2024-04-12
Verità scientifiche decise a tavolino per salvare Speranza dal processo
Il politico è stato archiviato in virtù di un circolo vizioso: l’emergenza ha giustificato lo strapotere degli esperti «ufficiali» e le toghe hanno deciso che solo loro, pur scelti arbitrariamente e spesso in errore, erano credibili.Da alcuni giorni stiamo esaminando, riportando i commenti che gli avvocati Angelo Di Lorenzo e Antonietta Veneziano hanno rilasciato all’emittente Byoblu nel programma Orsobruno, la decisione del Tribunale dei ministri di Roma che ha decretato l’archiviazione del procedimento penale a carico di Roberto Speranza. Abbiamo raccontato come l’ex ministro abbia dichiarato ai magistrati di essere a conoscenza dell’esistenza di eventi avversi anche molto gravi e mortali a seguito della somministrazione dei vaccini. Abbiamo cercato di ricostruire il surreale scaricabarile con cui Speranza prova a levarsi di dosso ogni responsabilità. Ma restano ancora da esaminare alcuni punti nodali della decisione del Tribunale: passaggi particolari che a una lettura superficiale possono sfuggire ma che costituiscono il cuore di tutta la questione, e che meritano d’essere indagati perché forniscono una (inquietante) anticipazione di quello che potrebbe riservarci il futuro.A quanto ci risulta, il Tribunale dei ministri fa più volte riferimento a quanto espresso dalla Corte costituzionale in materia di obblighi e restrizioni sanitarie, e per archiviare il caso Speranza ancora una volta fa leva sull’emergenza. Notano infatti i giudici che ogni decisione governativa è stata presa - riguardo ai vaccini e alle attività di vigilanza - di concerto fra autorità nazionali e sovranazionali in nome di quello che viene individuato come una sorta di «bene superiore». Poiché gli italiani morivano di Covid, dice il Tribunale, era necessario spingere sull’acceleratore delle vaccinazioni. Certo, i giudici riconoscono che ci sono state reazioni avverse anche gravi e gravissime, ma ciò non è sufficiente: poiché i contagiati erano tanti e i morti pure, dicono i magistrati, la vaccinazione restava l’arma più efficace contro la pandemia. E quindi andava incentivata a prescindere da tutto.Capito? In nome dell’emergenza, al solito, si giustifica tutto. Anche le misure restrittive della libertà personale. Anche la somministrazione di farmaci che possono avere effetti collaterali gravissimi e financo mortali. Sempre l’emergenza giustificava la concessione di poteri eccezionali e discrezionali a ministero della Salute, Comitato tecnico scientifico, Istituto superiore di sanità, e Agenzia italiana per il farmaco (Aifa). I quali, si dice, agivano in nome dell’interesse collettivo, cosa che rende legittime anche le decisioni più dure.Fin qui, tutto molto triste ma in fondo non troppo diverso da quanto stabilito dalla Consulta. Ma ecco che arriva il ragionamento più disturbante. Il Tribunale dei ministri, dopo avere elencato le varie autorità sanitarie nazionali e internazionali (si richiama pure l’Ema e addirittura la Fda), spiega che esse sono le uniche titolate a fornire «dati scientifici». I quali non possono in alcun modo essere sostituiti da fonti diverse o da esperti di qualsiasi ordine e grado. Tutto questo per un motivo apparentemente giusto: se non si fa riferimento alle autorità competenti del settore ci si dovrebbe rivolgere ad altri studiosi, la cui scelta tuttavia potrebbe risultare arbitraria.Qui però si pone una robusta serie di problemi. Per prima cosa tocca notare che, in effetti, anche la scelta degli esperti da inserire nel Comitato tecnico scientifico è stata in qualche modo arbitraria, così come la scelta dei consulenti ministeriali. Soprattutto, però, a lasciare sconcertati è il raccapricciante uroboro sanitario evocato dalle corti di giustizia. Provate a riflettere: se gli organismi istituzionali sono gli unici che possono fornire dati, qualora sbagliassero o mentissero non ci sarebbe alcun modo di contrastarli, perché nessuna altra fonte è ritenuta valida. Dunque tutto il potere resta in mano a quella che Speranza ha più volte indicato come «scienza ufficiale». Come operasse questa scienza e a quali pressioni politiche fosse sottoposta l’abbiamo appreso dalle dichiarazioni dei diretti interessati e da pagine e pagine di inchieste che però non hanno portato a nulla.Siamo quindi di fronte a un gigantesco serpente che si morde la coda: l’emergenza giustifica la concessione di poteri esorbitanti alle istituzioni sanitarie; queste istituzioni sono le uniche a cui si può e si deve credere, ergo nessuno può metterle in discussione. E se per caso sbagliano poco importa: l’emergenza giustifica le azioni più grossolane e comunque esperti esterni che possano mettere in luce eventuali errori non sarebbero comunque credibili. In pratica l’intero sistema si autogiustifica e si autoassolve: tutto vale, in nome dell’emergenza, niente può essere contestato, e così via all’infinito.«Non solo è inquietante da un punto di vista logico», dice l’avvocato Di Lorenzo, «ma soprattutto è un abominio da un punto di vista giuridico. L’esclusione aprioristica di una prova scientifica in un qualsiasi giudizio di accertamento, sia esso penale, civile o amministrativo, partorisce una decisione parziale e ingiusta, soprattutto se poi l’esclusione è fatta in favore della sovranità ideologica di una parte in causa che il giudice non deve discutere. In questo senso il processo compiace il potere», prosegue il legale. «Lo abbiamo detto alla Corte costituzionale, ma nulla: l’unica fonte ufficiale che conta è la Scienza di Stato, quella che promana da una delle parti in causa, ossia proprio quella le cui condotte sono oggetto di valutazione. Il resto sarebbe fuffa, la verità storica e scientifica lo sarebbero, anche se a sostenerle sono premi Nobel, illustri ricercatori, cultori, medici e l’intera comunità scientifica indipendente e terza. Sinceramente trovo velatamente offensivo leggere nell’archiviazione che gente come Belli, Segalla, Bellavite, Teodori, Fortunati, Stocco e tantissimi altri siano stati apostrofati come esperti tra virgolette».Comunque sia, ai fini del procedimento penale non rileva che Speranza e Nicola Magrini di Aifa abbiano sorvolato sugli effetti avversi delle iniezioni per non «uccidere» la campagna vaccinale. Motivo? In emergenza il vaccino viene considerato l’unico rimedio efficace. E perché? Perché lo dicono le autorità competenti. Cioè le stesse che avrebbero, nel caso, dovuto sospenderne la somministrazione (come rimarca lo stesso Speranza parlando con i giudici). Queste autorità sono le uniche meritevoli di fede, quindi nei fatti possono agire come ritengono opportuno e, a quanto sembra, possono anche sbagliare senza conseguenze. Peccato però che qualcuno - ad esempio i danneggiati - le conseguenze deve invece sopportarle. Comprese quelle gravi e gravissime che tutti conoscevano.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.