2025-12-03
La Lega reagisce all’assedio: «Fare chiarezza»
Interrogazione urgente dei capogruppo a Carlo Nordio sui dossier contro figure di spicco.La Lega sotto assedio reagisce con veemenza. Dal caso Striano all’intervista alla Verità della pm Anna Gallucci, il Carroccio si ritrova sotto un fuoco incrociato e contrattacca: «La Lega», dichiarano i capigruppo di Camera e Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, «ha presentato un’interrogazione urgente al ministro Carlo Nordio sul caso del dossieraggio emerso nei giorni scorsi a danno del partito e di alcuni suoi componenti. Una vicenda inquietante, che coinvolge il finanziere indagato Pasquale Striano e l’ex procuratore Antimafia Federico Cafiero de Raho, attualmente parlamentare 5 stelle e vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulle mafie. Ciò che è accaduto è gravissimo, pericoloso, e va oltre ogni logica di opposizione politica», concludono, «mettendo a rischio la democrazia e le istituzioni. Venga fatta chiarezza subito».Un intreccio opaco, una convergenza di attacchi che possono avere un unico filo conduttore, come sottolineano al nostro giornale alcuni dei parlamentari più esperti del Carroccio: «Mettiamo insieme», dice alla Verità il senatore Gianluca Cantalamessa, responsabile del dipartimento Antimafia della Lega, «i fatti emersi in merito a De Raho e il dossieraggio, le famose intercettazioni di Luca Palamara su Salvini che per alcune toghe “doveva essere attaccato” e le rivelazioni del pm Gallucci in merito al monito della Procura. Se tre indizi fanno una prova, sembra chiaro che una parte della magistratura voleva e vuole colpire la Lega. Su queste notizie intendiamo andare fino in fondo. La politica», aggiunge Cantalamessa, «dovrebbe stare fuori dalla magistratura e la magistratura non dovrebbe fare politica in un Paese democratico».«La testimonianza della Gallucci», sottolinea alla Verità il deputato del carroccio Andrea Crippa, «conferma una verità indiscutibile: parte della magistratura è politicizzata. L’obiettivo? Far fuori la Lega. Dal caso Palamara in poi non ci sono più dubbi. La riforma della giustizia è sempre più necessaria, urgente e non prorogabile». Sull’intervista rilasciata dalla pm Gallucci al nostro vicedirettore Giacomo Amadori era già intervenuto il leader della Lega, Matteo Salvini: «Leggo con enorme stupore e amarezza la coraggiosa intervista della pm Gallucci alla Verità. Rivela come il procuratore Ambrogio Cartosio avesse organizzato una conferenza stampa facendo capire di non voler precisare la mia totale estraneità rispetto a un’indagine che coinvolgeva un’associazione di sostenitori. È la seconda volta che emergono notizie sconvolgenti, con magistrati che cercano di mettermi in difficoltà. La prima», ricorda Salvini, «è la tristemente famosa intercettazione di Palamara, in cui ammetteva candidamente che avevo ragione a difendere i confini ma andavo attaccato. In queste condizioni è arduo avere fiducia nella magistratura: eppure resto convinto che le toghe politicizzate siano una minoranza molto pericolosa che è necessario isolare per il bene della democrazia. Non possono usare il potere in modo distorto».Alcune delle dichiarazioni della Gallucci hanno provocato sconcerto tra i leghisti: «Non ho fatto niente di particolare», ha detto tra le altre cose la pm, «le indagini capitano. E mi era successo di occuparmi sia del centrodestra che del centrosinistra in un’inchiesta sul voto a Termini Imerese. Posso dirle che quando mi sono imbattuta nel centrosinistra ho avuto qualche grattacapo. Cartosio mi aveva dato come direttiva quella di procedere con richiesta di misura cautelare per i fatti che riguardavano il partito Noi con Salvini, dicendomi che era iniziativa condivisa con il procuratore generale Roberto Scarpinato, con cui, però, non mi sono mai confrontata. Le risultanze delle mie indagini, che, come detto, erano più ampie e toccavano altri gruppi, non furono giudicate rilevanti da Cartosio, che mi indicò di chiedere l’archiviazione. Ho ritenuto di dover procedere ugualmente nei confronti di tutti i soggetti che erano emersi dalle indagini, spiegando le mie ragioni». Non solo: «Ricordo che il procuratore, titolare per legge dei rapporti con i cronisti», ha rivelato ancora la Gallucci alla Verità, «mi autorizzò a partecipare con lui a una conferenza stampa, all’indomani delle politiche 2018, indetta per l’esecuzione di una misura cautelare nei confronti di un presunto esponente di Noi con Salvini. Il mio ex capo ritenne tuttavia irrilevante precisare, come da me proposto, che dalle indagini era emerso che il senatore Salvini non fosse neppure a conoscenza della vicenda». Sia Cartosio che Scarpinato, ricordiamolo, hanno smentito le dichiarazioni della Gallucci.
Adolfo Urso (Imagoeconomica)