2025-11-07
I giudici boicottano pure le Olimpiadi
Dopo il Ponte tocca ai Giochi. Per il gip sarebbe «incostituzionale» il decreto con cui il governo ha reso «ente di diritto privato» la Fondazione Milano-Cortina. Palla alla Consulta. Si rifà viva la Corte dei Conti: la legge sugli affitti brevi favorirà il sommerso.Da luglio la decisione sembrava bloccata nei cassetti del tribunale. Poi, due giorni dopo l’articolo della Verità che segnalava la paralisi, qualcosa si è sbloccato. E così il giudice delle indagini preliminari Patrizia Nobile ha accolto la richiesta della Procura di Milano e ha deciso di rimettere alla Corte Costituzionale il decreto legge del governo Meloni che, nell’estate 2024, aveva qualificato la Fondazione Milano-Cortina 2026 come «ente di diritto privato». La norma era stata pensata per mettere la macchina olimpica al riparo da inchieste e blocchi amministrativi, ma ora finisce sotto la lente della Consulta per possibile incostituzionalità.La decisione arriva dopo mesi di attesa e una serie di rinvii che avevano irritato anche i vertici giudiziari milanesi. Del resto, ai piani alti del palazzo di giustizia si temeva che una scelta tardiva, in pieno inverno, potesse ricadere sulle Olimpiadi, che inizieranno tra novanta giorni. Ora, invece, il gip ha deciso di decidere. E così dopo il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina (bocciato dalla Corte dei Conti) e il decreto sugli affitti brevi (criticato sempre dalla magistratura contabile), ora si apre un nuovo fronte tra esecutivo e toghe, questa volta sui giochi olimpici. L’11 giugno 2024, all’interno del decreto «Ricostruzione post-calamità», il governo aveva inserito una norma che escludeva la Fondazione Milano-Cortina dal diritto pubblico e dal codice degli appalti, definendola soggetto «operante secondo criteri imprenditoriali». Per la Procura - con i pm Tiziana Siciliano, Alessandro Gobbis e Francesco Cajani - quella disposizione era una norma su misura, concepita per disinnescare l’inchiesta in corso e priva di reale urgenza. La giudice Patrizia Nobile ne ha condiviso la lettura: il decreto, ha scritto, incide direttamente sui procedimenti penali e oltrepassa l’ambito della legge che lo contiene. Una valutazione che equivale a un cartellino giallo costituzionale: la parola passa alla Consulta, ma la decisione arriverà solo dopo i Giochi olimpici. Sul piano penale le indagini restano sospese. Ma dopo la decisione della Corte potrebbero riaprirsi allargando il loro raggio d’azione. Al momento sono due le gare al centro del fascicolo: la prima del 2021, affidata a Vetrya per 1,9 milioni; la seconda del 2023, assegnata a Deloitte Consulting.Nella sua relazione tecnica, il consulente della Procura Stefano Martinazzo ha evidenziato «criticità nella gestione dei rapporti contrattuali e nei principi di trasparenza», segnalando che Deloitte avrebbe ricevuto informazioni privilegiate e presentato un ribasso tardivo non previsto da alcuna clausola di esclusiva. Per i pm, la Fondazione resta un soggetto di natura pubblica, guidato da organi di nomina statale e vincolato a finalità di interesse generale. A confermarlo è stata anche la Corte dei Conti del Veneto, che nel bilancio al 31 dicembre 2023 ha rilevato un disavanzo di 107,8 milioni di euro e ricordato che, se servirà coprirlo, a pagare saranno Stato e amministrazioni locali. La vicenda olimpica è solo l’ultimo capitolo di una frattura sempre più profonda tra magistratura e governo. Il Senato ha appena approvato la riforma Nordio, che separa le carriere di giudici e pubblici ministeri e istituisce due distinti Consigli superiori della magistratura. Per il governo è una riforma «di equilibrio e modernità»; per le toghe, invece, una cesura storica che riduce l’autonomia dei pm e avvicina la giustizia alla politica.Approvata senza la maggioranza dei due terzi, la riforma dovrà passare dal referendum confermativo, previsto nella primavera 2026, proprio a ridosso della decisione della Consulta sul decreto olimpico. Tra Corte costituzionale e urne, la giustizia torna così al centro del confronto istituzionale, e ogni scelta dei tribunali - come quella su Milano-Cortina - diventa un test politico. Non solo. Sul Ponte di Messina, la tensione è già esplosa dopo che la Corte dei Conti ha negato il visto di legittimità alla delibera Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) che approvava il progetto definitivo, segnalando lacune documentali, incertezze sui costi e coperture incomplete. Il ministero delle Infrastrutture, guidato da Matteo Salvini, ha parlato di «sabotaggio burocratico», accusando la magistratura contabile di voler frenare un’opera «strategica per il Paese». La Corte ha replicato che il suo compito è quello di garantire la vigilanza preventiva sulla spesa pubblica, ricordando che il progetto non dispone ancora di una stima economica certificata.Anche sul fronte degli affitti brevi la tensione resta alta, e ora è la Corte dei Conti a lanciare l’allarme. Con l’entrata in vigore del Codice identificativo nazionale (Cin) per tutte le locazioni turistiche, previsto dal decreto Coesione, il governo rivendica di aver imposto regole e trasparenza in un settore in forte crescita. Ma secondo i giudici contabili, le nuove norme fiscali rischiano di spingere una parte del mercato nell’irregolarità. Nell’ultima relazione, la Corte ha avvertito che la differenza di regime fiscale tra affitti brevi e locazioni ordinarie «potrebbe incentivare il fenomeno delle locazioni non dichiarate», ampliando l’area del sommerso. Mentre la fiamma olimpica si prepara ad accendersi, la battaglia tra magistratura e governo resta aperta. Nel frattempo Palazzo Chigi difende il decreto, rivendicando di aver agito per garantire la riuscita e la trasparenza dei Giochi nel rispetto delle norme europee.
Cartelli antisionisti affissi fuori dallo stadio dell'Aston Villa prima del match contro il Maccabi Tel Aviv (Ansa)
Il neo sindaco di New York Zohran Mamdani (Ansa)
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