2025-11-05
Mattarella insiste sulla difesa Ue
Nel giorno in cui si celebrano le forze armate, il presidente ricorda i caduti che si sono sacrificati per l’Italia. Poi invoca per l’ennesima volta l’unione degli eserciti.È il giorno dell’unita della nazione e delle forze armate, ma Sergio Mattarella, che rappresenta la prima e comanda le seconde, guarda solo all’Europa. E sembra sostenere in ogni modo Ursula von der Leyen che vuole l’Ue armata fino ai denti. Nel messaggio che ha inviato al ministro della Difesa, il presidente della Repubblica dice: «Serve una difesa europea». Sostiene: «Oggi nuovi conflitti si sono affacciati in Europa e nel Mediterraneo, interpellando la cornice di sicurezza costruita nel dopoguerra e le istituzioni poste a suo presidio. Il pericolo di allargamento del sanguinoso conflitto scatenato dalla aggressione all’Ucraina da parte della Federazione russa impone grande attenzione e un impegnativo sforzo di adattamento dello strumento militare, per la creazione di una comune forza di difesa europea che, in stretta cooperazione con l’Alleanza atlantica, sia strumento di sicurezza per l’Italia e l’Europa». Com’è consuetudine, si è rivolto con un pensiero «commosso a coloro i quali sono caduti, sacrificando le loro vite per l’Italia. È un sentimento che richiama soprattutto le giovani generazioni, affinché siano consapevoli della necessità di impegno a difesa dei valori della nostra Costituzione». Che, detto per inciso, all’articolo undici recita: «L’Italia ripudia la guerra come [...] mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». A Mattarella che ha ricordato l’impegno dei nostri militari nelle operazioni di pace, ha risposto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, sostenendo che «la pace è come l’aria: fin quando non serve non si vede». Le celebrazioni del 4 novembre sono iniziate ieri mattina a Roma con la deposizione di corone d’alloro al sacrario del milite ignoto. Con Mattarella c’erano il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Guido Crosetto, il presidente del Senato Ignazio La Russa e quello della Corte costituzionale Giovanni Amoroso. Giorgia Meloni ha affidato ai social un suo pensiero: «Nel giorno dell’Unità nazionale e delle forze armate onoriamo il sacrificio di chi, con coraggio e dedizione, ha difeso la libertà e l’unità della nostra patria. Il loro esempio vive nei valori che ancora oggi ispirano le donne e gli uomini in uniforme, al servizio della Nazione. Onore a chi ha servito e a chi continua a servire l’Italia con valore, impegno e spirito di sacrificio». Le celebrazioni sono poi continuate ad Ancona - a Roma annullato il volo delle frecce tricolori per non ostacolare le indagini sul crollo della Torre dei Conti - dove il presidente Mattarella ha passato in rassegna alcuni reparti, poi ha preso la parola Guido Crosetto oltre al generale Luciano Portolano, capo di stato maggiore. Crosetto ha ribadito i concetti espressi da Mattarella: «Le forze armate e la difesa servono a far sì che non accada quello che vediamo accadere in scenari di guerra che stiamo vivendo. Stiamo cercando di fare tutto ciò che è in nostro potere. Da una parte perché la tregua si consolidi -sarà difficile e lunghissimo -e diventi pace in Medio Oriente, e perché si parta finalmente anche in Ucraina, con una tregua che ci dia la possibilità di costruire la pace. «Il presupposto della nostra vita democratica è sulle spalle di chi ha deciso di condurre una vita diversa per il loro servizio», ha ricordato il ministro, che ha proseguito: «Oggi siamo qui per ricordare il sacrificio passato e presente, di quanti in questo momento sono in Libano, in Kosovo, sulle strade di Roma, sei mesi lontani da casa. Noi, con il presidente della Repubblica, siamo qui per dire grazie a ognuno di loro». Ad Ancona c’è stata una minima contestazione, uno striscione con scritto: «Basta soldi per le armi». Loretta Boni, del Partito comunista, è stata identificata come colei che lo ha esposto, poi la cerimonia s’è sciolta e tutti sono andati in pace.
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Un uomo ha travolto pedoni e ciclisti gridando «Allahu Akbar» sull’isola d’Oléron, nella Francia occidentale. Dieci feriti, tre gravi. Arrestato dopo aver tentato di incendiare l’auto con bombole di gas. Indagine per tentato omicidio, esclusa per ora la pista terroristica.