
Nell’appello per sostenere la sua candidatura il nome di un deceduto. Ripescato Lucano.Dal triduo pasquale al Pasquale Tridico è un attimo; in cerca di sostegno per il padre del reddito di cittadinanza - doveva sconfiggere la povertà, in 50 mesi è costato 34,5 miliardi il più grande esproprio di ricchezza che sia mai stato fatto in Italia, neppure ai tempi dell’oro alla patria il ceto medio fu così tosato - in Calabria i pentastellati sperano in una sorta di passione, morte e resurrezione. Hanno arruolato a sostegno dell’eurodeputato che, con 17.000 euro netti al mese, almeno la propria povertà l’ha sconfitta una serie di professori emeriti, di esponenti della gauche che non ha mai stretto un bullone, ma anela alla classe operaia per dire meglio di Tridico nessuno. Il fatto è che firmando gli appelli - l’ultimo esempio quello dei pro-pal che al festival del Cinema hanno incassato una serie di sdegnati distinguo dai più quotati attori e registi italiani - alla sinistra capita spesso di deragliare. L’hanno fatta proprio grossa stavolta. Due giorni fa hanno fatto uscire l’appello degli intellettuali per Pasquale Tridico e tra i firmatari figura anche Federico Butera - un valentissimo sociologo che molto si è occupato di lavoro e impresa - che però ha un difetto: è morto a febbraio. Come abbia potuto firmare per Pasquale si spiega solo col triduo pasquale: passione per Tridico, morte che fa parte delle cose che capitano, e resurrezione. Perché chi è capace di sconfiggere la povertà per decreto figurati se non è in grado di imitare il Nazareno (peraltro lì ha sede il Pd e col campo largo tout se tien!) e far resuscitare un emerito firmatario! Oppure Mimmo Lucano, che sperano di far candidare. Sarebbe sufficiente questo per dire come in Calabria il campo largo che comincia da avere preoccupanti smottamenti - la coppia di fatto «Fratonelli» di Avs vuole un posto al sole, in Campania sta succedendo la qualunque, in Toscana Carlo Calenda ha sbattuto la porta, nelle Marche mezza base dei cinque stelle è in rivolta perché non vuole appoggiare l’indagato Matteo Ricci mentre Elly Schlein che aveva promesso mai patti con i cacicchi ora è in stato d’assedio presa a forbice da Vincenzo De Luca e dai prodiani dalla Bindi a Ruffini - si debba aggrappare anche alle referenze alla memoria. Ieri peraltro tra il presidente uscente Roberto Occhiuto e ricandidato dal centrodestra e Pasquale Tridico c’è stato un reciproco scambio di accuse attorno alla proposta del fu presidente dell’Inps di lanciare un reddito di dignità (sarebbe la versione alla ‘nduja di quello di cittadinanza) per i calabresi. Per Occhiuto la proposta di Tridico è «una grande sola» e lo ha spiegato in un video pubblicato sui social dell’ex presidente della Regione sostenendo che Tridico su questa fantasiosa proposta ha cambiato versione tre volte essendosi accorto che non si può fare un reddito di cittadinanza regionale. Sostiene Occhiuto: «Non lo dico io che la proposta è una sola, ma ve lo faccio dire da un economista che ha lavorato anche con i Cinque Stelle Marcello Minenna» che in effetti nel video spiega: «Non ci sono fondi europei in Calabria in grado di sostenere questa misura di reddito che stanno presentando. Secondo me presidente devi dire ai calabresi come stanno le cose». Indispettito Pasquale Tridico risponde: «Occhiuto e i suoi pseudo economisti dovrebbero studiare di più. Non conoscono nemmeno la differenza tra reddito minimo, ovvero il reddito di dignità e gli incentivi alle aziende». Non spiega però Tridico con si sia consultato. Viene un sospetto; non sarà che ha chiesto a Romano Prodi, esperto in sedute spiritiche, visto che in suo favore firmano anche i morti?
Leonardo
Il fondo è pronto a entrare nella divisione aerostrutture della società della difesa. Possibile accordo già dopo l’incontro di settimana prossima tra Meloni e Bin Salman.
La data da segnare con il circoletto rosso nell’agenda finanziaria è quella del 3 dicembre. Quando il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, parteciperà al quarantaseiesimo vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), su espressa richiesta del re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa. Una presenza assolutamente non scontata, perché nella Penisola araba sono solitamente parchi con gli inviti. Negli anni hanno fatto qualche eccezione per l’ex premier britannica Theresa May, l’ex presidente francese François Hollande e l’attuale leader cinese Xi Jinping e poco altro.
Emmanuel Macron (Ansa)
Bruxelles apre una procedura sull’Italia per le banche e tace sull’acciaio transalpino.
L’Europa continua a strizzare l’occhio alla Francia, o meglio, a chiuderlo. Questa volta si tratta della nazionalizzazione di ArcelorMittal France, la controllata transalpina del colosso dell’acciaio indiano. La Camera dei deputati francese ha votato la proposta del partito di estrema sinistra La France Insoumise guidato da Jean-Luc Mélenchon. Il provvedimento è stato approvato con il supporto degli altri partiti di sinistra, mentre Rassemblement National ha ritenuto di astenersi. Manca il voto in Senato dove l’approvazione si preannuncia più difficile, visto che destra e centro sono contrari alla nazionalizzazione e possono contare su un numero maggiore di senatori. All’Assemblée Nationale hanno votato a favore 127 deputati contro 41. Il governo è contrario alla proposta di legge, mentre il leader di La France Insoumise, Mélenchon, su X ha commentato: «Una pagina di storia all’Assemblea nazionale».
Maria Rita Parsi (Imagoeconomica)
La celebre psicologa e psicoterapeuta Maria Rita Parsi: «È mancata la gradualità nell’allontanamento, invece è necessaria Il loro stile di vita non era così contestabile da determinare quanto accaduto. E c’era tanto amore per i figli».
Maria Rita Parsi, celebre psicologa e psicoterapeuta, è stata tra le prime esperte a prendere la parola sulla vicenda della famiglia del bosco.
La sede di Bankitalia. Nel riquadro, Claudio Borghi (Imagoeconomica)
Il senatore leghista torna sulle riserve auree custodite presso Bankitalia: «L’istituto detiene e gestisce il metallo prezioso in nome dei cittadini, ma non ne è il proprietario. Se Fdi riformula l’emendamento...»
«Mentre nessuno solleva il problema che le riserve auree della Bundesbank siano di proprietà dei cittadini tedeschi, e quindi dello Stato, come quelle della Banca di Francia siano di proprietà dei cittadini d’Oltralpe, non si capisce perché la Banca d’Italia rivendichi il possesso del nostro oro. L’obiettivo dell’emendamento presentato in Senato da Fratelli d’Italia, e che si ricollega a una mia proposta di legge del 2018, punta esclusivamente a stabilire il principio che anche Bankitalia, al pari delle altre Banche centrali, detiene e gestisce le riserve in oro ma non ne è la proprietaria». Continua il dibattito su misure ed emendamenti della legge di Bilancio e in particolare su quello che riguarda le riserve in oro.






