2018-07-22
Rai 3 conferma Augias per rieducare i bifolchi
Costa tanto e fa pochi ascolti. Ma guai a toccare il suo programma di libri: serve a civilizzare i populisti ottusi.La sensazione è che per Corrado Augias siamo tutti bifolchi, irrecuperabili, irredimibili. Un branco di cafoni: intellettualmente scarsi, culturalmente impresentabili, moralmente deboli.Però, nella sua grande bontà e nel quadro della missione rieducativa che gli intellettuali di sinistra si sono generosamente caricati sulle spalle, lui, soave e illuminato, fa il possibile per dirozzarci ogni giorno su Rai 3, nella rubrica di libri Quante storie. In questo periodo, vanno in onda le repliche: lo presumiamo dalle giacche e dai maglioni invernali. Ma non abbiate paura: il programma è stato confermato per l'autunno, e quindi tornerà puntuale insieme alla prima rata del riscaldamento da pagare.Gli ascolti sono piuttosto scarsi (si legge di uno share tra il 4 e il 6 per cento: più o meno come Leu alle elezioni) e i costi elevati (abbiamo letto, ci pare senza smentite, di un compenso di 240.000 euro più diritti di immagine: perché con l'immagine di Augias non si scherza, lo capite bene). Ma il programma non si tocca: è un caposaldo dell'opera di civilizzazione svolta (a spese nostre) da Rai 3.E che fa ogni giorno Augias? Con pazienza, come uno zio buono farebbe con il nipotino tonto, ci prende per mano e ci porta nel mondo dell'eleganza e del progressismo. Tranne rare eccezioni, i libri devono corrispondere a un certo tipo di standard: sono quindi graditi romanzieri democratici, storici democratici, saggisti democratici.Direte voi (rozzi come siete): «Che vuol dire democratici?». Elementare, Watson: gente civile, progressista, preferibilmente di sinistra.Questi selezionatissimi autori, beneficiando dell'opportunità loro offerta, devono affrontare un quarto d'ora non facile. Augias, fiero illuminista ma pettinato come Maria Antonietta, li accoglie tenendo nella manona una copia del libro tutta spiegazzata e piena di foglietti adesivi colmi di appunti. Insomma, ci fa capire che lui il libro l'ha analizzato, vivisezionato, vissuto.E a quel punto il demiurgo di Rai 3, il vate della tarda mattinata progressista, infligge all'autore la rilettura di qualche passo saliente. Se Augias ne è soddisfatto, legge con compiacimento, scandendo bene come se l'avesse scritto lui; se invece è perplesso, lo fa capire, alza il sopracciglio, dà lievi segni di fastidio. Poi fa scattare la domanda a bruciapelo, per vedere se l'autore è preparato, se collabora adeguatamente alla sua (di Augias) missione rieducativa.Se per caso il poveretto esita, allora Augias lo fa parlare lo stretto necessario, e fa tutto da sé: domanda, risposta, commento, e commento al commento. Con l'aria sofferente e consapevole di chi deve sobbarcarsi una fatica improba ma necessaria per il progresso civile. Sullo sfondo, più o meno come elementi della scenografia, tipo piante grasse, ci sono anche degli studenti liceali. A un certo punto, all'impronta, Augias li interroga: dallo sguardo, è evidente che li trova inadeguati (esitanti, sudaticci, poco collaborativi). Ma servono comunque: un po' come la testimonianza del “giovane" in un'assemblea di partito.È in genere previsto anche un filmato, una «scheda» sul tema oggetto del libro: anche qui Augias introduce e commenta con adeguata severità. Se potesse, la sensazione è che la interromperebbe per correggerla in corsa, con tanto di matita rossa e blu. E non vorremmo essere nei panni dello sventurato redattore chiamato a prepararla. Alla fine, i ragazzi del pubblico sono generalmente accasciati, l'autore del libro è più o meno alle corde, ed è evidente che stia sudando freddo. L'unico fresco come una rosa è Augias, che si riserva trenta secondi, con voce ispirata, per un sermoncino finale: una stoccata contro il fascismo, contro il razzismo, contro le destre, contro la volgarità. Si intuisce però, nel luccichio degli occhi, una punta di soddisfazione: Augias è sereno, ha la coscienza a posto, perché sa di aver fatto quello che poteva per avvicinarci un poco (non quanto sarebbe necessario, ma bisogna pur accontentarsi…) alla sua luce e alla sua sapienza.
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
La stazione di San Zenone al Lambro, dove il 30 agosto scorso un maliano ha stuprato una 18enne (Ansa)