2019-10-09
Le lancette fanno girare 46 miliardi. Rolex resta il marchio più ambito
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Il 50% del fatturato dipende dal polo orologiero svizzero che esporta più del 90% della produzione, mentre in Italia gli orologi valgono circa 1.4 miliardi di euro. A oltre sessant'anni dal suo esordio, il «Cornes de vaches» di Vacheron Constantin torna in una riedizione già amatissima dai collezionisti. Grand Seiko presenta il suo primo orologio a carica manuale. dove i quadranti sono piccole opere d'arte impreziosite dalla più alta artigianalità giapponese. L'indimenticabile Day-Date di Rolex è ora anche in versione da 40 e da 36 millimetri.Il Tudor Black Bay torna nella versione «Fifty-eight», un riferimento all'anno in cui TUDOR lanciò il suo primo orologio subacqueo impermeabile fino a 200 metri.Giampiero Bodino presenta i suoi «orologi segreti». Tre modelli unici arricchiti da diamanti e pietre preziose. Lo speciale contiene sei articoli, infografiche e gallery fotografiche.Il mercato degli orologi da polso vale circa 46 miliardi di dollari a livello globale. Il 50% di questo fatturato dipende dal polo orologiero svizzero che esporta più del 90% della produzione mentre in Italia gli orologi valgono circa 1.4 miliardi di euro. Una cifra che equivale a 6.5 milioni di pezzi venduti durante il 2018. Lo scorso anno ha segnato una leggera flessione del mercato con un calo stimato del 2,7%, ma le previsioni dei prossimi sei mesi - che includono il periodo delle feste - ci offrono segnali ottimisti. La Fédération de l'industrie horlogère suisse (Fh) ha segnato una crescita dell'11,4% nel mese di maggio, con esportazioni per 1.81 miliardi di euro. Buone notizie anche dal colosso Lvmhche ha chiuso il periodo gennaio-marzo di quest'anno superando per la prima volta il miliardo di euro nella sezione «Watches & Jewelry» con un +9% rispetto al 2018. Kering cresce invece del +21,9% con 3.8 miliardi di euro di fatturato nel primo trimestre, grazie ai brand Boucheron, Pomellato, Dodo, Qeelin, Ulisse Nardin e Girard-Perregaux. Il gruppo Richemont che nel suo portfolio vanta Cartier, Van Cleef&Arpels, A. Lange & Söhne, Iwc, Jaeger-Le Coultre e Roger Dubuis ha poi chiuso l'esercizio fiscale con un aumento dei ricavi pari al 27% (13.9 miliardi di euro) e un utile che segna un +128% (2.8 miliardi di euro). Infine, Swatch ha registrato un aumento dei ricavi pari al 6.1% per il 2018. Secondo la piattaforma Launchemetrics, i brand di orologi ad aver generato il maggiore Miv (Media Impact Value, ndr) sono Rolex, Chanel e Tag Heuer. In pratica si analizza e confrontare l'impatto media su print, online e social. Rolex ha così generato - in un solo mese - 23.5 milioni di euro in MIV, mentre Chanel si ferma a 8.31 milioni. Tag Heuer arriva a 6.5 milioni seguito da Omega (5.73 milioni), Longines e Paket Philippe (4.25 milioni), Hublot (a milioni), Piaget (3.87 milioni). Canale preferito per l'acquisto di un orologio di lusso è ancora la gioielleria, ma il web sta vedendo una grossa crescita. Lo shop online ha registrato una crescita del 24% durante lo scorso anno, un andamento che secondo Assorologi è destinato a crescere. In Italia, gli e-commerce valgono già un terzo del mercato e il prossimo dicembre sarà un mese decisivo per capire come si evolverà il business degli orologi. La maggior parte degli accessori da polso viene infatti acquistata nel mese di dicembre (22% a volare e quantità). Il prezzo medio degli orologi venduti dal canale gioielleria a italiani e stranieri è in aumento (da 236 a 245 euro) mentre è in calo se si considerano solo i consumatori italiani su tutti i canali (da 220 a 212 euro). «Anche se l'Italia rimane uno dei principali mercati mondiali per l'orologeria, non ci nascondiamo insidie e difficoltà, che le nostre aziende stanno affrontando con determinazione e capacità di investimento» ha commentato il presidente di Assorologi Mario Peserico, definendo quello degli orologi un mercato «complesso ad andamento variabile». Mariella BaroliINFOGRAFICA!function(e,t,s,i){var n="InfogramEmbeds",o=e.getElementsByTagName("script")[0],d=/^http:/.test(e.location)?"http:":"https:";if(/^\/{2}/.test(i)&&(i=d+i),window[n]&&window[n].initialized)window[n].process&&window[n].process();else if(!e.getElementById(s)){var r=e.createElement("script");r.async=1,r.id=s,r.src=i,o.parentNode.insertBefore(r,o)}}(document,0,"infogram-async","https://e.infogram.com/js/dist/embed-loader-min.js");
Rocca Salimbeni, sede del Monte dei Paschi di Siena (Ansa)
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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