2025-08-24
«Più fondi in Italia. I benefici alle banche devono diventare aiuti per i cittadini»
Giancarlo Giorgetti (Getty Images)
Il richiamo di Giorgetti dal Meeting. Piantedosi sul presunto video di Almasri: «L’ho visto, sembra di molti anni fa».È il momento che le banche portino «benefici concreti a favore delle famiglie». Così si è espresso il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha partecipato in video collegamento al Meeting di Rimini. I tempi sono maturi visto lo scenario economico italiano, che si riflette nel calo dello spread e nei i giudizi favorevoli da parte delle agenzie internazionali di rating, cosa che «ha portato risultati positivi per le imprese, le famiglie, per le istituzioni finanziarie e anche per le banche stesse che mutuano a condizioni più favorevoli» ha fatto presente. Quindi se da una parte «il lavoro del governo è stato percepito all’estero», dall’altra «tutto questo deve riflettersi in aiuti reali per i cittadini». E anche in tema di pensioni «sarebbe importante che anche questi fondi di previdenza complementare, finanziati con i contributi dei lavoratori, guardassero e investissero magari più al sistema Italia che all’estero», ha dichiarato il titolare del Mef. Per esempio, ha fatto presente che «ci sono fondi pensionistici stranieri, come un fondo canadese, che investono in infrastrutture italiane con ottimi risultati». L’invito è quindi di considerare «quelli che sono investimenti infrastrutturali di lungo periodo che danno un rendimento sicuro, certamente non speculativo, ma garantito nel lungo periodo». Con il governo che ha costruito «fondamenta solide con serietà, responsabilità e umiltà, lavorando in silenzio», la finestra di opportunità si apre «se facciamo sistema, e non semplicemente come Stato, ma in tutte le istituzioni e anche il Terzo settore», visto che l’Italia «ha delle energie ancora inespresse che potranno ancora migliorare non solo la percezione ma la realtà della nostra situazione». Riguardo ai dazi, Giorgetti crede che siano «un elemento di imprevedibilità che nuoce soprattutto alle aspettative economiche prima ancora che in termini effettivi in merito alle esportazioni o meno negli Usa».Presente al Meeting anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che prima di intervenire nel convegno dedicato all’integrazione si è esposto sul caso del presunto video di Almasri: nel filmato il generale libico sembra uccidere un uomo a mani nude. Secondo il ministro «sembra risalire a molti anni fa, forse cinque». In ogni caso ha dichiarato che sono in corso accertamenti per stabilire la veridicità e risalire al periodo in cui è stato girato il video. Piantedosi ha biasimato i «giudizi affrettati» visto che sembrano volti esclusivamente a screditare il governo. «Nessuno ha mai pensato che quel personaggio fosse un personaggio meritevole di qualche considerazione. Io ho firmato un decreto di espulsione che si fondava in quota parte anche sugli elementi di pericolosità del soggetto. Sono stato anche un po’ discusso per questo». E ha aggiunto che fa parte della giustizia «tutelare l’interesse degli italiani in Italia e all’estero», con il rimpatrio che è stato dunque deciso «per garantire la sicurezza degli italiani».In tema di immigrazione, durante il convegno a fianco del presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale, Piantedosi ha ribadito i risultati raggiunti dal governo italiano. Che «accanto al tentativo di contenere gli arrivi irregolari, ha messo in campo la programmazione su due trienni dell’arrivo di 927.000 migranti da inserire nel mercato di lavoro». E ha annunciato che «nessuno l’aveva mai fatto prima nella storia repubblicana». L’attenzione del governo, ha continuato Piantedosi, si è anche focalizzata sul fatto che «i posti previsti da questi “decreti flussi” non fossero preda di organizzazioni criminali, pronti a usarli strumentalmente». Rispondendo all’idea di De Pascale di lanciare dei permessi di soggiorno di merito, il ministro ne ha sottolineato l’irrealizzabilità: sia per l’impossibilità di «creare un sistema alternativo di canale di ingresso», sia perché «avremmo mezza Africa che cercherebbe di venire qui». Ha poi ricordato che da quando è diventato ministro «abbiamo espulso per motivi di sicurezza nazionale oltre 200 cittadini stranieri, a cui abbiamo revocato la cittadinanza italiana» precedentemente concessa. Si trattava di individui con «tendenza alla radicalizzazione». Motivo per cui «il lavoro non basta per dare integrazione», altrimenti «viviamo un’illusione ipocrita».Peraltro, ha aggiunto Piantedosi, non solo in Italia, ma anche in Europa in generale, chi sceglie di arrivare, lo fa «perché sceglie la libertà, la democrazia, una società eguale e quindi non solo per il lavoro». Ha concluso che gli italiani non devono «essere spaventati» ma non devono neanche «avere la sensazione che agli altri vengano date opportunità che non sono state date ai loro figli».
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