eventi», si legge sul sito) che neanche a farlo a posta si chiama «Mostreitalia Srl». Siamo nell’imminenza del lockdown e Mostreitalia, pesantemente indebitata con alcuni fornitori, per uscire dall’impasse chiude un concordato con il tribunale fallimentare. Tutto risolto? Neanche per idea. Tant’è che dopo aver scartabellato tra i conti del gruppo e aver sentito la stessa Siena, gli inquirenti della Procura di Roma stanno ancora cercando di capire dove siano finite un bel po’ di risorse iscritte a bilancio ma pare mai entrate nelle casse della società. In attesa che i pm capitolini portino avanti il loro lavoro, non si può non ricordare che nel 2009 un’altra società che nella quale aveva un ruolo di rilievo «Lady Mostre» era finita in liquidazione e aveva, causa debiti, chiuso i battenti. Arthemisia Srl (sulla denominazione aziendale manca evidentemente fantasia) aveva, tra gli altri ammanchi, circa un milione da restituire allo Stato. È lo Stato infatti a opporsi all’omologa dell’accordo, il giudizio finisce così alla Consulta che nel 2013 ne dichiara il fallimento. Così come va evidenziato quanto successo a un’altra creatura della stessa manager. Questa volta tocca ad Arthemisia Group (amministratore unico Iole Siena) depositare nel novembre del 2017 una nuova richiesta di concordato preventivo al Tribunale di Roma. I motivi sono sempre gli stessi, forti debiti con i fornitori. E anche il finale è simile: il fallimento datato 2019. Complessivamente parliamo di quasi 10 milioni di debiti non saldati: 5,5 verso i fornitori e più di 4 con l’Erario. Con storie di richieste di concordati, fallimenti e inchiesta per bancarotta fraudolenta che ovviamente si intrecciano. Eppure i rapporti della Siena con la cosa pubblica non si sono mai interrotti. I contatti in giro per l’Italia non mancano e uno degli epicentri del business è sicuramente Milano, vista Palazzo Marino. Solo negli ultimi tre anni l’amministrazione guidata da Beppe Sala ha affidato ad Arthemisia (oggi i conti del gruppo sono in ordine) ben sei mostre. Si parte da «Monet» e le «Signore dell’arte» nel 2021 e si arriva fino all’esposizione di «Oliviero Toscani. Professione fotofrago», «Bill Viola», «Leandro Erlich» e l’ultima entrata, uno dei fiori all’occhiello del gruppo, da metà settembre fino al 26 gennaio «Munch. Il grido di dolore» sarà protaogonista nelle sale del Palazzo Reale. Non che scorrendo le lancette dell’orologio un po’ più in là fossero mancate le collaborazioni. Nel 2019 c’era stato «Leonardo. La macchina dell’immaginazione» e nel 2016 l’esposizione delle opere dell’artista olandese Maurits Cornelis Escher. Ma numeri alla mano è negli ultimi anni che il rapporto si è infittito. E del resto non si può dire che Iole Siena non abbia agganci con la politica e con le amministrazioni comunali italiane, in particolare quelle di centrosinistra, Milano e Roma. Sul suo profilo Instagram nel maggio scorso è spuntata una foto che la ritrae con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La sua è una rete di rapporti che varia da destra a sinistra, passando per Vittorio Sgarbi ma anche e soprattutto per l’ex ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. Caso vuole che nonostante le precedenti procedure fallimentari e il processo per bancarotta fraudolenta, nel 2021, in piena emergenza Covid 19, ben tre società del gruppo Arthemisia abbiano ricevuto più di 9 milioni di euro di ristori proprio dall’ex ministero dei beni Culturali, Franceschini appunto. Aiuti a fondo perduto per il ristoro di mostre cancellate che destarono più di qualche domanda tra gli addetti ai lavori che in quei mesi facevano fatica ad andare avanti per l’ondata di manifestazioni ed eventi annullati per colpa della pandemia. La fetta dei ristori se la spartirono in pochi. Le società di Siena, nonostante i guai giudiziari incassarono quasi il 18% del totale che fu di poco superiore ai 70 milioni di euro. Sul Fatto Quotidiano emerse persino che oltre ai fallimenti, nel 2017 c’era stata una vertenza fra Arthemisia e 24Ore Cultura che aveva convinto la società del Sole a portare avanti un’azione di responsabilità contro l’ex amministratore delegato Natalina Costa, che fu accusata di aver danneggiato l’impresa proprio a favore di Arthemisia. I rapporti più stretti a Milano, Iole Siena li vanta sicuramente con Domenico Piraina, eccentrico e inconfondibile dirigente di Palazzo Marino che da decenni (entrò in piazza Scala tramite concorso nel 1984 ndr) si occupa del settore culturale milanese, vantando anche la direzione di musei come Palazzo Reale o Palazzo della Ragione, ma anche progetti come Museocity o Artweek. Cappello di paglia in testa, gilet bohemien d’ordinanza, Piraina è considerato come una specie di cardinale del mondo dell’arte all’interno del comune di Milano. Un mondo ristretto, certo, ma non si può non evidenziare che mentre Arthemisia organizzava mostre con il comune di Milano in collaborazione proprio con il dirigente Piraina, lo stesso dirigente curava per conto di Arthemisia mostre in Calabria. Nel 2018, infatti, la mostra «Escher- La Calabria Il mito», veniva «organizzata dal comune di Catanzaro con il Gruppo Arthemisia, e con il contributo della Regione Calabria, curata da Federico Giudiceandrea» e appunto «Domenico Piraina». La stessa cosa è successa nel 2021, con Chagall-La Bibbia, sempre organizzata da Arthemisia e curata dallo stesso Piraina. Nel mentre, come evidenziato, la società della Siena esponeva, da Leonardo a Monet fino a Oliviero Toscani, le opere di diversi artisti nel milanese Palazzo Reale. «Non lavoriamo certo solo a Milano», risponde gentilmente la manager alla richieste di chiarimenti della Verità, «organizziamo mostre in tutta Italia, dalla Sicilia per arrivare fino a Roma e Trieste. Proprio in queste ore siamo su Bologna. A Palazzo Reale (Milano ndr) c’è una rotazione costante e non mi risulta che ci vengano affidati più eventi rispetto a quelli riservati alla concorrenza, anzi. Del resto noi paghiamo il Comune per curare le esposizioni (come fanno tutti gli altri gruppi che poi si assumono il rischio di impresa ndr). Il fallimento di Arthemisia Group? È una vicenda dovuta a cause terze, una grande azienda che non ci ha pagato diversi milioni di euro, ma sono sicura che chiariremo tutto. Detto questo ci tengo a evidenziare che le società di oggi non hanno alcun tipo di problema e le attività che portiamo avanti sono completamente indipendenti dalle situazioni precedenti». Il Comune di Milano, interpellato dalla Verità, ha preferito non commentare.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)