2020-04-22
«Pronti a fase 2 e seconda ondata. E un nuovo studio a Vo’ ci aiuterà»
Il virologo Andrea Crisanti annuncia una nuova mappatura sugli abitanti del primo focolaio veneto. Servirà a capire la validità dei test sierologici, come il virus si muove e quali elementi predispongono a resistere all'infezione.Dopo circa due mesi di reclusione forzata in casa per bloccare la diffusione del coronavirus, si fa concreta e più vicina la data della ripresa delle attività, la fase 2. Inutile illudersi: il virus Sars-Cov-2 resterà ancora tra noi. Ci saranno focolai, ma a differenza di qualche settimana fa, sapremo come spegnerli. «Senza le misure di contenimento», ha detto ieri in un incontro con la stampa Andrea Crisanti, direttore di microbiologia e virologia dell'Università di Padova, «ci saranno molte più occasioni di trasmissione del virus e nuovi focolai verranno fuori sicuramente. Occorre prepararsi alle inevitabili conseguenze attraverso protezioni, sanificazione, tamponi e azioni tempestive». La prima cosa da fare è indossare la mascherina. «Abbiamo documentato casi di persone in ospedale, poi risultate positive, che avevano indossato la mascherina, e non si è infettato nessuno», ha spiegato il virologo. Oltre ai dispositivi di protezione, l'altra mossa è applicare il modello Vo' Euganeo: il paese di 3.300 anime nel padovano dove è stato scoperto e spento il primo focolaio veneto di Covid-19 e che da otto settimane non registra nuovi positivi. A Vo' è stata scattata un'istantanea sul coronavirus unica al mondo, visto che quasi tutti gli abitanti sono stati sottoposti a due tamponi: uno nel momento in cui il focolaio è scoppiato, l'altro al termine della quarantena di 14 giorni. Tutti i risultati sono contenuti nello studio già disponibile, prima della pubblicazione, sul sito MedrXiv e realizzato dal gruppo di Crisanti in collaborazione con l'Imperial college di Londra, dove l'esperto ha lavorato per anni. Nella fase 2, con persone più libere di muoversi, sono inevitabili nuovi focolai e per spegnerli la ricetta del virologo è quindi: «circoscrivere rapidamente l'area, fare tamponi a tutti subito, isolare i positivi, ripetere l'operazione dopo 7-8 giorni per agguantare i casi che dovessero essere sfuggiti alla prima osservazione» e chiudere l'area. Bisogna però incrementare la capacità di eseguire tamponi per capire chi è infetto e chi no. La vera novità, rispetto a quanto già testato a Vo', è la necessità di tracciare i contatti. «Fintanto che stiamo tutti chiusi in casa la situazione è sotto controllo», ha spiegato Crisanti, «ma quando ricominceremo a muoverci acquisterà un significato importante» sapere con chi si è venuti in contatto. Una app potrebbe essere utile. Dallo studio in pubblicazione emerge che il 43,2% dei positivi è asintomatico, ma è contagioso esattamente come i sintomatici. I bambini non si infettano. «Dei 234 soggetti testati fra 0 e 10 anni, nessuno risulta contagiato, nonostante alcuni vivano insieme a persone infettate» si legge nello studio. Anche i giovani, che hanno sintomi meno severi, sembrano essere più resistenti. «Fino all'età di 50 anni la prevalenza dell'infezione oscilla tra 1,2 e 1,7%, ma oltre quest'età, la percentuale dei casi aumenta di circa tre volte», mentre la percentuale di asintomatici non varia fra le diverse fasce d'età. Con l'obiettivo di chiarire alcuni dei punti ancora oscuri, Crisanti ha annunciato l'avvio di un nuovo studio di mappatura sulla stessa popolazione, che ha ringraziato per la disponibilità, visto che si farà su base volontaria. «Salvo imprevisti, partiremo con i prelievi tra il 25 e il 26 aprile, per avere i primi esiti dopo 6-7 settimane e quello finale tra circa 6 mesi». Le fasi della ricerca, già finanziata con due milioni di euro, saranno tre: la valutazione della risposta anticorpale che, grazie ai tanti dati già registrati su questo gruppo, aiuterà a capire la validità dei test sierologici; il tracciamento di come il virus si muove, per poterlo anticipare; la mappatura genetica di tutta la popolazione coinvolta per poter comprendere quali elementi predispongono a resistere all'infezione o meno. Quest'ultimo passaggio fornirà una massa enorme di nuove informazioni che richiederà alcuni mesi per essere organizzata e codificata. L'infezione da Sars-Cov-2 «non è uguale per tutti», ha spiegato Crisanti. A Vo', dopo tutte queste settimane, ci sono ancora otto persone positive. Anche per questa alta variabilità di risposta anticorpale si teme che un vaccino potrebbe non essere efficace. Per lo stesso motivo è difficile studiare un farmaco da utilizzare. «L'associazione tra vaccino per tubercolosi e protezione è un'ipotesi, per il momento», ha detto, come già anticipato a La Verità, il virologo. Rispetto ad altri vaccini, quello per la Tbc dà una immunizzazione massiccia, cioè stimola il sistema immunitario in modo da poter reagire più efficacemente a varie infezioni. L'esperto ricorda che per questo vaccino, che ha cent'anni, esistono vari ceppi nel mondo: «Quello che viene dato in Italia non è lo stesso che viene dato in Cina», quindi anche la risposta potrebbe cambiare. In vari Paesi del mondo sono già in corso degli studi.
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