2025-07-18
Sala indagato, il Pd lo molla
Beppe Sala (Getty Images)
L’inchiesta per corruzione si allarga: 74 iscritti. L’assessore all’Urbanistica pronto a dimettersi, però Beppe si prende il weekend: lunedì riferirà in Consiglio. La sinistra - con poche eccezioni - non ha nessuna intenzione di difenderlo: adesso lascerà la poltrona?Non capisco che cosa aspetti Beppe Sala a levarsi di torno. Non solo parte della cricca dell’urbanistica comunale rischia la settimana prossima di finire dietro le sbarre, ma lui stesso è indagato. A un anno dall’inizio dell’inchiesta, dopo una serie di tentativi messi in atto dallo stesso sindaco di Milano per fermare i pm con una legge ad personam, vale a dire un colossale condono che salvasse la sua giunta, lo scandalo dell’edilizia facile si sta allargando sempre di più. Sono 74 le persone indagate, oltre 150 i cantieri sotto sequestro, mentre sugli oneri di urbanizzazione «regalati ai costruttori» girano cifre da capogiro. Luigi Corbani, ex vicesindaco di una giunta di sinistra del passato, ha calcolato che in 15 anni Milano ha perso all’incirca un miliardo e mezzo di euro in opere di urbanizzazione, mai fatte e neppure monetizzate, mentre con i soli palazzi nel mirino della magistratura il Comune avrebbe potuto incassare 150 milioni. «La città attrattiva che tanto piaceva a Sala», spiega lo stesso Corbani, «è una metropoli che fa pagare cifre bassissime a chi vuole costruire e regala terreni attorno a San Siro per valori di poco superiori ai 400 euro al metro quadro». Ma lo scandalo non si risolve nella curiosa pratica di considerare ristrutturazioni le edificazioni di grattacieli là dove sorgevano edifici a due piani, senza chiedere ovviamente un euro in cambio. No, c’è anche l’incredibile commistione tra vigilato e vigilante, con conflitti di interessi tra progettisti, costruttori, politici e controllori. Tutti amici, tutti compagni, tutti pronti ad autorizzare ciò che secondo la Procura non è autorizzabile.Certo, un’inchiesta non è una sentenza di condanna e tutti vanno ritenuti innocenti fino a che non intervenga un pronunciamento definitivo. Ma nelle intercettazioni si sentono professionisti che sono inorriditi di fronte alla prassi che loro stessi sono chiamati a giustificare, dando via libera alla realizzazione di veri e propri ecomostri nei cortili di alcune abitazioni. Architetti e commissari riconoscono che in nessun altro angolo d’Italia si è consentito di tirar su casermoni senza alcuna concessione edilizia e senza un’analisi dell’impatto ambientale sulla città. Nelle carte dell’indagine si possono leggere le trascrizioni in cui si parla di un Piano di gestione del territorio ombra, che cioè travalica quello ufficiale. Perfino chi è definito un faccendiere, in realtà il capo della famosa commissione paesaggio, quella che deve valutare e autorizzare, a un certo punto tentenna e sembra dubbioso di fronte alle pressioni delle archistar. Ma poi, data l’insistenza e forse anche qualche cosa di più, le perplessità svaniscono e insieme ad esse evaporano anche le correzioni richieste ai progetti. Ciò che non si dissolve, a quanto pare, sono le parcelle, che nelle ricostruzioni dell’indagine appaiono generose. Si ride, si scherza e soprattutto si fattura. E di fronte a tutto ciò, il sindaco più glamour d’Italia, il politico con il calzino multigender e leader ambizioso con nel cassetto il sogno di diventare premier, che fa? Dopo averci per anni informato, tramite Instagram, di ogni sua attività, fosse anche quella di come mescere un gin tonic, tace. Deve riflettere. Ha bisogno di un weekend per capire. Dopo la notizia che la Procura progetta una retata e che vorrebbe mettere al gabbio anche il suo assessore alla degenerazione urbana, Sala si è concesso solo una breve e indignata dichiarazione. Offeso non per quello che emerge dall’inchiesta e nemmeno per le pratiche poco ortodosse che avrebbero fatto perdere centinaia di milioni al Comune da lui amministrato. No, sua maestà il sindaco trova «allucinante» dover apprendere di essere indagato leggendo i giornali. Ma come? Sono quasi 35 anni che in Italia i pm consegnano gli avvisi di garanzia a mezzo stampa e Sala se ne accorge solo ora? Non è forse la sua parte politica che si è sempre opposta a qualsiasi provvedimento che limitasse l’uso e l’abuso delle intercettazioni? Non sono forse Sala e compagni ad aver sostenuto il diritto all’informazione contro ogni intervento che colpisse la fuga di notizie dalle Procure? Beh, ora il sindaco e la sua parte politica raccolgono i frutti di ciò che hanno seminato. Chi non li raccoglie sono i milanesi, i quali hanno perso oneri di urbanizzazione e si ritrovano una città paralizzata, dalle inchieste e dagli errori.Per questo torno alla domanda iniziale: che altro deve accadere perché Sala si levi di torno e la smetta di far credere che le indagini stanno fermando lo sviluppo di Milano? A fermarlo sono semmai le sue decisioni sbagliate unite a quelle che, seppur sollecitate da più parti, non arrivano.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci (Imagoeconomica)
Orazio Schillaci e Giuseppe Valditara (Ansa)