2020-06-08
Ricatto sulla salute per far passare il Mes
Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri (Ansa)
Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute, parla di «occasione imperdibile». Dario Franceschini e Roberto Gualtieri in pressing su Giuseppe Conte. Il pd Enrico Borghi, membro del Copasir, allerta sull'eventuale nuova recrudescenza del virus.Gran lavorio e convergenza forse non casuale di Pd, M5s e virologi consulenti del governo, per rialimentare la paura se non addirittura il panico sanitario - nonostante che i dati di questi giorni siano particolarmente rassicuranti - con un unico oggettivo punto di caduta politico: una forzatura per far passare il Mes in fretta e furia. La giornata di ieri si è aperta con due segnali clamorosi. Intervistato su Il Sole 24 Ore, il consigliere del ministero della Salute, Walter Ricciardi, spingendosi in un territorio che nulla ha a che fare con la prevenzione e l'immunologia, si è prodotto in una sortita tutta politica, definendo le risorse del fondo Salvastati «un'occasione imperdibile per rilanciare il servizio sanitario nazionale». «Ricciardi non ha dubbi», chiosa esplicitamente il quotidiano di Confindustria. Ancora più stupefacente un lungo e informato passaggio del retroscena politico della Stampa, tutto costruito sull'agenda che il Pd vuole far adottare a Giuseppe Conte. Citiamo testualmente: «I ministri di punta del Pd, Dario Franceschini e Roberto Gualtieri, hanno chiesto in queste ore a Conte di avviare senza indugio le procedure per accettare il Mes». E come mai? Il quotidiano torinese cita due presunte ragioni. La prima è la fotocopia del ragionamento di Ricciardi, stavolta attribuito al segretario del Pd: «Non farlo», sostiene Zingaretti, «sarebbe buttare dalla finestra l'occasione per riuscire a trasformare il nostro sistema sanitario nel migliore d'Europa». Ma attenzione alla seconda ragione evocata dalla Stampa, che in questo caso mette alcune dichiarazioni fortissime, non smentite nella giornata di ieri, in bocca a Enrico Borghi, parlamentare autorevole del Pd e membro del Copasir: «Il ministero della Salute ha inviato una circolare alle regioni per chiedere entro fine giugno un rapporto su come si intenda fronteggiare l'eventuale recrudescenza del Covid 19. Ma dal fronte ospedaliero, al Pd e non solo a noi, arriva un allarme: quello che riguarda le patologie latenti, ovvero le patologie non curate o curate male in questi ultimi tre mesi. C'è il timore di un'ondata, destinata a investire reparti e terapie intensive. Una cosa seria». Riprende e conclude l'articolo della Stampa: «I ministri del Pd lo hanno detto a Conte: accelera sul Mes, anche senza passare dal Parlamento».Ecco, quest'ultimo passaggio è istituzionalmente eversivo: l'idea di ricorrere a uno strumento finanziario che prevede vincoli e controlli senza il prescritto avallo del Parlamento (dove peraltro la maggioranza giallorossa - ad oggi - non ci sarebbe) è tecnicamente fuori e contro le regole. Ma anche le affermazioni precedenti, attribuite tra virgolette a un esponente di primo piano del Pd, lasciano interdetti. A cosa si riferisce Enrico Borghi? A una nuova ondata Covid che nessuno è in grado di affermare con certezza? A qualcosa che non conosciamo? Oppure ad arretrati (interventi, liste d'attesa, eccetera) che però non possono certo essere affrontati con i tempi necessariamente lunghi della eventuale costruzione di nuovi ospedali? Questo virgolettato ha suscitato la reazione di un altro membro del Copasir, il vice presidente Adolfo Urso (Fdi), che, sentito dalla Verità, ha preannunciato: «Chiederò subito un'informativa attraverso il Copasir ai servizi perché a noi sinora non risulta nulla e nulla ci è stato comunicato in alcuna forma. Se è un allarme fondato dobbiamo saperlo, affinché si predispongano le contromisure; se è una fake dobbiamo evitare che su essa si costruiscano teoremi e speculazioni e ingiustificati allarmi». Sta di fatto che ieri anche alcuni esponenti grillini, con singolare tempismo, hanno dato un segnale di ammorbidimento rispetto al Mes. Più esplicito il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, interpellato da SkyTg24: «Soldi senza vincoli e vantaggiosi, e anche in tempi rapidi. Allora va bene». Meno esplicita, me per tanti versi ancora più clamorosa, l'apertura di Roberta Lombardi, sentita dal Corriere della Sera: «Il Mes? Odio le posizioni pregiudiziali. A oggi la fine delle condizionalità è scritta sulla sabbia. Ma se alla fine dell'iter fosse ratificato il cambiamento, si può pensare di esaminarlo in tutte le sue possibili implicazioni». Insomma, unendo i puntini come in un esercizio di enigmistica, viene fuori un disegno abbastanza chiaro: c'è chi punta a rendere di nuovo tesissima la corda dell'emergenza sanitaria, per giustificare senza tante discussioni un'adesione dell'Italia al Mes, nonostante l'apparato di controlli e vincoli che La Verità ha illustrato da mesi. A fine mattina di ieri, non è mancato un ulteriore contributo al clima di paura nemmeno a fine Angelus, quando papa Bergoglio, sorprendentemente, ha vestito a sua volta panni da virologo: «Il rischio non è passato, rispettiamo le regole». Un altro tassello che dà l'idea dell'atmosfera che si prepara.
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