Bustini, gonne corte con le code, chiodi di pelle invecchiata, ricami, spacchi e trasparenze: sulle passerelle milanesi torna l'estetica della seduzione. Ma il vero diktat per la prossima primavera estate sarà il colore.Donne con lo strascico. O con le stecche di un corsetto. Segni di altri tempi che continuano a plasmare il presente. Prada cambia sempre le regole del gioco. «La collezione», spiega Miuccia Prada «analizza il significato di questi capi nel contesto attuale tramite idee e riferimenti al passato e si interroga sul significato di seduzione. Perché queste idee sono ancora importanti dopo centinaia di anni? L'intento è quello di esplorarle e metterle a confronto». Miuccia Prada e Raf Simons co-direttori di Prada, parlano di seduzione e di espressione della sessualità attraverso l'abbigliamento. Una seduzione per riduzione, la loro. «Strascichi, corsetti e abiti da sera. Da sempre questi elementi sono considerati belli e interessanti, ma vogliamo guardarli da un altro punto di vista - sottolinea Raf Simons - Un abito da sera, per quanto bello, in questo momento sembra fuori dalla realtà. Vogliamo che questi abiti siano rilevanti per il ventunesimo secolo e per le donne di oggi. Vogliamo godere della bellezza, ma con un occhio al presente e non al passato, l'oggi. Gli abiti da sera e gli abiti d'epoca possono risultare complicati, li abbiamo resi semplici e con un'attitudine moderna». Lo strascico, una striscia di stoffa, parte da gonne molto corte. Le stecche segnano i punti vita di abiti morbidi così come una curvatura delinea un reggiseno. Il chiodo di pelle invecchiata o il lungo trench mascolinizzano certi look iperfemminili. «Avevamo pensato a parole come eleganza, ma ci è sembrato così antiquato. In realtà, il linguaggio è quello della seduzione che riporta sempre al corpo», continua Prada. La sfilata, presentata in simultanea a Milano e a Shanghai. «La possibilità di avere più eventi che si svolgono contemporaneamente apre una nuova strada: poter organizzare sfilate Prada ovunque. Non si tratta solo di condividere immagini attraverso la tecnologia, ma di condividere un evento fisico. La comunità è un'idea vitale: riunire persone che condividono ideologie, valori e principi», conclude Simons. La seduzione, per Ermanno Scervino, è «un fatto di testa, se una donna non ha cervello non seduce», dice lo stilista fiorentino. «Tradotto in abito non è quel centimetro di pelle scoperta in più, non è l'ombelico a vista che rende sexy». Certo, la moda aiuta. «Sì, ma l'abito non fa il monaco. Anche un tailleur nero può essere estremamente seduttivo, Marlene Dietrich vestita da uomo a esempio. Penso ai nude di Marylin Monroe, una storia diversa e oggi guardo a Lady Gaga, trasformista, intelligente, dalla forte personalità». È un gioco di vedo non vedo, la collezione. «Non ho potuto fare a meno di scoprire le gambe anche attraverso tanti spacchi. Di base ho lavorato con le mie icone di stile: tessuti tecnici lavorati double, molto couture, sartorialità e manualità». Lo sport diventa elegante, il giorno si mescola con la sera. Così le piume spuntano e il pizzo, parecchio in passerella, anche in pelle ecologica è portato con il più sofisticato k-way. Il colore la fa da padrone: verde, ocra, bianco, viola, nero. «Se non c'è tecnologia in un abito, è vintage». Una mini in una camicia risvoltata e le maniche come cintura può essere seduttiva? Perché no. La propongono Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi nella loro collezione Shi.Rt by Aquilano e Rimondi, sempre carichi di idee. Da quasi tre anni lontani dalle passerelle sono ritornati alla grande anche nei negozi più prestigiosi. I due stilisti hanno giocato con i colori, questa volta. «Ci siamo divertiti, ci accusavano di usarne pochi». La chiave di lettura sta proprio nella loro attuale visione di moda, tra i minimale e il super lusso. «Portabile, mai anonima». Pailettes da grandi a piccolissime su camicie e abiti da sera, patchwork di ricami dove «la nostra forza è la struttura». È una ragazza decisamente sexy, che adora farsi notare con colori neon e mettere in mostra il corpo con spacchi e trasparenze, quella portata in passerella da Nicola Brognano, direttore creativo di Blumarine che immagina una ragazza di Los Angeles che va in spiaggia in abito da sera a motivi patchwork di denim, con spacco vertiginoso, bandana e occhiali da sole. Così i bikini ridottissimi e ricamati si indossano non solo al mare ma anche per i party, con il golfino cortissimo bordato da una corolla di rose o con il collo in visone rigenerato. Anche i cargo pants a vita bassa diventano da sera, provocanti in chiffon fluo e portati con un cache-coeur annodato sotto il seno.È invece la Milano dell'Arte e del Design, della Moda di Fiorucci e dei negozi new wave, un concentrato vitaminico di colori e di sapori come kiwi, papaya, lampone, mango, cherry pink, watermelon, l'ispirazione di Massimo Giorgetti per Msgm che ha sfilato in uno splendido giardino, aperto a tutti i milanesi. Un tuffo negli anni Ottanta con gli occhi dei Millenial ai quali bisogna spiegare chi era Fiorucci. Fiori a gogo sui vestiti, tessuti quadrettati come tovaglie da pic nic, la piacevolezza di bodysuit, leggings e top stretch in lycra, che incarnano l'attitudine sporty della collezione, mentre le ciliegie, vere icone 80's, diventano pattern, ricami e micro-beads con frange. Si ispira al romanzo cult Bonjour tristesse di Françoise Sagan la ragazza che veste Max Mara. La donna Max Mara è una ribelle borghese che veste easy beatnik chic, con abiti che rimandano ai classici del workwear. È un «inno alla gioia e una celebrazione della vita», come la definisce il direttore creativo Veronica Etro, la collezione Etro per la prossima estate, che ha sfilato con l'accompagnamento musicale dal vivo dei percussionisti Les Tambours di Bronx. Non a caso la collezione ha per titolo «In full Bloom», ossia «in piena fioritura»: «come tanti mi sono avvicinata allo yoga e alla meditazione in questo periodo - racconta Veronica Etro- nella ricerca di un equilibrio tra corpo e mente come lo si ricercava soprattutto negli anni 70». In pratica, il diktat per la prossima primavera estate è il colore. Anche Raffaella D'Angelo, sia nei costumi che negli abiti punta su tinte dominanti come il giallo con avorio e verde, il nero abbinato a toni aranciati e variazioni di azzurro.
Un frame del video dell'aggressione a Costanza Tosi (nel riquadro) nella macelleria islamica di Roubaix
Giornalista di «Fuori dal coro», sequestrata in Francia nel ghetto musulmano di Roubaix.
Sequestrata in una macelleria da un gruppo di musulmani. Minacciata, irrisa, costretta a chiedere scusa senza una colpa. È durato più di un’ora l’incubo di Costanza Tosi, giornalista e inviata per la trasmissione Fuori dal coro, a Roubaix, in Francia, una città dove il credo islamico ha ormai sostituito la cultura occidentale.
Scontri fra pro-Pal e Polizia a Torino. Nel riquadro, Walter Mazzetti (Ansa)
La tenuità del reato vale anche se la vittima è un uomo in divisa. La Corte sconfessa il principio della sua ex presidente Cartabia.
Ennesima umiliazione per le forze dell’ordine. Sarà contenta l’eurodeputata Ilaria Salis, la quale non perde mai occasione per difendere i violenti e condannare gli agenti. La mano dello Stato contro chi aggredisce poliziotti o carabinieri non è mai stata pesante, ma da oggi potrebbe diventare una piuma. A dare il colpo di grazia ai servitori dello Stato che ogni giorno vengono aggrediti da delinquenti o facinorosi è una sentenza fresca di stampa, destinata a far discutere.
Mohamed Shahin (Ansa). Nel riquadro, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero (Imagoeconomica)
Per il Viminale, Mohamed Shahin è una persona radicalizzata che rappresenta una minaccia per lo Stato. Sulle stragi di Hamas disse: «Non è violenza». Monsignor Olivero lo difende: «Ha solo espresso un’opinione».
Per il Viminale è un pericoloso estremista. Per la sinistra e la Chiesa un simbolo da difendere. Dalla Cgil al Pd, da Avs al Movimento 5 stelle, dal vescovo di Pinerolo ai rappresentanti della Chiesa valdese, un’alleanza trasversale e influente è scesa in campo a sostegno di un imam che è in attesa di essere espulso per «ragioni di sicurezza dello Stato e prevenzione del terrorismo». Un personaggio a cui, già l’8 novembre 2023, le autorità negarono la cittadinanza italiana per «ragioni di sicurezza dello Stato». Addirittura un nutrito gruppo di antagonisti, anche in suo nome, ha dato l’assalto alla redazione della Stampa. Una saldatura tra mondi diversi che non promette niente di buono.
Nei riquadri, Letizia Martina prima e dopo il vaccino (IStock)
Letizia Martini, oggi ventiduenne, ha già sintomi in seguito alla prima dose, ma per fiducia nel sistema li sottovaluta. Con la seconda, la situazione precipita: a causa di una malattia neurologica certificata ora non cammina più.
«Io avevo 18 anni e stavo bene. Vivevo una vita normale. Mi allenavo. Ero in forma. Mi sono vaccinata ad agosto del 2021 e dieci giorni dopo la seconda dose ho iniziato a stare malissimo e da quel momento in poi sono peggiorata sempre di più. Adesso praticamente non riesco a fare più niente, riesco a stare in piedi a malapena qualche minuto e a fare qualche passo in casa, ma poi ho bisogno della sedia a rotelle, perché se mi sforzo mi vengono dolori lancinanti. Non riesco neppure ad asciugarmi i capelli perché le braccia non mi reggono…». Letizia Martini, di Rimini, oggi ha 22 anni e la vita rovinata a causa degli effetti collaterali neurologici del vaccino Pfizer. Già subito dopo la prima dose aveva avvertito i primi sintomi della malattia, che poi si è manifestata con violenza dopo la seconda puntura, tant’è che adesso Letizia è stata riconosciuta invalida all’80%.







