2022-06-12
Si chiama Prossima la «Open» del Pd: per i pm è il bancomat di favori per Oddati
Secondo l’inchiesta di Napoli l’ex braccio destro di Nicola Zingaretti cerca, dal fondatore dell’associazione, lavoro per una giornalista dem.Si chiama Prossima, è la piccola Open del Pd. Pensata dalla sinistra del Partito democratico per trattenere dentro gli uomini che, dopo l’avvicendamento tra Nicola Zingaretti ed Enrico Letta cominciavano a guardare verso il partito di Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza e col quale hanno cercato di dialogare. È stata fondata da Nicola Oddati, ex braccio operativo di Zinga scelto poi da Letta per guidare le Agorà democratiche, accusato dalla Procura di Napoli di essere il promotore di una associazione a delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti, alla corruzione, alla rivelazione di segreto e al traffico illecito di influenze. E sarebbe stata usata per scambiarsi qualche favore con uno degli imprenditori al centro dell’inchiesta. Diego Righini, che nel grande affare per il rilancio di Rione Terra a Pozzuoli (appalto che aveva puntato Salvatore Musella, l’imprenditore al centro dell’indagine) avrebbe gestito le attività di spettacolo e culturali, in quanto titolare di una agenzia di pubbliche relazioni e conoscitore di molte personalità del mondo dello spettacolo. Nell’inchiesta, Righini è anche colui che ha promesso, stando agli accertamenti giudiziari, di retribuire Oddati tramite quelli che la polizia giudiziaria definisce «fittizi rimborsi spese» attraverso la sua agenzia, «come remunerazione per l’illecita attività di intermediazione». È stato Oddati durante un pranzo, il 14 luglio 2021 a Roma, a «richiedere denaro senza che ciò potesse comportargli delle segnalazioni per operazioni sospette». Righini, però, è tra i fondatori (nonché tesoriere) di Prossima, che propaganda la redistribuzione delle ricchezze e la patrimoniale, insieme ad Armida Filippelli, Marco Furfaro, Erasmo Palazzotto, Francesco Simoni, Stefano Vaccari e Laura Santangelo. Nel paragrafetto dedicato a Prossima dagli investigatori si legge che «avrebbe accolto, quali membri, anche Michele Emiliano (presidente della Regione Puglia), Paola De Micheli (ex ministro delle Infrastrutture), Rinaldo Melucci (ex sindaco di Taranto)». E tra i piaceri chiesti a Righini da Oddati è spuntata fuori una richiesta di assunzione. Bisognava piazzare come addetto stampa Barbara, una giornalista dell’orbita dem che a Catanzaro, di fianco a Letta, ha partecipato alla manifestazione di sostegno al candidato sindaco Nicola Fiorita. Dagli accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria è emerso che «la stessa, appartenente al Partito democratico, è stata nominata collaboratore esperto al 50 per cento del presidente del gruppo consiliare Pd in Regione Calabria dal capogruppo Sebastiano Romeo (indagato, ndr) fino al 2020. Allo stato non risulta svolgere attività lavorativa». Ed è scattato il soccorso rosso di Oddati. Ovviamente Romeo, stando alle accuse, avrebbe dovuto dare una mano a Musella per gli appalti in Calabria. E, così, sul piatto Oddati mette per la giornalista una collaborazione con Prossima da 600 euro al mese, specificando, però, che «il tutto dipende da Nicola Irto (consigliere regionale del Pd in Calabria)». Col quale Romeo avrebbe dovuto parlare. Oddati e Barbara decidono di incontrarsi a Roma ad aprile, occasione durante la quale avrebbe firmato il contratto con Righini per Prossima, che ha sede, annotano gli inquirenti, «allo stesso indirizzo della della società Geosintesi spa, riconducibile al Righini». Romano, classe 1976, negli atti Righini viene definito «tecnico e manager, collegato ad ambienti politici romani». Che, stando alla sua biografia presente sul sito di un’altra associazione culturale romana, non sono esattamente quelli che ci si aspetterebbe dal tesoriere di un associazione collegata al Pd. Righini, infatti, racconta di aver lavorato «dal 2002 al 2006 alla Camera dei deputati, segreteria particolare del vicepresidente Publio Fiori», con una certa ubiquità, visto che dal 2004 al 2005 avrebbe lavorato anche alla Regione Lazio, nella «segreteria particolare» di uno degli assessori della giunta di centrodestra, dove, secondo quanto risulta alla Verità, si sarebbe occupato dei rapporti con gli oratori. Tra il 2008 e il 2012 avrebbe svolto il ruolo di «portavoce del presidente del XX Municipio di Roma (oggi XV, ndr)», quello di Roma Nord, storica roccaforte, almeno fino al 2013, della destra romana. Alla quale, secondo alcune fonti, Righini tenterebbe ancora di rimanere legato, tanto da aver tenuto un intervento «come presidente associazione Geotermia zero emissioni Umbria-Lazio» alla conferenza programmatica di Fdi a Milano del mese scorso, il cui video è sulla pagina Facebook del manager. Sempre secondo il suo curriculum, Righini è pure a capo di un’associazione impegnata «nella produzione del Festival internazionale del film corto “Tulipani di seta nera” con la Rai». Pur essendo stato, come gli altri indagati, oggetto di una perquisizione, sembra tranquillo. Proprio ieri ha pubblicato sul profilo Linkedin le sue intenzioni di voto ai referendum sulla giustizia. Quattro sì e il no al quesito sull’abrogazione della legge Severino, «perché chi è condannato non si deve candidare o non deve amministrare».
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.