2023-05-16
Primo stop al piano Ue contro il made in Italy
Il Comitato di controllo europeo boccia la regolamentazione che penalizza olio extravergine e prosciutti mentre promuove patatine fritte e bibite gassate. Occhio, però: la Commissione tornerà alla carica per approvare le nuove norme prima delle elezioni del 2024.Doveva essere un’operazione consenso sull’Europa più verde che mai, è finita a pernacchie e per il vicepresidente della Commissione europea, il socialista olandese Frans Tmmermans, il 15 maggio rischia di essere un giorno assai infausto. È opinione diffusa a Bruxelles che il vero dominus della Commissione sia lui, molto attento a soddisfare le multinazionali che hanno sede in Olanda dove sta dirottando decine di milioni di finanziamenti per produrre il cibo Frankenstein, ha una sorta di ossessione verde, è deciso a cancellare l’agricoltura e ha un rapporto speciale con il Pd. Ieri a Taranto si aspettava l’applauso della città che «sarà liberata grazie all’Ue dall’inquinamento dell’Ilva» e si è trovato sommerso dai fischi di centinaia di agricoltori. Tutto questo mentre dall’Europa arrivavano per lui e per Ursula von der Leyen pessime notizie: l’impalcatura del Farm to Fork – il green deal in chiave agricola - compresa la nefasta etichetta a semaforo Nutriscore è di fatto fuorilegge. Non ha ottenuto il via libera dal Comitato di controllo europeo. Quest’organismo indipendente verifica se quanto la Commissione propone ha legittimità, è dotato di efficacia. Nel caso del Farm to Fork che mira ad «accelerare e facilitare la transizione verso sistemi alimentari sostenibili», il Regulatory scrutiny board ha detto che mancano riferimenti certi nelle deliberazioni, che sull’etichettatura non c’è chiarezza e si rischia di violare le legislazioni nazionali, ma soprattutto ha detto che il Farm to Fork così come formulato ha un alto livello d’impatto negativo sul mercato interno. Adesso tutti i testi bocciati devono tornare alla Commissione che li deve riformulare. Nonostante Alexandra Nikolakopoulou della direzione salute e ambiente della Commissione dica che il parere negativo non dovrebbe incidere sui tempi di attuazione del Farm to Fork e del Nutriscore che Timmermans vuole fare approvare assolutamente entro settembre, la partita si è molto complicata. L’etichetta a semaforo che mette al bando l’olio extravergine d’oliva, ma premia le patatine fritte, che considera pericoloso il prosciutto e il Parmigiano Reggiano, ma promuove le bibite gassate, potrebbe arrivare fuori tempo massimo o addirittura non vedere mai la luce perché incombono le elezioni europee. La bocciatura di ieri è solo l’ultima di una serie che ha messo sul Farm to Fork in serissima difficoltà la Commissione. Per far passare il Nutriscore Frans Timmermans ha evocato sondaggi - finanziati dalle multinazionali sia della produzione agroalimentare che della distribuzione, ed in particolare dal gigante francese Leclerc - che certificavamo: i cittadini europei vogliono il semaforo concepito dall’epidemiologo francese Serge Herceberg che è arrivato ad insultare il nostro governo, tacciato di lobbismo, sorretto anche dal parere di Walter Ricciardi, ex consulente del fu ministro della salute Roberto Speranza. La verità è che il Nutriscore è sbagliato ed è stato compilato sotto dettatura delle multinazionali, tant’è che Herceberg è stato costretto a dire che avrebbe modificato l’algoritmo per ripresentarlo entro settembre. La Commissione non ha ascoltato sin qui gli agricoltori, ma ha sempre dato retta alla lobby ecologista. Isabel Paliotta, responsabile delle politiche dell’Ufficio europeo dell’ambiente, sostiene che la bocciatura del Farm to Fork è sconcertante. È però la riprova che la Commissione ha sostanzialmente evitato di pubblicare tutti i dati per potere andare avanti con la sua politica. Ora l’associazione degli agricoltori europei Copa-Cogeca e altri trenta organismi dell’agroalimentare dovranno per forza essere consultati. È dunque una prima parziale vittoria. Frans Timmermans sta facendo di tutto per evitare di passare dal Parlamento di Strasburgo, dove ci sono posizioni trasversali sia nel Ppe che nel Pse molto contrarie non solo ai contenuti, ma al modo stesso con cui lui ha gestito il Farm to Fork. In sostanza Timmermans che già in Olanda è stato battuto alle elezioni dal Partito dei Contadini - lui voleva chiudere le stalle nel Paese che è il primo produttore zootecnico del continente - conta solo sull’appoggio pieno dei verdi. Di certo non conta sugli agricoltori italiani che ieri a Taranto capeggiati dalla Coldiretti lo hanno sonoramente fischiato innalzando striscioni con scritto «Niente Europa senza agricoltura, no al cibo da laboratorio», «Il nutriscore inganna i consumatori», «Timmermans scendi dl pero». A dare manforte agli agricoltori ci ha pensato il capodelegazione di Fratelli d'Italia-Ecr a Strasburgo Carlo Fidanza che sostiene: «Quella degli agricoltori è una denuncia sacrosanta che noi di Fratelli d'Italia condividiamo e sosteniamo, a Bruxelles come a Roma. Dal Nutriscore alle misure che penalizzano i nostri pescatori, dalla carne sintetica alla direttiva ammazza-stalle sulle emissioni industriali, dalle farine di insetti fino alle norme sui fitofarmaci, sono molti i fronti aperti contro il nostro settore agroalimentare che pure ha già investito molto in sostenibilità. Con buona pace di Timmermans continueremo a batterci per la tutela del Made in Italy». Di tutt’altro tono invece l’accoglienza che Michele Emiliano, presidente Pd della Regione Puglia, ha riservato al «compagno» olandese: «La visita di Timmermans serve a ricostruire la fiducia negli operai dell’Ilva». Può darsi ma il vicepresidente europeo in risposta ha detto: «Sono padre e nonno, nemmeno un bambino può essere sacrificato per lo sviluppo». Se cresce col latte che piace a lui fatto con le cellule prelevate dalle mastectomie è solo un dettaglio.
Ecco #DimmiLaVerità del 31 ottobre 2025. Ospite il senatore di FdI Guido Castelli. L'argomento del giorno è: " I dettagli della ricostruzione post terremoto in Italia Centrale"
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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