2025-03-08
Pure il Papa manda un segnale contro le armi
«Vatican News» boccia Bruxelles. Francesco prosegue la ventilazione ad alti flussi e quella meccanica.«In assenza di informazioni mediche», hanno detto ieri mattina le «fonti vaticane», «si può presumere che il Pontefice mantiene la sua stabilità, all’interno sempre di questo quadro complesso per il quale i medici tengono ancora riservata la prognosi». Come era stato annunciato giovedì, ieri non è stato diffuso il consueto bollettino medico serale sulla salute del Papa ricoverato al Policlinico Gemelli dal 14 febbraio scorso, affetto da una «polmonite bilaterale». La situazione attuale viene definita, in sintesi, «un tempo di attesa». «La giornata è trascorsa tra riposo, preghiere, terapie e fisioterapie. Il Papa ha lavorato ed è stato 20 minuti in cappella». L’audio di 20 secondi con la voce sofferente (in lingua spagnola) di Francesco, diffuso giovedì sera prima del rosario in piazza San Pietro alle 21, ha mostrato da una parte la ferrea volontà di papa Bergoglio di farsi sentire e ringraziare i fedeli che da giorni si ritrovano per pregare per lui, dall’altra ha reso in qualche modo evidente la gravità del suo stato per il respiro estremamente affaticato e corto. È vero che il Papa è «stabile», ma è anche vero che non si segnalano più quei «lievi miglioramenti» avvertiti nei bollettini che seguivano di qualche giorno il ricovero, e la voce di ieri sera ha dato anche a medici esperti che l’hanno sentita la possibilità di confermare che il quadro è «stabile», ma assai grave. Tuttavia, si può registrare che perlomeno da qualche giorno il Papa non ha più presentato crisi respiratorie, le ultime due lunedì 3 marzo. È stato lo stesso Francesco a volere registrare l’audio con il saluto ai fedeli in preghiera per lui, con una decisione che è maturata ieri l’altro in giornata, segno anche questo di un Papa che sente la vicinanza dei fedeli e ha voluto ringraziare direttamente. Le fonti d’Oltretevere sottolineano che «il desiderio di farlo, come emergeva anche dall’Angelus di domenica scorsa, si è unito al momento in cui questo è stato possibile».Ieri ha proseguito la terapia prescritta e la fisioterapia motoria, ha fatto sapere la sala stampa. «Per quanto riguarda la somministrazione di ossigeno continua l’alternanza tra notte e giorno: ventilazione meccanica di notte con la mascherina e ossigenazione ad alti flussi durante il giorno, tramite le cannule al naso». Una sorta di terapia semi-intensiva. Parte della terapie vengono somministrate con il Papa in poltrona e le sue giornate continuano a trascorrere tra riposo, preghiera e lavoro. Nessuna notizia su eventuali visite ricevute e nulla si sa dell’Angelus di domani, ma è piuttosto difficile pensare che il Papa possa tenerlo direttamente.In qualche modo però il Papa si è fatto sentire anche nel dibattito attuale su ReArm Europe e la situazione degli equilibri internazionali per risolvere la situazione in Ucraina. L’editoriale uscito su Vatican news, a firma del direttore editoriale dei media vaticani, Andrea Tornielli, è un segnale importante, perché da un pulpito ufficiale fa sentire la voce del Papa. Leggendo quelle righe viene difficile pensare a quei movimenti cattolici che magari sono tentati di intrupparsi nella «piazza per l’Europa» del 15 marzo. «L’Europa, negli ultimi tre anni, si è purtroppo dimostrata anch’essa incapace di iniziativa e creatività diplomatica», ha scritto il direttore editoriale dei media vaticani. «È sembrata in grado soltanto di rifornire di armi l’Ucraina, ingiustamente aggredita dalle truppe russe, ma non di proporre e perseguire, al contempo, concrete vie negoziali per mettere fine al sanguinoso conflitto». Qui ricordiamo l’impegno per la pace in Ucraina di papa Francesco, quando, fin dal principio dell’aggressione russa, si è prodigato per tentare di coinvolgere tutte le parti in causa, senza farsi tirare per la talare da nessuno.L’editoriale di Vatican news si chiede perché l’Europa, che si prepara a mettere sul piatto 800 miliari in armi, non li investa, invece, «per combattere la povertà, per finanziare programmi in grado di migliorare le condizioni di vita di chi fugge dai propri Paesi a causa di violenze e miseria, per migliorare il welfare, l’educazione e la scuola, per garantire un futuro umano alla tecnologia, né per assistere gli anziani». È questa la via per riscoprire «le nostre radici e valori»? La voce di Francesco è flebile, ma è in queste parole, come quelle che ha ripetuto molte volte nel suo pontificato contro le armi. «È il prevalere, ancora una volta, di quello che Francesco nell’aprile 2022 aveva definito lo “schema della guerra”, che porta a “fare investimenti per comprare le armi” dicendo “ne abbiamo bisogno per difenderci”». Parole che fischiano come bombe nelle orecchie di qualche pacifista cattolico eventualmente tentato di scendere in piazza il prossimo 15 marzo «per l’Europa».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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