2023-06-02
Sospendere i sanitari era inutile: picco di contagi col super green pass
Il rapporto Inail conferma l’inefficacia del certificato: da gennaio a luglio 2022, con l’obbligo in vigore, i casi tra medici e infermieri sono saliti rispetto all’anno prima. Ma l’apice delle infezioni c’è stato in ogni settore.L’ultimo rapporto dell’Inail offre un quadro molto chiaro della tipologia dei contagiati in epoca di green pass rafforzato. I dati sulle denunce di infortunio da Covid-19, ovvero i casi accertati di infezione che vengono inquadrati nella categoria degli infortuni sul lavoro (come tubercolosi, tetano, epatiti virali), tutelando sotto il profilo assicurativo coloro che ne vengono colpiti, mostrano che da gennaio a luglio 2022 c’era stato un forte aumento rispetto al 2021, soprattutto tra i sanitari. Con punte anche del 300%. La scheda infortuni Inail, pubblicata lo scorso 26 maggio e relativa al periodo febbraio 2020 - 30 aprile 2023, mostra che «il 38% delle denunce riguarda i tecnici della salute, l’82,3% delle quali relative a infermieri». Ovvero, circa i tre quarti del totale provenivano dal settore sanitario e in tre casi su quattro riguardava donne. A seguire, come più colpiti dall’infezione, c’erano gli operatori sociosanitari con il 16,1% (l’80,7% donne), i medici con il 9,4% (oltre la metà donne), gli operatori socioassistenziali con il 5,3% (l’85,4% donne), il personale non qualificato nei servizi sanitari (circa l’80% ausiliari, ma anche portantini, barellieri) con il 4,4% (72,8% donne) e gli specialisti nella scienza della vita con lo 0,6% (più di tre su 10 donne). Questo, da inizio pandemia, e non è certo una notizia che la sanità abbia sofferto per numero di addetti contagiati. I dati che sorprendono, e non poco, sono quelli relativi ai primi sei mesi del 2022, quando le impennate delle denunce sono state altissime. A gennaio 2022, secondo le elaborazioni dei grafici Inail, gli infortuni Covid nel settore sanità sono stati il 48,5%, mentre nello stesso mese del 2021 furono il 27,7%. Ma nei primi mesi del 2021 la somministrazione dei vaccini era solo all’inizio, eppure ci sono state meno denunce di contagi rispetto al periodo dei super green pass, che permettevano di lavorare solo ai vaccinati considerati al riparo di infezioni secondo i proclami dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, e dall’Iss.Dal 6 dicembre 2021 al 15 gennaio 2022 e dal 15 febbraio al 15 giugno 2022, a tutti i lavoratori pubblici e privati a partire dai 50 anni di età fu applicato il green pass rafforzato, cioè esclusivamente per vaccinazione o guarigione, per accedere ai luoghi di lavoro. Doveva servire per contrastare la quarta ondata con Omicron, in realtà, la sintomatologia poi risultò molto più lieve, con il virus che si replicava nelle prime vie aeree. L’obbligo restò in vigore fino al 15 giugno 2022, mentre per accesso a ospedali e Rsa venne prorogato al 31 dicembre dello scorso anno. E l’imposizione di fare il vaccino anti Covid, per i sanitari scattò il 15 dicembre 2021. Si lavorava con super certificato verde, altrimenti bisognava restarsene a casa per mesi, senza retribuzione, perché la spiegazione pseudoscientifica era che solo in questo modo venivano tutelati pazienti e fragili in ospedali e strutture sanitarie. Il Covid, invece, continuava ad infettare medici e infermieri, come ci mostrano i dati sugli infortuni. Ennesima conferma dell’inutilità del super green pass.Come altrimenti giustificare un aumento del 75% delle denunce a gennaio 2022? A febbraio, addirittura passarono dal 6,9 % del 2021 al 23,1 % (+ 233%); a marzo, dal 6,9% al 27,7% (+300%); ad aprile, dal 4,2% al 23,1% (+ 456%); a maggio 2021 gli infortuni Covid tra i sanitari erano l’1,2%, un anno dopo rappresentavano il 9,2% delle denunce (+ 700%). Per non parlare dell’aumento tra giugno e luglio 2022, quando si passò dallo 0,5% e dall’1,2% rispettivamente all’11,5% (+ 2.400%) e al 18,5% (+ 1.500%).Sarebbero stati questi i vantaggi dell’entrare nei luoghi di lavoro solo se «protetti» da uno scudo vaccinale? Del tutto inutile a prevenire contagi in una popolazione prevalentemente sana, però bombardata da dosi. Anche le percentuali riferite ad altre categorie, rivelano un forte aumento di persone che nel 2022 si presero il coronavirus sul posto di lavoro. «Il 2021, con 48.952 contagi denunciati, rappresenta il 15,3% degli infortuni da Covid-19 pervenuti da inizio pandemia», si legge nel 32° rapporto Inail. L’anno seguente, ne vengono dichiarati 119.873, il 37,4% dal 2020. Nei primi tre mesi del 2022 «si erano già superati i casi registrati nell’intero anno 2021» e complessivamente, se nell’anno 2020 l’incidenza media delle denunce da Covid-19 sul totale di tutti gli infortuni denunciati «è stata di una denuncia ogni quattro, nel 2021 è scesa a una su dodici, nel 2022 è risalita a una su sei». Un’altra conferma ufficiale, del fallimento di misure restrittive delle libertà costituzionali, imposte ai cittadini senza giustificazioni di salute pubblica. Ad essere soprattutto penalizzati furono i lavoratori over 50, costretti a fare il vaccino altrimenti fioccava la multa, e guarda caso la maggior parte delle denunce all’Inail (il 42,2% del totale) proveniva proprio dalla fascia 50-64 anni. Avevano offerto il braccio, però si erano ammalati ugualmente.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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