2020-11-30
Rovinare le preghiere è un attacco alla fede
Dopo aver inventato le litanie per i migranti (islamici), il Papa scombussola il Padre Nostro, neutralizza il Gloria e infila la rugiada nella consacrazione. La Chiesa 3.0 ha la fissa di rendere il cristianesimo carino e petaloso. A costo di scardinarlo dalle fondamenta.Solacium migrantiumIl 20 giugno le Litanie lauretane sono state modificate: sono quella sequenza di invocazioni alla Madonna a cui occorre rispondere «ora pro nobis», prega per noi, costituiscono una parte importantissima dell'importantissima preghiera che è il Rosario. Modificare le Liturgie lauretane significa modificare il modo in cui i credenti pregano, entrare nel loro dialogo con l'infinito, con parole a volte imparate dai genitori e dai nonni. Si può modificare una preghiera solo per ragioni serie e gravi, e deve essere fatto con grazia, con la Grazia, con la voce del Papa che spiega perché, non con la malagrazia di un comunicato che contiene una menzogna, una contraddizione e un'assurdità liturgica. La mancanza di rispetto a come i fedeli sono abituati a pregare è un segnale tragico, un'aggressione alla fede già avvenuta con il Pater Noster, preghiera cardine del cristianesimo, che deve contenere le parole «non ci indurre in tentazione». Dio induce in tentazione, Abramo è stato indotto in tentazione, Giobbe è stato indotto in tentazione, perché è dalla battaglia che passa la nostra forza, ma è lecito chiedere di essere risparmiati. Le innovazioni proposte da Bergoglio sono tre in una volta, con una mancanza di solennità, visto che il Papa non si prende nemmeno il disturbo di comunicarlo personalmente, ma lo fa fare al cardinale Robert Sarah, prefetto per il culto divino, una sciatteria che diminuisce e deride l'importanza meravigliosa delle Litanie lauretane, per Colei cui sono dirette e per i milioni di fedeli - io sono tra questi - che le recitano ogni giorno, col cuore pieno di gioia. Si coglie una strana incoerenza nel passaggio della lettera ufficiale spedita dal cardinale Sarah che dice «il Sommo Pontefice, accogliendo i desideri espressi, ha voluto...». I desideri di chi? La prima invocazione inserita da Francesco, Mater Misericordiae, me la ricordo quando recitavo il Rosario con mia madre, quindi è deliziosamente falso che sia nuova. La seconda invocazione, Mater Spei, potrebbe avere una sua grazia, ma dovrebbe esserci un motivo storico preciso e spiegato con precisione. La terza è la più critica, Solacium Migrantium, «conforto dei migranti»: questa invocazione è un chiaro riflesso dell'ideologia immigrazionista di Bergoglio, molto allineato alla strategia dei poteri forti mondialisti, a favore del processo d'immigrazione forzata a cui stiamo assistendo, piega al suo personale orientamento addirittura il Rosario. Il migrante è elevato a figura di universalità e perennità. L'invocazione Rifugium Peccatorum, è universale, tutti siamo peccatori, l'invocazione Solacium Migrantium è teneramente ridicola. Maria china il suo sguardo pietoso su chi si sposta. Chi resta sulla propria terra perché la ama, perché vuole combattere per lei o più drammaticamente perché è troppo povero per spostarsi, lascia la Madonna indifferente. Chiunque si sposti per motivi economici, di business, di spaccio e/o mendicità, per mettere sulle strade prostitute ragazzine a subire di tutto, per fare a pezzi Pamela e metterla in due trolley, per il solo fatto di spostarsi da casa sua è sotto lo sguardo benevolo di Maria: la beatificazione del migrante. Il santo Rosario e le Litanie sono invocazioni che i cristiani rivolgono per sé o per i fratelli cristiani perseguitati o sofferenti. Leggendo i Vangeli si scopre che solo dal Figlio si arriva al Padre, solo chi crede in Cristo diventa figlio di Dio e fratello degli altri cristiani. Qui siamo alla cristianità annientata, la fede in Cristo è irrilevante, quello che conta è lo status di migrante, la Chiesa diventa la parodia di un'agenzia Onu e questo è drammatico perché già l'Onu, in realtà, è una parodia. I migranti, che per la nuova Chiesa 3.0 sembrano essere una nuova categoria antropologica, dotata di caratteri permanenti e specifici, sono per lo più islamici. Siamo di fronte al tentativo d'imporre valori che con la fede cattolica non hanno nulla a che fare: le banlieue in fiamme, la gente assassinata sul lungomare di Nizza, i ragazzi bianchi bastonati nelle periferie, un sacerdote sgozzato sul suo altare, un nuovo tipo di mafia, un nuovo tipo di violento antisemitismo, la conquista demografica dell'Europa. Contempliamo il fatto che durante una supposta pandemia il tessuto sociale, economico e religioso del popolo italiano è stato distrutto, eppure le frontiere sono restate spalancate, per ricevere i migranti. La distruzione dell'Italia è funzionale allo spostamento qui di grosse masse islamiche, in maggioranza maschi in età militare. Quello che mancava a queste persone lo ha fornito la sempre più incredibile Chiesa 3.0: lo status di figli prediletti della Madonna. Quindi chiunque di noi osi esprimere perplessità sui simpatici nigeriani che ai giardinetti vendono eroina tagliata col fentanyl sarà linciato sugli altari, gli stessi altari su cui preti indegni agli ordini di vescovi indegni hanno profanato il Corpo di Cristo toccandolo con i guanti monouso. Quelli che poi finiscono nella spazzatura. Simpatici vescovi terrorizzati anche dalla propria ombra si precipitano a chiudere le chiese nel terrore dell'epidemia. Eppure il cristianesimo era una religione di gente che andava a farsi sbranare dai leoni pur di non tradire Cristo. I vescovi tradiscono Cristo impedendo le messe. Una suora salesiana cinguetta che del Natale si può fare a meno, il che vuol dire che anche San Giovanni Bosco, insieme a San Francesco e a Sant'Ignazio di Lojola, si sta rivoltando nella tomba. Nell'Apocalisse è scritto: «Quelli tiepidi li vomiterò dalla mia bocca». Quelli tiepidi per l'amore per Cristo.Modificare le parole con cui i fedeli hanno pregato per secoli è un gesto grave, ancora più grave è modificare la messa. Da ieri, prima domenica dell'Avvento, il Gloria dice: «Pace in terra agli uomini amati dal Signore» e non più «agli uomini di buona volontà». Dio ama tutti gli uomini, anche chi tortura bambini e commette atti di terrorismo e genocidi, sperando fino all'ultimo istante delle loro vite nel pentimento per poterli accogliere. Ma la pace di Dio è solo agli uomini di buona volontà, a coloro che cercano di fare la Sua volontà: qui ci siamo di nuovo con le palate di appiccicosa misericordia del tana libera tutti, l'inferno non c'è, la pace di Dio a tutti. Qualcuno si ricordi che negare l'esistenza dell'inferno, garantire la salvezza a tutti senza loro merito è un peccato dello spirito, un peccato per cui non c'è salvezza, perché fa perdere anime. La frase «beati gli invitati alla cena dell'Agnello», con le parole «agnello» e «cena» nella stessa frase, spingerà a pensare all'abbacchio. Ma il pezzo migliore è la rugiada. Nella consacrazione lo Spirito Santo agisce attraverso il sacerdote: la sua azione è espressa dalla chiara e perfetta dizione «l'effusione del tuo Spirito». Da ieri, si deve dire «santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito». Già Paolo VI aveva cercato di introdurre l'incomprensibile rugiada, «Haec ergo dona quaesumus, Spiritus tui rore sanctifica», ma non se ne fece niente. Evidentemente la Chiesa post conciliare ha una passione per contraddire e modificare e per rendere il cristianesimo etereo, rugiadoso, petaloso e tanto carino, anche a costo di scardinarlo dalle fondamenta. La rugiada non è solo buffa, ha un potente significato alchemico massonico. Addirittura, secondo alcuni, modificando le parole in maniera così assurda, la consacrazione non sarebbe valida. Secondo questa corrente di cattolici, la messa diventa senza sacrificio e si entrerebbe in quello che Daniele chiama l'abominio della desolazione, e resterebbero valide solo le messe recitate in latino con i messali tradizionali. Una sola domanda: perché? Perché modificare? Perché confondere?Sancta Dei Genetrix Auxilium Christianorum, ora pro nobis.