2020-03-20
Farsa fiscale e corsa agli aiuti. Il governo umilia chi lavora
Sergio Mattarella chiede alle opposizioni di non fare opposizione. L'ora è buia e secondo il presidente della Repubblica non bisogna illuminarla di polemiche. Traduzione dell'ordine quirinalizio: prendete il decreto Cura Italia così com'è, senza discutere. Senza soprattutto cercare di cambiare qualcosa del provvedimento governativo.Il monito del Colle potrebbe anche essere giusto: peccato che nel decreto che il governo ha varato nel tentativo di scongiurare una recessione a seguito dell'epidemia di coronavirus ci siano tante cose sbagliate. Può il Parlamento far passare l'ennesimo salvataggio dell'Alitalia a spese del contribuente mentre decine di aziende vanno a rotoli senza che nessuno, nemmeno il capo dello Stato, faccia un plissé? Possono Camera e Senato far finta di non vedere le finte promesse dell'esecutivo, digerendo delle porcate in nome del volemose bene e dell'unità nazionale? D'accordo, bisogna lavorare tutti insieme per salvare il Paese, ma pensate davvero che l'Italia, la salute dei suoi cittadini e la tenuta della sua struttura economica, possano essere salvate dai pannicelli caldi di Palazzo Chigi? Conte e compagni ci hanno messo quattro giorni per scrivere un decreto che dovrebbe curare la nazione, ma alla fine per combattere un'epidemia sono state disposte dosi omeopatiche, senza nessuna offesa a chi si cura con la medicina alternativa. Pensate alla mancia da 600 euro che il governo ha annunciato a favore delle partite Iva. Innanzitutto si tratta di una misura una tantum, prevista per il solo mese di marzo, mentre ad aprile non si sa ciò che accadrà. E poi dal provvedimento sono esclusi tutti quei professionisti iscritti a casse diverse da quelle dell'Inps.In pratica, non ne beneficeranno né gli architetti, né gli ingegneri e neppure i giornalisti, oltre a molti altri lavoratori autonomi non iscritti alla gestione separata dell'ente previdenziale statale. Ma non è tutto. Per avere quei soldi bisognerà fare le corse, cioè partecipare a una specie di riffa online. La domanda dovrà cioè essere inviata all'Inps in via telematica, in un giorno e a un'ora prefissati. Ma «chi tardi arriva male alloggia», perché le richieste dei professionisti saranno soddisfatte fino a esaurimento dei fondi. Dunque, visto che gli interessati sono oltre 5 milioni e lo stanziamento arriva a 2,3 miliardi, vuol dire che quasi un milione e mezzo di partite Iva verranno escluse dal beneficio perché arriveranno quando i quattrini saranno finiti. Senza dire poi del caos che si genererà, con più di 5 milioni di persone che tutte insieme si accalcheranno davanti al computer per inviare la domanda. Si può mandar giù una schifezza del genere, caro presidente?Un'altra beffa è quella delle tasse. Per giorni il governo ha annunciato che avrebbe sospeso il pagamento delle imposte e dei contributi. In realtà non ha sospeso un bel niente, ma semmai ha solo rinviato i versamenti e non per tutti. Lo slittamento di due mesi riguarda solo le aziende con un fatturato sotto i due milioni, mentre la circolare dell'Agenzia delle entrate inviata alle 23.30 di mercoledì spiega che a parte quelle residenti in alcune aree le altre dovranno pagare entro oggi, con un risparmio di ben 4 giorni. Ma il virus ha forse discriminato le imprese con più di due milioni di fatturato, evitando di infettarle? A noi risulta che dopo il coprifuoco disposto dall'esecutivo le aziende alla canna del gas siano equamente ripartite, tra piccole e grandi, a Milano come a Bergamo. Dunque che senso ha negare un posticipo erariale alle imprese che hanno dimensioni maggiori e distano pochi chilometri dalle zone esentate. Forse queste non hanno stipendi da pagare, nonostante non incassino niente a causa della sospensione di gran parte delle attività? Dove sta la logica con cui Palazzo Chigi e il ministero dell'Economia hanno stabilito il criterio di esclusione dai benefici di tutte le medie aziende? Lo stesso si può dire dell'Inps. Altro che rinvio del pagamento dei contributi: l'ente si è già fatto sentire per battere cassa, con una circolare in cui chiarisce che chi ha fatto le trattenute non può esimersi dal versarle nelle casse voraci dell'istituto. Sì, il decreto è pieno di bufale. Nonostante i roboanti numeri fatti circolare in conferenza stampa, di soldi per curare l'Italia ce ne sono davvero pochi. Ricordate per esempio il blocco delle bollette annunciato in pompa magna dalle casse di risonanza governative? Beh, era quella che si dice una fake news. Le bollette si devono pagare anche se non si incassa niente, perché la sospensione riguarda solo i comuni della cosiddetta zona rossa istituita prima che il virus travolgesse l'intero Paese. Sì, la medicina di Conte e compagni è un blando lassativo. E a costo di dare un dispiacere a Mattarella, votarla in blocco non si può. A meno di non sospendere le prerogative di Camera e Senato. È questo che vuole il capo dello Stato? Un esecutivo di mezze calzette sostenuto da un Parlamento dimezzato?