2024-03-11
La riforma del fisco arriva al giro di boa
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Maurizio Leo e Giancarlo Giorgetti, viceministro e ministro dell'Economia e delle Finanze (Ansa)
L’attuazione della riforma fiscale è a metà strada. Ecco tutti i decreti approvati fin qui in via definitiva dal governo, compreso quello deliberato oggi dal cdm sul riordino del sistema nazionale della riscossione, pensato per velocizzare l’invio delle cartelle esattoriali, ridurre i debiti all’interno del magazzino fiscale e concedere più tempo per pagare i debiti se ci si trova in una situazione di difficoltà economica momentanea.L’attuazione della riforma fiscale è un processo lungo e complesso. La legge delega, che contiene gli indirizzi di massima in merito ai temi su cui il governo sta lavorando, è stata approvata ad agosto 2023. Da settembre il ministero dell’Economia, e più in particolare il viceministro, Maurizio Leo e i diversi esperti del settore hanno iniziato a entrare nel merito dei diversi argomenti, fino ad arrivare all’11 marzo quando il Cdm ha approvato in via preliminare il decimo decreto attuativo della riforma fiscale sul riordino del sistema nazionale della riscossione. Al momento il governo di Giorgia Meloni ha approvato in modo definitivo nove decreti attuativi (decreto accertamento concordato preventivo biennale, decreto adempimento collaborativo, decreto contenzioso tributario, decreto semplificazione degli adempimenti tributari, decreto modifiche statuto del contribuente, decreto Irpef, decreto giochi e decreto fiscalità internazionale) e due in via preliminare (decreto sulla revisione del sistema sanzionatorio tributario e il decreto sul riordino del sistema della riscossione). Concordato preventivo biennaleEssendo uno dei primi provvedimenti ad essere stato vagliato siamo arrivati già in fase di applicazione. Con il provvedimento del 28 febbraio l’Agenzia delle entrate ha infatti approvato, insieme a 175 Isa, il modello per la comunicazione dei dati fiscali per il 2024 e il 2025 (Cpb). Questo strumento è destinato ai contribuenti di minori dimensioni, ai titolari di reddito di imprese e ai lavoratori autonomi. Ricordiamo che possono presentare richiesta anche tutti quei contribuenti che presentano Isa sotto l’8. Prima era usato solo dalle grandi imprese. L’Agenzia delle entrate metterà a disposizione dei contribuenti o dei loro intermediari, dei programmi informatici ad hoc per l’acquisizione dei dati necessari per l’elaborazione della proposta di concordato, per stabilire le imposte dovute nei successivi due anni fiscali. Si ha tempo fino al 15 ottobre per aderire all’offerta fatta dal Fisco e il reddito aggiuntivo incassato non sarà soggetto ad un extra tassazione nel caso in cui non sia superiore al 50%. L’adesione non mette al riparo da controlli e dal presentare le classiche dichiarazioni fiscali. Pena la decadenza dal concordato.Adempimento collaborativoObiettivo di questo decreto è migliorare il rapporto tra Agenzia delle entrate e contribuente, cercando di dare maggiore certezza sulle questioni fiscali. Si è potenziato il già presente dialogo costante e preventivo tra il fisco e il contribuente con l’obiettivo di individuare in anticipo gli elementi di rischio fiscali. Il regime è riservato ai contribuenti che hanno un volume di affari non inferiore a 750 milioni di euro nel 2024, a 500 milioni nel 2026 e a 100 milioni nel 2028. Tra le novità introdotte troviamo anche il potenziamento degli effetti premiali se si decide di aderire al regime che prevedono l’esclusione o la riduzione delle sanzioni amministrative tributarie, l’esclusione della punibilità in caso di dichiarazione infedele e la riduzione dei termini di decadenza per l’attività di accertamento.Contenzioso tributario e semplificazione adempimenti tributariIn merito al decreto sul contenzioso tributario l’obiettivo è quello di velocizzare e semplificare i procedimenti, potenziando l'udienza da remoto, la digitalizzazione del processo nonché l'istituto della conciliazione giudiziale. Revisione necessaria dato che nel solo 2020 si sono registrati 50.000 ricorsi pendenti e nel 47% dei casi si è arrivati all'annullamento delle decisioni delle Commissioni tributarie regionali. Il decreto legislativo prevede, tra le varie misure, di ampliare e potenziare l’informatizzazione della giustizia tributaria, la razionalizzazione tra il giudice tributario e quello civile e di rafforzare il divieto di produrre nuovi documenti processuali nei gradi successivi al primo. Per quanto riguarda invece la semplificazioni degli adempimenti tributari, Il decreto ha modificato il calendario delle dichiarazioni, la precompilata è stata estesa anche ai titolari di partita Iva, si è data la possibilità di pagare gli F24 tramite PagoPa, si è aggiunto ulteriore tempo per i versamenti rateali e si è decretato lo stop degli invii delle comunicazioni da parte dell’Agenzia delle entrate ad agosto e dicembre.Statuto dei contribuentiObiettivo di questo decreto è cercare di riequilibrare il rapporto tra contribuente e Agenzia delle entrate, dato che attualmente risulta essere sbilanciato a favore di quest’ultima. La novità principale è il rafforzamento dell’obbligo di motivazione e di confronto con il contribuente sugli atti. Viene dunque previsto che il fisco deve comunicare al contribuente il provvedimento che ha intenzione di adottare e lasciare al cittadino 60 giorni di tempo per fare tutte le controdeduzioni del caso. Questo è importante perché la stessa Agenzia delle entrate dovrà tenerne conto e nel caso in cui non si dovessero accogliere, spiegare il perché. Se non si dovesse tenere conto delle motivazioni del contribuente l’atto sarà nullo. Seconda novità è la creazione del Garante nazionale del contribuente. Si tratta di un organo che opera in piena autonomia, scelto e nominato dal ministro dell'Economia e delle finanze per la durata di quattro anni e rinnovabile una sola volta. Il Garante, sulla base di segnalazioni fatte dai contribuente può rivolgere raccomandazioni ai direttori delle Agenzie fiscali, accedere agli uffici finanziari per controllare la funzionalità dei servizi di assistenza e richiamare gli uffici al rispetto del diritto all’informazione del contribuente. Decreto IrpefSi sono rivisti gli scaglioni fiscali incorporando i primi due. E dunque: per i redditi fino a 28.000 l’aliquota fiscale sarà del 23%, dai 28.000.01 a 50.000 euro si passerà al 35% e oltre i 50.000,01 euro si avrà una tassazione del 43%. Il “vantaggio” maggiore viene concesso ai redditi medio bassi, fino a 28.000, dato che con la precedente suddivisione, la tassazione era pari al 25%. Da aggiungere, l’estensione della platea della no tax area che aumenterà fino a 8.500 euro, in modo da equipararla a quella presente per i redditi da pensione. Revisione fiscale che però andrà a penalizzare i redditi superiori a 50.000,01 euro, visto che per il 2024 è prevista una franchigia di 260 euro per le detrazione del 19%, fatta eccezione per le spese sanitarie e i premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi. Decreto fiscalità internazionaleSono due i punti fondamentali di questo decreto: la global minimum tax e il regime degli impatriati rivisto.Global minimum tax. Il decreto legislativo introduce la normativa internazionale in Italia attraverso la creazione di un’imposta minima integrativa al 15% che deve essere pagata dalle capogruppo del gruppo multinazionale in questione. Regime degli impatriati. Il governo Meloni ha rivisto il vecchio regime cercando di correggere le storture presenti. Rispetto alla normativa precedente quello attuale presenta dei requisiti di accesso più stringenti: soglia reddituale di 600mila euro, i lavoratori non possono essere stati fiscalmente residenti in Italia nei tre periodi d’imposta precedenti il predetto trasferimento e chi rientra si deve impegnare a restare in Italia per almeno cinque anni. Se non si dovesse rispettare l’impegno l’agevolazione fiscale decade e si dovranno saldare le tasse scontate con i relativi interessi. Se si rispettano tutti gli obblighi chi rientra in Italia potrà godere di uno sconto del 50% sul proprio reddito per 5 anni a partire dal 2024. Se si ritorna con un figlio minorenne a carico l’esenzione sale al 60%. Lo stesso beneficio si applica anche per chi diventa genitore o adotta nel periodo di fruizione del regime degli impatriati. Agevolazioni previste anche per il trasferimento delle aziende in Italia: detassazione del 50% dell'imponibile Ires, Irpef e Irap.Decreto GiochiIl Cdm dell’11 marzo ha approvato in via definitiva il decreto giochi. Diverse le novità. Partiamo dal fatto che ci sarà una sola app per accedere a ciascuna tipologia di gioco oggetto di concessione, con caratteristiche tecniche definite dall’Agenzia delle Dogane. E’ previsto il pagamento di un canone annuo di concessione pari al 3% del margine netto del concessionario calcolato sottraendo all’importo della raccolta di gioco l’ammontare delle vincite erogate e delle relative imposte e quote di prelievo. Questo può essere versato in due rate di pari importo: 16 gennaio e il 16 luglio di ogni anno di concessione. Restando in tema di tasse, l’iscrizione all’albo dei Punti vendita ricariche è subordinata al pagamento preventivo all’Agenzia di un importo annuale pari a 100 euro. Previsto poi il pagamento di un canone annuo di concessione determinato nella misura del 3% del margine netto del concessionario. Si pone infine attenzione anche alla tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili. L’apertura del conto di gioco può avvenire solo dopo aver presentato un valido documento di identità.Decreto sulla revisione del sistema sanzionatorio tributario Parliamo di un decreto che è stato sottoposto ad un esame preliminare. Non si parla ancora di approvazione definitiva. Questo significa che ci potranno essere cambiamenti e novità nei prossimi mesi. Il testo attuale prevede una revisione in chiave più equa delle sanzioni tributarie, amministrative e penali, oltre che l’introduzione di meccanismi di compensazione tra le sanzioni date e quelle da irrorare (divieto del bis in idem) e la riduzione di queste ultime. Il meccanismo di compensazione si concretizza in un esame delle precedenti sanzioni già applicate sul reato e il non aggravarle ulteriormente senza senso di equità. Un revisione che da una parte tende la mano a chi vuole mettersi in regola o commetti errori in buona fede, e che dall’altra punisce severamente i furbetti o chi agisce con l’intenzione di voler evadere. Sulle sanzioni penali, queste verranno adeguate alle norme relative alla non punibilità, individuate dalla giurisprudenza, aiutando chi non può pagare, per cause di forza maggiore o chi decide di mettersi in regola, anche attraverso la rateizzazione, pagando l'intera imposta. Zero comprensione per chi mette in atto comportamenti fraudolenti. Passando al regime sanzionatorio tributario, si vuole evitare il sequestro dei beni finalizzato alla confisca se il debito è in corso di estinzione mediante rateizzazione. Sulle sanzioni amministrative, queste saranno ridotte da un quinto a un terzo, avvicinandole ai parametri europei. E infine l’Iva. In questo caso le sanzioni che prima potevano arrivare anche al 240%, adesso non potranno superare il 60%. Decreto sul riordino del sistema nazionale della riscossioneAnche in questo caso parliamo di un esame preliminare approvato dal Cdm dell’11 marzo. Il decreto sulla riscossione si focalizza sul velocizzare l’invio delle cartelle esattoriali, ridurre i debiti all’interno del magazzino fiscale e concedere più tempo per pagare i debiti se ci si trova in una situazione di difficoltà economica momentanea. Per cercare di ridurre i 1.200 miliardi di euro di carichi non riscossi presenti nel magazzino fiscale si è pensato di creare una commissione di esperti, composta da un presidente di sezione della Corte dei conti, anche a riposo, un rappresentante del dipartimento delle Finanze e uno della ragioneria generale dello Stato. Compito della commissione, trovare delle possibili soluzioni per eliminare parte del magazzino fiscale. Sempre per non andare ad appesantire ulteriormente il magazzino fiscale si è poi proposto il discarico automatico delle cartelle non incassate in 5 anni, a partire dal 1° gennaio 2025. Altro tema, rendere l’invio delle cartelle più veloci. E dunque, a partire dal 1° gennaio 2025, l'Agenzia delle entrate-riscossione, per le quote che le vengono affidate dagli enti creditori, dovrà garantire una tempestiva notifica di pagamento entro e non oltre il 9° mese da quando gli è stato affidato il carico. La notifica può avvenire con la consegna nelle mani del destinatario da parte della polizia municipale oppure in modalità digitale. E infine l’avere più tempo per regolarizzare la propria posizione con il fisco. Il contribuente che si trova in una situazione di temporanea difficoltà può chiedere all'Agenzia delle entrate- riscossione, per le somme iscritte a ruolo di importo inferiore o pari a 120.000 euro, più tempo. Nel dettaglio il fisco concederà un numero di rate mensili comprese tra 84 (per le richieste presentate nel 2025 e 2026) e 108 (per quelle presentate dal 1° gennaio 2029). Per le somme di importo superiore a 120.000 euro, sono invece previste, fino ad un massimo di 120 rate mensili, indipendentemente dalla data di presentazione della richiesta.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)