2023-07-28
Putin avanza in Africa: «Regalerò il grano»
Il Cremlino rafforza le relazioni: «Pronti a inviare 50 tonnellate di cereali gratis». E riappare Evgeny Prigozhin al summit di San Pietroburgo. Volodymyr Zelensky: «La Crimea sarà presto reintegrata». Ma l’offensiva arranca. Il ministro degli Esteri di Mosca in visita in Corea del Nord.Il presidente russo Vladimir Putin ha accolto ieri i suoi partner africani a San Pietroburgo per un vertice Russia - Africa incentrato sul tema del grano e teso a rassicurare le preoccupazioni circa la sua reperibilità. Nonostante «le pressioni senza precedenti» esercitate, secondo il Cremlino, dall’Occidente per dissuadere gli africani a partecipare, sono giunti 17 capi di Stato, tra cui il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa e le delegazioni di 49 Paesi africani. «La Russia è pronta a inviare tra le 25.000 e le 50.000 tonnellate di grano gratuitamente nei Paesi africani nei prossimi 3/4 mesi». Ha detto il presidente russo, in apertura del summit. Una «manciata di donazioni ad alcuni Paesi» non risolverebbe l’impatto drammatico che la fine dell’accordo sul grano potrebbe avere. Il commento del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.Grano ma anche relazioni perché si è parlato anche dello sviluppo di nuove linee aeree che connettano i due continenti. «Ci sono 733 aerei di fabbricazione straniera, tra cui Boeing e Airbus, oltre a 160 Superjet 100 di fabbricazione russa in funzione (in Russia)» ovvero, ha dichiarato il capo dell’agenzia federale russa per il trasporto aereo, Alexander Neradko, un numero di velivoli «sufficiente» per mantenere le attuali connessioni e svilupparne altre con gli stati africani. Tuttavia, ha chiarito, abbiamo bisogno di «garanzie» sul fatto che i velivoli «saranno riforniti e sottoposti ad ordinaria manutenzione», senza rischiare di «essere trattenuti o sequestrati a terra». Il presidente dell’Unione Africana e presidente delle Comore, Azali Assoumani, anche lui presente al summit, ha riportato l’attenzione sulla guerra dicendo: «A nome dell’Unione africana, chiedo ancora una volta la pacifica convivenza tra Russia e Ucraina». Ma la guerra non si ferma affatto, anzi. Tanto che Kiev ha deciso di prolungare la mobilitazione generale e la legge marziale. Dopo la rottura del patto sul grano, gli occhi sono puntati sul Mar Nero. Mosca avrebbe sventato un «attacco terroristico» pianificato contro una nave da guerra della flotta russa e di aver arrestato un marinaio russo reclutato dall’intelligence ucraina. Inoltre, il servizio di sicurezza federale russo avrebbe individuato una nave straniera, utilizzata per il trasporto del grano, che in precedenza potrebbe essere stata usata per consegnare esplosivi all’Ucraina. E Kiev accusa Mosca di impedire la navigazione nell’area della Crimea. «In questo modo, la Federazione Russa blocca di fatto il movimento delle navi in direzione dei porti marittimi dell’Ucraina».Negli ultimi nove giorni, 26 infrastrutture portuali e cinque navi civili sono state danneggiate o parzialmente distrutte dagli attacchi russi in Ucraina. Non solo mare perché procede anche la controffensiva via terra da parte delle forze ucraine. «Non ha avuto successo in nessun ambito di combattimento» ha detto Putin, «Tutti i tentativi di controffensiva, ha aggiunto, sono stati fermati e il nemico è stato respinto con pesanti perdite. Oggi (le forze ucraine) - ha proseguito il leader del Cremlino - che hanno cercato di recuperare attrezzature militari abbandonate o distrutte, i feriti e i corpi delle vittime lasciate ieri sul campo di battaglia, sono state anch’esse disperse». Londra nega questo fallimento e Washington ha detto che è arrivato il momento più intenso dell’attacco. Kiev infatti ha lanciato una nuova controffensiva sul fronte sud inviando anche le linee tenute fino ad adesso in riserva. Un generale di Kiev però ha riconosciuto le difficoltà della controffensiva a Sud. Putin, mentre si continua a combattere, continua a tessere le tele delle sue relazioni con i Paesi amici. Il ministro della Difesa Sergej Shoigu si è recato in Corea del Nord in occasione del 70° anniversario dell’armistizio che pose fine alla guerra tra le due Coree, nel 1953, celebrato nel Nord come il Giorno della Vittoria. In una lettera Putin si è congratulato con Kim, che ha colto l’occasione per mostrare al ministro russo armi e missili di nuova generazione prodotte come parte del piano di difesa nazionale della Corea del Nord, e ha ripetutamente espresso la sua convinzione che l’esercito e il popolo russo otterranno grandi successi. Secondo Washington il leader nordcoreano sostiene l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca, anche fornendo razzi e missili. Amici ma anche molti nemici, come il premier irlandese Leo Varadkar che ha detto: «Non penso che l’Irlanda manderà condoglianze se morirà il presidente russo Vladimir Putin, immagino che non saremmo presenti ai funerali». Intanto su tutti i media internazionali è stata pubblicata una fotografia che ritrae il leader del gruppo Wagner, Evgeny Prigozhin, mentre stringe la mano a Freddy Mapouka, capo del protocollo del presidente della Repubblica Centrafricana, Faustin-Archange Touadéra, e che sarebbe stata scattata a margine del vertice tra Russia e Africa in corso a San Pietroburgo. Questa, se fosse vera, sarebbe la prima foto ufficiale del capo della Wagner ritratto in Russia dopo l’ammutinamento e la marcia su Mosca del mese scorso.
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)