2021-02-21
«Rivoglio i tifosi allo stadio per le partite dell’Europeo»
Il presidente Figc Gabriele Gravina cerca la rielezione: «Il pallone ha resistito al Covid ma a giugno, per i match a Roma, ci vuole il pubblico». La Superlega? «Sempre stato contrario». Election day. Il calcio spossato dalla pandemia ci arriva dopo un anno di battaglie, prima per la sopravvivenza, poi per la riapertura e adesso per il ritorno agli stadi pieni. Domani in Federcalcio si vota, Gabriele Gravina o Cosimo Sibilia. In palio c'è il timone di un'azienda ad alta sensibilità emotiva che prima del Covid produceva 4,7 miliardi di fatturato. Sul tavolo c'è il futuro del pallone, dalla riforma dei campionati ai diritti tv, dalla Superlega alle infrastrutture (a Milano, Firenze, Roma i nuovi impianti sono rimasti al palo), dalle polemiche alla Nazionale della rinascita. Più un paio di temi scottanti per i club: il caso Suarez e il cattivo esempio di alcune star. Nell'attesa del ritorno dei tifosi sugli spalti.Presidente Gravina, quali sono i punti chiave del suo programma?«Lo spirito innovatore del primo anno del mio mandato è stato interrotto dalla pandemia, voglio riprendere da dove eravamo rimasti puntando sulla qualificazione dei vivai, sull'ammodernamento delle infrastrutture e, finalmente, sulla sostenibilità del sistema attraverso una distribuzione più equa delle risorse, l'introduzione della flessibilità degli emolumenti quando si cambia categoria, una nuova organizzazione della governance con pesi diversi tra le componenti federali e la riforma dei campionati».Come si arriverà alla riforma (e la Serie A a 18 squadre) superando i veti incrociati?«Propongo una riforma qualitativa e non quantitativa dei campionati. Dobbiamo ripensare a nuovi perimetri, sia del professionismo che del dilettantismo; il vecchio schema non regge più. Serve una maggiore valorizzazione della Serie A e allo stesso tempo riconoscere mission chiare per la B, che è esposta ad un eccessivo turnover di squadre ogni anno tra promozioni e retrocessioni (quasi il 40%). La Lega Pro deve diventare il campionato della formazione. Senza formule algebriche, sarà la qualità a stabilire il numero». I maligni dicono che lei ha offerto un contratto a Marco Tardelli in Figc solo per dissuaderlo dal candidarsi alla presidenza dell'Assocalciatori, che ha poi deciso di appoggiarla alle elezioni.«È una lettura distorta e faziosa della realtà, una cosa vergognosa e non la giustifico nemmeno in un periodo elettorale. Sono orgoglioso di aver sostenuto economicamente tutte le componenti durante questo anno di crisi. La collaborazione con Marco nasce ben prima della sua annunciata candidatura in Aic: sto riportando a casa diversi campioni azzurri e Tardelli ha sposato un progetto bellissimo, quello del nuovo centro polifunzionale che nascerà al posto del Salaria Sport Village. Sarà intitolato a un'altra leggenda azzurra, Paolo Rossi».Il suo sfidante, Cosimo Sibilia, rivendica il suo turno nella staffetta per la presidenza federale. «Vorrebbe trasformare la Figc in una monarchia, con la carica di presidente che si tramanda per successione. È una battuta. Parliamo di contenuti, la mia idea di calcio è chiara e partecipata, di sicuro non alimenta una contrapposizione deleteria tra dilettanti e professionisti. Chiariamo una cosa: le riforme si fanno rispettando lo statuto, non c'è alcuna legge che deroga a questo. L'emergenza pandemica ci consente solo di far finire i campionati con format diversi». Il mondo del calcio ha dato una risposta organizzativa e sanitaria di grande efficienza. È più avanti del Paese?«Grazie alla determinazione e alla centralità che la Figc si è conquistata in questi mesi terribili, il calcio nel suo complesso ha dato una grande dimostrazione di responsabilità, tutelando la salute e salvaguardando le competizioni. Siamo stati all'altezza della difficoltà del momento perché siamo un settore produttivo tra i più importanti in Italia. Adesso dobbiamo rafforzare questa credibilità». Senza tifosi rimane un calcio senz'anima. C'è in atto una trattativa per riaprire gli stadi al pubblico?«La ripartenza ha salvato il calcio dal baratro, ma il suo cuore pulsante, i tifosi, non può restare ancora a lungo lontano dagli stadi. Abbiamo avviato un'interlocuzione col Cts per le gare dell'Europeo che si disputeranno a giugno a Roma. Auspico quanto prima l'apertura almeno ai vaccinati anche in campionato».Il governo Draghi non ha ancora deciso la delega allo Sport. E c'è chi teme che il settore venga marginalizzato.«Il presidente del Consiglio ha dichiarato che terrà in massima considerazione il nostro mondo, abbiamo fiducia in lui perché se il nostro Paese si vuole risollevare non lo può fare senza lo sport».L'ex ministro Vincenzo Spadafora ha detto di «avere imparato molto in un settore che non conosceva». Come giudica quella stagione?«La sua frase non mi ha sorpreso, l'ha ripetuta tante volte in pubblico e in privato. Diverse volte ci siamo trovati in disaccordo, ma ho sempre trovato in lui una persona disponibile al dialogo».Il tema dei diritti tv sta diventando incandescente. Perché c'è litigiosità fra i club? «È un passaggio cruciale per il presente e il futuro del calcio italiano, è fisiologico che si voglia approfondire bene la questione, magari bisognerebbe dimostrare maggiore unità. Di positivo comunque c'è che la nostra Serie A, nonostante la pandemia, non ha perso valore».Questione stadi. Da Milano a Roma a Firenze i progetti di rinnovamento degli impianti sono bloccati.«Gli stadi sono fondamentali per lo sviluppo del movimento, non solo in Serie A. Dobbiamo ottimizzare il quadro legislativo, soprattutto voglio fare della Figc il principale sostegno operativo dei club. Dobbiamo essere uno degli interlocutori centrali del mondo finanziario e delle autorità locali coinvolte nel processo». Cosa pensa della Superlega, delle accelerazioni di Andrea Agnelli e delle critiche dell'Uefa?«Il presidente Agnelli sta lavorando con la Uefa alla Super Champions che dovrebbe mettere la parola fine sul progetto Superlega, verso il quale ho sempre mostrato contrarietà perché mortifica il merito e le competizioni nazionali».La Nazionale è tornata dalle ceneri, la squadra ha ricreato entusiasmo. C'è la volontà di confermare il ct Roberto Mancini?«Con Roberto abbiamo un rapporto ottimo, sta facendo grandi cose e la Figc lo supporta in tutto. La Nazionale è tornata ad essere l'oggetto del desiderio degli italiani, ma anche dei calciatori che vestono l'azzurro con voglia e determinazione. II contratto attuale scade a fine 2022, ci parleremo per provare ad allungarlo. Sono fiducioso».Come giudica il caso Suarez? Ci sarà l'intervento della Giustizia sportiva?«Ho letto quello che è stato scritto sui giornali, la Procura federale ha chiesto gli atti alla Procura della repubblica. Non appena li metterà a disposizione, la vicenda verrà approfondita anche dal punto di vista sportivo con serietà e imparzialità».Gli screzi fra Zlatan Ibrahimovic e Romelu Lukaku, fra Andrea Agnelli e Antonio Conte danno l'immagine di un calcio un po' isterico. «Auspico un generale ridimensionamento, nei modi e nei toni, di tutti i protagonisti del nostro mondo».
Jose Mourinho (Getty Images)