2018-07-13
Roma fuori dall’isolamento spaventa l’Ue. Che replica da par suo: gufando sui conti
Il nostro peso specifico è cresciuto. Ma Bruxelles: «Siete ancora instabili, Pil in calo».Matteo Salvini a Innsbruck firma un patto «tra volenterosi» con Austria e Germania: ridurre le partenze per fare arrivare solo chi ha diritto all'asilo. L'intesa ha prodotto un risultato concreto: l'Europa si impegna a potenziare Frontex e a rendere più facili i rimpatri.Lo speciale contiene due articoliIl vicepremier Matteo Salvini ieri è stato a Innsbruck. È stato il suo primo consiglio Ue da ministro dell'Interno. Prima di sedersi al grande tavolo rotondo aveva già fatto colazione con il collega tedesco, Horst Seehofer, e quello austriaco, Herbert Kickl. I tre non si sono soltanto stretti le mani a favore di fotografi, nella sostanza si sono impegnati a coordinare le mosse future in modo da non danneggiarsi reciprocamente e spingere su Bruxelles per rivedere l'intera questione dei migranti. L'accordo, al momento politico, prevede che Germania e Austria non rispediscano a Sud gli immigrati clandestini e dunque indesiderati e di conseguenza non sigillino i confini di terra fino a che l'Italia non abbia risolto con la collaborazione degli altri Paesi membri l'afflusso dalle acque libiche. Salvini dal canto suo chiede che un clandestino che sbarca in Italia debba essere considerato come giunto sul territorio europeo e non italiano. L'austriaco ha rincarato la dose: «Fare in modo che in Europa in futuro arrivino solo persone veramente vulnerabili», dice Kickl. Parlando con i giornalisti stranieri, si è lasciato scappare una proposta di lavoro: vietare le richieste di asilo in Europa. Il vertice del pomeriggio ha accolto i tre rappresentanti dell'asse in modo freddo, d'altronde rappresentano la totale rottura degli schemi fino a qui applicati. Non è un caso se l'opposizione politica nei singoli Stati si sia scatenata ieri. La sinistra accusa sostanzialmente Salvini di essersi infilato in un cul de sac che si chiama Brennero. In realtà non riusciamo a vedere alcun aspetto negativo dell'accordo programmatico. Allo stesso Seehofer fa comodo rispettare le promesse di ieri perché gli servono a fronteggiare l'avversario interno Angela Merkel. I giornali di sinistra così come i vertici del Pd continuano a ripetere che ora l'Italia è isolata nell'Ue. Duole loro ammettere che le alleanze cambiano, ma soprattutto che se ne sta formando una nuova molto più forte ed efficace di prima. Gli Usa non sono mai stati così vicini a Roma e viceversa. È stata una netta inversione di tendenza rispetto alla sudditanza politica a Parigi e Berlino. Salvini e Conte non riuscirebbe a invertire la rotta di Bruxelles se non avessero alle spalle il sostegno pesante di Donald Trump. Chi pensa che sia solo un'alleanza tra sovranisti e populisti dovrà rivedere le proprie opinioni. A suggellare il nuovo matrimonio (che si consuma dentro la casa della Nato) sono state due figure di spicco delle istituzioni che nulla hanno a che fare con il governo gialloblù. Se ieri il premier Giuseppe Conte ha chiesto apertamente l'intervento degli Stati Uniti nella gestione dei flussi migratori dal Magreb è perché dal vertice di Tallin di 10 giorni fa il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ribadito quanto la Nato sia un faro nella nebbia e al tempo stesso quanto l'Italia si impegnerà a rafforzare il lato transatlantico dell'Alleanza. Alias, i rapporti con la Casa Bianca. Se non bastasse, l'uomo dei carri armati di Praga, Giorgio Napolitano, in una recente intervista sembra aver cambiato opinione su Trump. E il presidente emerito non esterna mai nulla per caso. Per tutti questi motivi le accuse di isolamento di Roma, nascondono, in realtà, da parte della sinistra italiana e dell'establishment Ue, l'incapacità di capire dove andrà a posizionarsi l'Italia. E nascondo il timore che il nostro Paese diventi strumento di rottura dell'asse tra Parigi e Berlino sui temi dei dazi, dell'energia e soprattutto delle spese militari e che alla fine dei giochi ne abbia un vantaggio diretto. Avere il sostegno dell'economia e degli investitori a stelle e strisce per Roma vale immensamente più delle briciole che cadono dal tavolo francotedesco. Non è nemmeno un caso che ieri Bruxelles si sia affrettata a rivedere al ribasso le stime di crescita del nostro Pil, ricordando che l'economia tricolore rimarrà il fanalino di coda per tutto l'anno in corso. L'Ue si preparare a mettere tutti i paletti possibili alla Finanziaria di ottobre.Claudio Antonelli<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/roma-fuori-dallisolamento-spaventa-lue-che-replica-da-par-suo-gufando-sui-conti-2586107053.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="litalia-ha-due-alleati-contro-i-clandestini" data-post-id="2586107053" data-published-at="1757650954" data-use-pagination="False"> L’Italia ha due alleati contro i clandestini Il debutto di Matteo Salvini sul palcoscenico internazionale si conclude con un successo, anche se i commenti del vicepremier italiano sono improntati al più sano realismo. Salvini alla conclusione del vertice informale dei ministri dell'Interno dell'Unione europea, che si è svolto a Innsbruck, rifugge toni trionfalistici e ripete più volte di voler aspettare che alle parole seguano i fatti, ma il leader della Lega ha ottimi motivi per essere soddisfatto. La riunione ha prodotto alcuni risultati concreti sul fronte del contrasto all'invasione di immigrati: i ministri si sono impegnati a rafforzare il controllo del Mediterraneo, con il potenziamento di Frontex, e a rendere meno complicati i rimpatri. «Rafforzeremo», sottolinea al termine del summit il commissario europeo per l'immigrazione, Dimitris Avrampoulus, «le dotazioni delle nostre forze a protezione dei confini, sia in termini di personale che di dotazioni tecniche, e collaboreremo con partner extra Ue per la ricerca e il soccorso in mare». Salvini non si accontenta delle promesse e vuole vedere per credere: «Di impegni dell'Europa», commenta più volte, «negli anni ne abbiamo sentiti tanti, attendiamo che si concretizzino». Non c'è solo il capovolgimento dell'agenda europea, che si allinea alle necessità italiane, a rappresentare un ottimo risultato: si è irrobustito il patto Roma-Vienna-Berlino, anche se Salvini non ha ceduto alle pressanti richieste tedesche sui cosiddetti «movimenti secondari». Alle 7.30 si riuniscono Matteo Salvini, il collega austriaco Herbert Kickl e quello tedesco, il «falco» bavarese Horst Seehofer. Il trio dei «duri» vuole stabilire un fronte comune per poi presentarsi compatto al vertice plenario. Per Salvini la partita è difficile: da una parte l'asse con Vienna e Berlino e la sinergia con il gruppo Visegrad (Ungheria, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca) è la stella polare della politica europea italiana, ma dall'altra la priorità di Seehofer sono i «movimenti secondari»: il ministro tedesco vuole che gli immigrati arrivati in Germania dopo essere stati registrati nel Paese di «primo approdo», che nella stragrande maggioranza dei casi è l'Italia, vengano rispediti indietro. Salvini tiene duro: «Alla gentile richiesta del collega tedesco Seehofer», dice il vicepremier italiano, «che mi ha chiesto di riprendere gli immigrati arrivati in Germania ho opposto un altrettanto gentile no grazie. Qualunque discorso sulle riammissioni verrà dopo la soluzione dei problemi italiani». «Se si risolve il grande problema degli arrivi primari», conferma Seehofer, «il resto sono piccoli problemi. I tre Paesi si sono messi d'accordo per controllare l'immigrazione. Vogliamo introdurre ordine nella politica migratoria», aggiunge Seehofer, «ma vogliamo garantire un approccio umanitario e proteggere effettivamente le frontiere esterne dell'Unione europea. Il 19 luglio ci incontreremo a Vienna per discutere questa questione». Intanto è scongiurata la chiusura del Brennero finché l'Italia non avrà risolto i problemi di pressione da Sud. La conferenza stampa congiunta di Salvini, Seehofer e Kickl (qualcuno li chiama «i tre tenori») è la rappresentazione plastica del rapido cambiamento degli equilibri interni all'Europa: lo strapotere di Angela Merkel e Emmanuel Macron sembra sbiadire. I tre battezzano la nascita di un «asse di volenterosi» guidato da Austria, Germania e Italia per frenare le partenze e gli sbarchi, per far giungere in Europa solo coloro che effettivamente fuggono da guerre. «Siamo vicini», commenta Kickl, «e andiamo d'accordo su argomenti molto importanti che riguardano il futuro dell'Europa. In una materia dove per molto tempo c'è stata mancanza di ordine vogliamo portarlo». «Serve un sostegno unitario dall'Unione», avvertono i tre ministri, «se si vogliono evitare iniziative unilaterali degli stati»: Traduzione: se gli alleati perderanno tempo, agiremo da soli. Matteo Salvini, in serata, commenta positivamente i risultati del vertice: «Se si riducono gli arrivi in Europa», sottolinea Salvini, «non ci sarà alcun problema alle frontiere interne dell'Unione e si potrà continuare a lavorare serenamente tra popoli come è nostra intenzione fare. Esprimo grande soddisfazione perché le nostre proposte potranno diventare proposte europee: limitare le partenze, riduzione dei morti e dei costi di un'immigrazione che non siamo più in grado di contenere. Chiederemo sostegno alle autorità libiche, chiederemo alle missioni internazionali di non usare l'Italia come unico punto d'arrivo. È giusto ragionare su quello che accadrà tra qualche mese», avverte Salvini, «ma in Italia stanno arrivando altri due barconi con centinaia di migranti. Il mio problema è oggi, non tra qualche mese. I profughi vacanzieri, quelli che dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno se ne tornano in vacanza nel proprio Paese per qualche mese», aggiunge, «da noi non potranno più tornare. Se ti do protezione perché se sei sfuggito da fame, guerra, e carestia da quel paesi, non ci dovresti tornare in vacanza». Stoccata ai francesi: «Con alcuni Paesi», dice Salvini, «siamo in totale sintonia con altri no, come con il collega francese Gerard Collomb con cui ho avuto un bilaterale, ci sono alcuni punti che ci allontanano, penso alla frontiera di Ventimiglia dove quest'anno sono state respinte con le buone o con le cattive più di 15.000 persone. Quindi con alcuni bisognerà lavorare di più». Carlo Tarallo
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».