
I pesciolini scendono in piazza a Riace. Il fidanzato di Jasmine Cristallo, leader calabrese del movimento, collabora con l'avvocato che difende Maria Spanò, fedelissima dell'ex sindaco.Con le Sardine nella sua piazza, l'ex reuccio di Riace Mimmo Lucano con i suoi proclami da leader dell'ultrasinistra si erge ancora una volta al di sopra della legge: «La legge del mare deve sempre prevalere». E in una intervista all'Huffington post torna a fare la vittima, mentre a Riace emergono garbugli di relazioni tra le sardine e gli indagati dell'inchiesta di Catanzaro su gettoni di presenza e rimborsi scroccati dai consiglieri comunali. Festa della diversità, l'hanno ribattezzata. In realtà è sembrato un endorsement politico all'ex sindaco. L'idea è saltata in mente a Jasmine Cristallo, leader delle sardine calabresi e compagna di Gianmichele Bosco, esponente di Potere al popolo e finito nell'inchiesta di Catanzaro insieme ad altri 28 consiglieri per le sedute delle commissioni consiliari i cui verbali, in alcuni casi, avrebbero attestato la presenza di consiglieri che in realtà non c'erano. A suo dire si tratterebbe di un bonus da 192 euro, è si è dichiato subito pronto a chiarire in Procura. Ma indagini a parte, Bosco, che è avvocato, oltre a essere uno dei difensori nell'inchiesta Xenia, quella che ha portato all'arresto di Lucano, è un collaboratore dell'avvocato Francesco Rotundo, legale della candidata a sindaco Maria Spanò, assessore nella giunta di Lucano e indicata dalle toghe come la sua «longa manus». Anche lei è finita nei guai, come Lucano, per aver rilasciato «carte d'identità a soggetti stranieri privi dei previsti requisiti, attestando falsamente che fossero residenti a Riace e muniti del permesso di soggiorno». Per quell'accusa, Mimmo Lucano nell'ultima intervista ha cercato di costruirsi un alibi, sostenendo «di aver fatto una carta d'identità a un bambino di quattro mesi e alla sua mamma. Rifarei questo reato. Cosa si poteva nascondere dietro la carta d'identità di un bambino di quattro mesi se non fare in modo che avesse la tessera sanitaria necessaria per le cure? Io sono stato coerente con la Costituzione». In realtà, anche senza commettere quel reato, il bambino e la sua mamma avrebbero ricevuto tutte le cure del caso. Stando ai metodi di Lucano, ogni immigrato ammesso nei progetti d'accoglienza avrebbe dovuto avere una carta d'identità italiana. E tra maggio e settembre 2016, l'ex sindaco ha preparato, timbrato e firmato i due documenti per la mamma e il bambino eritrei, sostituendosi ancora una volta alle istituzioni che avrebbero dovuto rilasciare il permesso di soggiorno. Quello che sottolinea la Procura di Locri è il metodo. Perché oltre ai contestati finti matrimoni, Lucano è stato segnalato dalla Guardia di finanza anche per un altra carta d'identità taroccata. «Attestava falsamente», si legge negli atti d'indagine, «la residenza nel Comune di Riace» di un cittadino marocchino, «senza verificare l'effettiva residenza». Gli investigatori di Locri lo hanno beccato mentre rassicurava l'immigrato, dicendogli «che non avrebbe inviato alcun vigile a verificare l'effettiva residenza». Il sindaco, quindi, «era consapevole della mancanza dei requisiti necessari per il rilascio del documento». Ma secondo la leader delle sardine calabresi Riace resta «un esempio di accoglienza famoso in tutto il mondo grazie alle iniziative promosse da Mimmo Lucano». E grazie al cordone mediatico che da sempre difende l'ex sindaco di Riace. Per i magistrati, che l'hanno portato a processo per associazione a delinquere, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e truffa, invece, «il progetto Cas era il salvadanaio del modello Riace». A ribadirlo, durante una delle ultime udienze del processo che vede indagate, insieme a Lucano altre 24 persone, è stato il colonnello della Guardia di Finanza Nicola Sportelli, teste chiave dell'accusa. «Il Cas», ha affermato in aula il finanziere, come riportato dalla testata locale Cnews24, «era la famosa economia che Lucano riusciva a fare, un guadagno pulito senza riuscire a fornire i servizi». Per le sardine, però, Riace è il luogo «simbolo per eccellenza di ogni messaggio che parli di pace, tolleranza, dialogo, inclusione. Il luogo divenuto negli anni un modello studiato e apprezzato a livello internazionale per l'efficacia con cui ha saputo indicare la via più ragionevole e civile per gestire il fenomeno migratorio». E, così, le sardine calabresi si sono ritrovate al Villaggio globale, cuore del modello Riace quando ad amministrare il paese era Lucano. Qualche bandiera della pace e un paio di cartelli per rivendicare che Riace è cosa loro. L'ex sindaco, insomma, non molla: «Eccomi qua», ha detto in piazza, «come sempre a Riace. Ora però sono un semplice cittadino che continua il suo impegno politico. Del resto non saprei vivere in modo diverso. La mia lotta contro le politiche sull'immigrazione messe in atto dal governo continua». E ha dedicato la giornata anche a Becky Moses, la ragazza di 26 anni morta bruciata nel centro di San Ferdinando e che è rimasta per mesi nel frigo dell'obitorio dell'ospedale, perché il sindaco della città propagandata come modello d'accoglienza non disponeva il recupero della salma per il funerale. C'è voluta più di una lettera di sollecito prima che Mimmo Lucano, in quel momento ancora sulla poltronissima di re dell'accoglienza, decidesse di mettere mano al portafogli per il funerale. Benvenuti nel paese dell'accoglienza.
Mattia Furlani (Ansa)
L’azzurro, con 8,39 metri, è il più giovane campione di sempre: cancellato Carl Lewis.
iStock
L’azienda sanitaria To4 valuta in autonomia una domanda di suicidio assistito perché manca una legge regionale. Un’associazione denuncia: «Niente prestazioni, invece, per 3.000 persone non autosufficienti».
Giancarlo Tancredi (Ansa)
Le motivazioni per la revoca di alcuni arresti: «Dalla Procura argomentazioni svilenti». Oggi la delibera per la vendita di San Siro.