2021-11-12
Prossima mossa: niente card con il tampone
Donato Greco (Cts) all'attacco dei test anti Covid: «Sono l'anello debole, aboliamoli». C'è già la velina per i comitati regionali di nuoto: da gennaio, foglio verde solo per vaccinati e guariti. Il governo deciderà se applicare da subito la stretta anche a fabbriche e ufficiSi potrà lasciare una copia della tessera al datore, che così saprà chi ha avuto gli «shot»Lo speciale contiene due articoli«Il tampone è l'anello debole del green pass, prima o poi dovremo ragionare sulla sua abolizione»: Donato Greco, epidemiologo, componente del Comitato tecnico scientifico, rilancia una notizia estremamente importante. Intervistato da Rai Radio 1, Greco ammette candidamente quello che molti prevedevano: «Prima o poi» non sarà più possibile ottenere il green pass anche con un tampone negativo, ma il certificato verde sarà rilasciato solo ai vaccinati e ai guariti dal Covid. Più prima che poi: a quanto apprende La Verità da fonti bene informate, ai comitati regionali del nuoto sarebbe stato comunicato dai vertici nazionali che già dal prossimo gennaio occorre prepararsi alle nuove regole, ovvero al green pass tarato sul modello 2G e non più al 3G. Il significato di 3G, ricordiamolo, deriva dal tedesco geimpft, genesen, getestet (vaccinato, guarito, testato), ed è il green pass così come lo utilizziamo oggi in Italia, ovvero attraverso la vaccinazione, un certificato di guarigione dal Covid o un tampone negativo. Il certificato 2G, soprannominato anche super green pass, invece, può essere ottenuto solo dai vaccinati e dai guariti: il tampone negativo non vale più. È questa la strada che sta prendendo l'Italia: naturalmente, come è ben comprensibile, abolire il tampone negativo, come ipotizzato da Greco e come riferito dalle nostre fonti, significa introdurre di fatto un obbligo vaccinale, ma ancora una volta senza avere il coraggio politico di farlo esplicitamente. L'altro ieri, l'idea di introdurre anche in Italia la regola del 2G è stata esplicitamente suggerita al governo dal governatore del Trentino Alto Adige, Arno Kompatscher: «Abbiamo chiesto a Roma», ha detto Kompatscher, «di consentire vantaggi per i vaccinati, come già avviene in alcuni paesi europei con la regola 2G». Anche Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute, ha proposto di introdurre in Italia il green pass 2G: «Finora i green pass hanno funzionato», ha detto Ricciardi al Messaggero, «ma sono convinto che, per la stagione invernale che ci costringe più al chiuso e a contatto con gli altri, bisognerebbe rivederne la concessione limitando la libertà solo ai vaccinati e ai guariti dal Covid. Chi non è vaccinato può accedere ad alcuni luoghi o usare alcuni servizi come i trasporti a lunga percorrenza anche mostrando il tampone effettuato 48 ore prima. Sono dell'idea, invece, che il tampone sia il punto debole del sistema. Non assicura la protezione e la non trasmissione del virus, se non al 30%. Ecco perché», ha aggiunto Ricciardi, «gli accessi ai luoghi pubblici o a quelli di lavoro andrebbero limitati solo ai vaccinati con green pass, escludendo la possibilità a chi ha un tampone valido». Sguaina il super green pass anche Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. «Per andare al cinema, teatro, stadio, palestra», dice Bassetti a La 7, «bisogna essere vaccinato o guarito. Le altre attività si possono fare con un green pass normale: prendere un aereo, un treno, andare a lavorare. Sono convinto che questo spingerebbe moltissimo la vaccinazione, per recuperare quel 4-5% che ci manca per arrivare ad un'immunità di sicurezza. Mentre austriaci e tedeschi hanno introdotto il 2G», aggiunge Bassetti, «noi aspettiamo. Cosa aspettiamo, di vedere gli ospedali pieni?». Ieri a Berlino il probabile futuro cancelliere tedesco, Olaf Scholz, in procinto di guidare la coalizione composta da Spd, Verdi e Liberali, in un discorso al Bundestag si è detto favorevole alla regola del 2G per l'accesso ai locali pubblici, ai musei e alle palestre, consentendo l'ingresso solo a vaccinati e guariti. La capogruppo dei Verdi, Katrin Goering-Eckardt, ha argomentato che «abbiamo bisogno delle regole del 2G». La Sassonia, è stato il primo Länder tedesco a introdurre, domenica scorsa, l'obbligo del green pass rafforzato, il 2G, per accedere a ristoranti, bar, eventi culturali. In Austria, da lunedì scorso, è in vigore l'obbligo del green pass 2G, quindi rilasciato solo a vaccinati e guariti, per accedere a ristoranti, bar, pasticcerie, strutture ricettive come hotel ostelli e bed and breakfast, per recarsi dal parrucchiere, dall'estetista, e per partecipare a eventi, culturali o sportivi, con 25 o più persone. Lasciapassare sanitario 2G anche per accedere a ospedali e case di cura. Per un mese, a partire da lunedì scorso, in Austria è in vigore un periodo di transizione per consentire ai cittadini di adeguarsi alle nuove regole. Per quattro settimane, un vaccinato con la prima dose e un tampone molecolare negativo potrà infatti accedere alle zone e ai locali riservati ai vaccinati, per avere il tempo di farsi inoculare la seconda dose e ricevere così il 2G. Il 3G, ovvero il certificato rilasciato anche a chi ha il tampone negativo, continua a essere valido per recarsi al lavoro. Il punto è proprio questo: se verranno confermate le indiscrezioni e le ipotesi sull'introduzione anche in Italia del super green pass, il 2G, rilasciato solo a vaccinati e guariti, e quindi abolendo il tampone, con quali modalità procederà il governo? È prevedibile che la eventuale introduzione del 2G obbligatorio partirà dai locali pubblici, dalle palestre e così via, come è stato per il primo certificato. Il nodo da sciogliere riguarderà i luoghi di lavoro: abolire il tampone per i dipendenti pubblici e privati sarebbe un cambiamento epocale, destinato a scatenare una vera e propria ondata, è il caso di dirlo, di proteste. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/prossima-mossa-niente-card-con-il-tampone-2655538596.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="nel-dl-green-pass-spunta-la-norma-che-sopprime-la-privacy-sul-lavoro" data-post-id="2655538596" data-published-at="1636668573" data-use-pagination="False"> Nel dl green pass spunta la norma che sopprime la privacy sul lavoro Controlli più veloci in cambio di zero privacy. Tra le novità introdotte dal decreto green pass, votato al Senato mercoledì sera (con la fiducia posta dal governo: 199 voti a favore, 38 contrari), c'è la semplificazione delle verifiche che scatterebbe per i lavoratori del settore privato, che possono chiedere di consegnare al proprio datore di lavoro una copia della certificazione verde. Così facendo, «sono esonerati dai controlli da parte dei datori di lavoro», per tutta la durata della validità della certificazione vaccinale. La novità è contenuta in un emendamento al decreto legge 127 del 21 settembre 2021, quello sull'obbligo del green pass per andare a lavorare. L'emendamento del Pd, con prima firmataria la senatrice Valeria Fedeli, è stato condiviso da gran parte dei gruppi di maggioranza, è stato riformulato dal governo e approvato dalla commissione Affari costituzionali del Senato. In teoria, si tratta di una semplificazione importante, considerando che se il datore di lavoro manca il controllo, rischia una sanzione tra i 400 e i 1.000 euro. Tuttavia, questa è una mossa che contrasta con quanto stabilito finora dal Garante della privacy sul trattamento delle informazioni contenute nel green pass del lavoratore. Infatti, potrà consegnare la certificazione verde chi è vaccinato quindi in possesso di un green pass valido da 9 a 12 mesi. Chi invece non è vaccinato ed effettua tamponi un paio di volte a settimana, non può consegnare la card, perché d ogni tampone il Qr code cambia: il ministero invia un sms al lavoratore che scarica un nuovo green pass. A questo punto il datore di lavoro sa perfettamente chi è vaccinato e chi no, informazione finora «protetta». Quindi, giuridicamente si consente di violare la privacy di un cittadino su dati sensibili come quelli sanitari. La semplificazione, inoltre, pare preludere allo sbandierato super green pass per vaccinati e guariti, sul modello del 2G in vigore in Austria, che prevede la frequentazione di bar, hotel e ristoranti solo per i vaccinati e un lockdown mascherato per i no vax. A lanciare per primo l'idea di istituirlo anche in Italia è stato il governatore altoatesino Arno Kompatscher e ieri lo ha ribadito convintamente il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova: «Cosa aspettiamo, di vedere gli ospedali pieni?». Tra le novità anche la rassicurazione ai dipendenti ai quali scade la tessera durante il turno lavorativo: viene stabilito che il dipendente può continuare a svolgere le sue mansioni fino al termine dell'orario senza incappare nella sanzione (si va dai 600 ai 1.500 euro) prevista per chi lavora con green pass scaduto. Inoltre c'è un cambiamento anche per i lavoratori in aziende con meno di 15 dipendenti: finora, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, questi dipendenti venivano sospesi e il datore di lavoro poteva rimpiazzarli con un contratto di sostituzione di durata massima di 10 giorni e rinnovabile una sola volta. Ora viene precisato che i 10 giorni sono tutti lavorativi, e che il contratto può essere rinnovato più volte purché entro il 31 dicembre 2021.
Gli abissi del Mar dei Caraibi lo hanno cullato per più di tre secoli, da quell’8 giugno del 1708, quando il galeone spagnolo «San José» sparì tra i flutti in pochi minuti.
Il suo relitto racchiude -secondo la storia e la cronaca- il più prezioso dei tesori in fondo al mare, tanto che negli anni il galeone si è meritato l’appellativo di «Sacro Graal dei relitti». Nel 2015, dopo decenni di ipotesi, leggende e tentativi di localizzazione partiti nel 1981, è stato individuato a circa 16 miglia nautiche (circa 30 km.) dalle coste colombiane di Cartagena ad una profondità di circa 600 metri. Nella sua stiva, oro argento e smeraldi che tre secoli fa il veliero da guerra e da trasporto avrebbe dovuto portare in Patria. Il tesoro, che ha generato una contesa tra Colombia e Spagna, ammonterebbe a svariati miliardi di dollari.
La fine del «San José» si inquadra storicamente durante la guerra di Successione spagnola, che vide fronteggiarsi Francia e Spagna da una parte e Inghilterra, Olanda e Austria dall’altra. Un conflitto per il predominio sul mondo, compreso il Nuovo continente da cui proveniva la ricchezza che aveva fatto della Spagna la più grande delle potenze. Il «San José» faceva parte di quell’Invencible Armada che dominò i mari per secoli, armato con 64 bocche da fuoco per una lunghezza dello scafo di circa 50 metri. Varato nel 1696, nel giugno del 1708 si trovava inquadrato nella «Flotta spagnola del tesoro» a Portobelo, odierna Panama. Dopo il carico di beni preziosi, avrebbe dovuto raggiungere Cuba dove una scorta francese l’attendeva per il viaggio di ritorno in Spagna, passando per Cartagena. Nello stesso periodo la flotta britannica preparò un’incursione nei Caraibi, con 4 navi da guerra al comando dell’ammiraglio Charles Wager. Si appostò alle isole Rosario, un piccolo arcipelago poco distanti dalle coste di Cartagena, coperte dalla penisola di Barù. Gli spagnoli durante le ricognizioni si accorsero della presenza del nemico, tuttavia avevano necessità di salpare dal porto di Cartagena per raggiungere rapidamente L’Avana a causa dell’avvicinarsi della stagione degli uragani. Così il comandante del «San José» José Fernandez de Santillàn decise di levare le ancore la mattina dell’8 giugno. Poco dopo la partenza le navi spagnole furono intercettate dai galeoni della Royal Navy a poca distanza da Barù, dove iniziò l’inseguimento. Il «San José» fu raggiunto dalla «Expedition», la nave ammiraglia dove si trovava il comandante della spedizione Wager. Seguì un cannoneggiamento ravvicinato dove gli inglesi ebbero la meglio sul galeone colmo di merce preziosa. Una cannonata colpì in pieno la santabarbara, la polveriera del galeone spagnolo che si incendiò venendo inghiottito dai flutti in pochi minuti. Solo una dozzina di marinai si salvarono, su un equipaggio di 600 uomini. L’ammiraglio britannico, la cui azione sarà ricordata come l’«Azione di Wager» non fu tuttavia in grado di recuperare il tesoro della nave nemica, che per tre secoli dormirà sul fondo del Mare dei Caraibi .
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