Costanzo Jannotti Pecci denunciò le irregolarità in Promuovi Italia

Con riferimento all'articolo di Alessandro Da Rold «Incarichi all'Enit, in pista ex assessore di Vendola» di cui all'oggetto, in nome e per conto del Dott. Costanzo Jannotti Pecci, corre obbligo precisare quanto segue.

Il dottor Costanzo Jannotti Pecci, designato su indicazione del Ministro del Turismo Gnudi, ha presieduto tra il 2012 ed il 2014 la società pubblica Promuovi Italia. In tale periodo, constatato il preesistente andamento negativo aziendale, dispose che fosse effettuata un'ampia attività di verifica sulla gestione, anche a seguito dell'introduzione delle norme sulla spending review.

Dai controlli emersero numerosi illeciti di natura penale, amministrativa e contabile, che portarono il cda a decidere severe misure di carattere organizzativo e disciplinare, con il licenziamento del Direttore Generale, dei 2 vice Direttori Generali, del responsabile del personale e di altre figure minori. Tutti i provvedimenti adottati hanno trovato conferma in sede giuslavoristica, con con- danna alle spese per gli ex dipendenti soccombenti.

In qualità di legale rappresentante dell'azienda, il dottor Jannotti Pecci ha provveduto a denunziare formalmente (a partire dal 2013) gli illeciti scoperti, senza alcun indugio, in sede di Procura della Repubblica e Corte dei Conti.

Le denunce depositate hanno riguardato sia funzionari interni che funzionari pubblici e delle circostanze furono informati tempestivamente l'azionista Enit e 1'Amministrazione vigilante Mibact.

A seguito delle segnalazioni effettuate, seppure con gravissimo ritardo, il Ministero vigilante istituì nel 2014 una apposita Commissione d'inchiesta che - a conclusione dei propri lavori nell'aprile 2015 - accertò un quadro devastante di abusi e irregolarità, addebitabili principalmente alle strutture burocratiche ed a funzionari pubblici, in particolare riferite all'esercizio delle funzioni di indirizzo e vigilanza su Enit e sulla società Promuovi Italia.

In questo momento, sulle vicende sopra indicate risultano aperti ben quattro fascicoli alla Procura regionale della Corte dei conti e numerose inchieste penali (riguardanti tra l'altro: sottrazione di fondi aziendali, truffa, falso, abusi d'ufficio, diffamazione ecc.). Nei giorni scorsi è stato reso noto un primo rinvio a giudizio dell'ex Direttore generale Francesco Montera, imputato di gravi reati di natura informatica ai danni della società, ed il dottor Jannotti Pecci sta predisponendola sua costituzione di parte civile.

Dunque, è del tutto fuorviante ed inveritiero alludere - come purtroppo risulta palesemente dall'articolo in questione - ad alcuna responsabilità del dottor Jannotti Pecci e dei componenti del cda di Promuovi Italia, che invece hanno operato scrupolosamente per la salvaguardia degli interessi pubblici e della società, proponendo ed avviando la sua messa in liquidazione, nonché deliberando le necessarie azioni di responsabilità nei confronti dei funzionari che avevano commesso gli illeciti.

In tal senso, si precisa che tutti i poteri e competenze gestionali erano nelle mani del direttore generale Montera, che poteva agire in completa autonomia e senza la possibilità di operare alcun controllo da parte del consiglio di amministrazione

Pertanto, è falso che vi siano state seppur minime responsabilità del Presidente e degli amministratori nell'utilizzo di fondi comunitari: tutti gli atti relativi, le rendicontazioni e la documentazione afferente risultano predisposti e sottoscritti dall'ex direttore licenziato e da lui inviati ai Ministeri committenti senza passare attraverso il cda ovvero in assenza di alcuna informazione preventiva data agli Organi sociali.

Le affermazioni infondate del dottor Da Rold, in conclusione, sono ancor più gravi se si considera la circostanza che esse sono sostanzialmente uguali a quelle fatte da un suo collega (oggi stretto collaboratore del Ministro competente in materia di Turismo) e che, proprio per tali ragioni, il dottor Jannotti Pecci e il dottor Ostillio si sono visti costretti nei mesi scorsi a denunciare la diffamazione realizzata ai loro danni, intendendo così interrompere una campagna di disinformazione che prosegue ormai da tempo con l'evidente intento di danneggiare la loro reputazione.

AI dottor Da Rold sarebbe bastato un accertamento su i fatti, effettuato prima di scrivere il suo pezzo, oppure la semplice lettura del Corriere della Sera o del Messaggero di giovedì scorso (che riportano il rinvio a giudizio dell'ex direttore di Promuovi Italia) per rendersi conto di una verità incontrovertibile e ben di- versa dalla sua.

A norma delle disposizioni vigenti in materia, richiedo la pubblicazione integrale e tempestiva di quanto sopra indicato, riservandomi comunque le più ampie forme di tutela dell'immagine e reputazione del dottor Jannotti Pecci in sede giudiziaria, civile e penale.

Distinti saluti.

Avv. Guido Giardino


La nostra replica alla rettifica


Ringrazio l'avvocato per l'attenzione, ma mi preme sottolineare come dal testo, così come dalle intenzioni di chi l'ha redatto, non emerga alcun profilo diffamatorio nei confronti del dottor Jannotti Pecci e del dottor Massimo Ostillo. Appartiene invece alla storia il fatto che Promuovi Italia sia entrata in cortocircuito proprio durante il mandato di Pecci e di Ostillo. Sarà naturalmente la giustizia a fare il suo corso e forse a chiarire che cosa ha scatenato la guerra interna a Promuovi Italia quando Pecci era presidente e Ostillo suo vice nel consiglio di amministrazione. Una guerra, come abbiamo potuto constatare dalla documentazione di cui siamo entrati in possesso, di cui il ministro Dario Franceschini dovette prendere atto, decidendo di mettere in liquidazione la società.

«L’abito industriale avvolge il corpo, quello sartoriale veste l’anima»
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».

C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.

Non solo droghe: i giovani provano a riempire il vuoto con gioco e porno
iStock
A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.

Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!

Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.

Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».

Interrogatorio chiave sul Sistema Pavia: «Provviste pagate con fiches del casinò»
Antonio Scoppetta (Ansa)
  • Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
  • Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.

Lo speciale contiene due articoli

92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.

Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.

Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).

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