2023-05-26
Nelle Rsa le restrizioni Covid non vanno più via
Orazio Schillaci (Imagoeconomica)
Il 5 maggio l’Oms ha dichiarato finita l’emergenza, ma in molte strutture per anziani rimangono limitazioni di tempo, modalità e prenotazione delle visite introdotte in pandemia ma che ora non hanno giustificazioni.Lo scorso 5 maggio l’Oms ha dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria internazionale, ma nelle strutture per anziani la notizia non deve essere ancora arrivata. In molte Rsa, infatti, rimangono limitazioni da pandemia che non hanno giustificazioni. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha imposto la mascherina Ffp2 fino al prossimo 31 dicembre per chi vi lavora e per i visitatori, ma non ha mai detto che debbano continuare le misure restrittive. In realtà, non si è espresso proprio, lasciando che permanga una situazione spesso vergognosa. Così, accade che pochi giorni fa una circolare del dg della Sanità del Veneto, Massimo Annicchiarico, sia stata spedita alle aziende sanitarie invitando a «rimuovere le restrizioni o le limitazioni non giustificate dall’attuale fase».Il documento non dice di togliere divieti, siamo sempre alla raccomandazione «che lascia discrezionalità». Come dire, ancora una volta, che ogni struttura decide per sé. Le risposte che ci ha fornito un campionario di Rsa confermano che siamo ancora ben lontani dalla normalità in residenze dove i nostri anziani hanno subito un lunghissimo e doloroso isolamento, e hanno un disperato bisogno di vedere volti cari.Alla Casa di riposo Santissima Concezione e alla residenza Domiziana di Genova la riapertura è avvenuta solo questa settimana. Fino alla scorsa, visite su appuntamento e limitate a 45 minuti. Al Centro servizi anziani Mantegna di Campodarsegno, nel Padovano, invece è sempre richiesto l’appuntamento «una settimana prima se online», altrimenti con due giorni di preavviso. «Non siamo fiscali», ci fanno sapere, «gli incontri possono durare anche un po’ di più di 45 minuti».Ma quello era l’intervallo di tempo concesso nell’agosto del 2021 dall’allora ministro della Salute, Roberto Speranza. Una sua circolare permetteva ai famigliari di visitare gli anziani nelle strutture, ogni giorno e per «un tempo congruo» di 45 minuti. Sempre con green pass, però allora sembrò un segnale di apertura. A distanza di più di tre anni dall’inizio della pandemia, con la fine stato d’emergenza in Italia del 31 marzo 2022 e quella disposta dall’Oms a livello mondiale tre settimane fa, non c’è ragione perché le visite debbano proseguire con il contagocce. Alla Casa Serena di Capurso, Bari, «bisogna prenotarsi perché per ora non si può fare assembramento», ci spiegano. Gli ospiti della struttura sono 60, si accettano solo 4 visitatori per ciascuna delle quattro fasce orarie giornaliere. Prenotazioni da una settimana all’altra «o se si ha la pazienza di chiamare tutti i giorni, magari c’è un posto libero e si può venire». Un solo salone dove stare durante l’incontro, nessun accesso alle stanze dove alloggia la propria mamma o il nonno che magari non se la sente di alzarsi dal letto. La mascherina non dovrebbe bastare a proteggere la persona fragile? «Nelle Rsa si sono abituati a stare senza parenti», commenta Mirko Damasco, presidente di Salvagente Italia. Durante la pandemia aveva molto combattuto, anche con due digiuni contro Speranza, per ottenere la riapertura di ospedali e Rsa alle visite dei parenti. «Se il ministro non parla chiaro, dando disposizioni di togliere le restrizioni, nessuno ascolterà semplici raccomandazioni. Schillaci ha dato ancora più potere ai direttori sanitari di decidere come meglio credono», asserisce Damasco. Basta sentire che cosa ti rispondono nelle strutture, ovvero che «dipende dall’Asl», la scelta di imporre ancora una prenotazione per far visita al parente anziano. Lo ripetono anche alla Casa di riposo Le Querce a Manziana, una quarantina di chilometri da Viterbo. «Può vedere sua mamma ma solo su appuntamento», precisano. Visite prenotate e una sola volta alla settimana «perché gli ospiti sono tanti». Non si entra nella camera del congiunto, unicamente negli spazi comuni. Cambierà la situazione? «Dobbiamo capire che cosa deciderà la Asl del Lazio», è la risposta. Anche alla Rsa Villa Rita sulla Cassia, a Roma, bisogna prenotarsi. E incontrare il parente anziano «solo all’esterno, ovvero in giardino adesso che c’è la bella stagione, altrimenti nel gazebo posizionato accanto all’ingresso». In quel fabbricato è possibile un solo incontro alla volta, quindi gli altri ospiti devono aspettare che ci sia posto in lista per vedere un famigliare.Addio spontaneità dell’incontro, addio alla scelta di decidere una visita all’improvviso, pure sempre negli orari indicati, perché si finisce prima dal lavoro o perché il genitore al telefono è sembrato particolarmente triste e gli si vuole fare la sorpresa di un abbraccio. Si cambia Rsa ma non la procedura, ancora da regime Covid. A Villa Santa Monica di Bagno a Ripoli, Firenze Sud, visite solo su appuntamento «anche due giorni prima è possibile, però ci si deve prenotare per evitare affollamenti nella struttura. Nessuna visita in camera», è il ritornello proposto. Regole che non esistevano prima della pandemia e che invece vengono tenute in piedi malgrado non compaiano in decreti ministeriali. Rimangono anche nelle documentazioni online, mai modificate. Come per la Rsa Gianà a Qualiano, Napoli, ferma alle sospensioni visite del 31 marzo 2020. Al telefono, poi, spiegano che adesso «basta prenotare, anche da un giorno all’altro. Se ci sono molti familiari di altri anziani, si ha a disposizione una mezz’ora. Altrimenti un’ora».C’è una spiegazione sanitaria alla limitazione? «Queste restrizioni non hanno senso nella ritornata normalità», protesta Damasco. Afferma di avere inviato almeno una decina di Pec, ma da Schillaci non è mai arrivata una risposta. «Almeno con Speranza si litigava, su distanze siderali. Questo ministro, invece, si limita a innalzare un muro di silenzio».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.