2025-05-12
Piano anti accoglienza di Starmer per stoppare l’ascesa di Farage
Il premier britannico velocizza le espulsioni dei criminali e frena i visti per i lavoratori.Il premier britannico Keir Starmer presenterà oggi al Parlamento un piano per porre fine al «fallito esperimento di libero mercato» nell’immigrazione di massa. Dopo la clamorosa vittoria alle recenti elezioni suppletive a Runcorn e Helsby, nel nord ovest dell’Inghilterra, del partito di estrema destra Reform Uk guidato da Nigel Farage, il partito laburista è sotto pressione su questo tema, tanto da dover rivedere le politiche dell’accoglienza tanto care alla sinistra.Starmer ieri ha scritto su X che i precedenti governi conservatori avevano «perso il controllo dei nostri confini. Non lo tollererò. Ho promesso di ripristinare il controllo e ridurre l’immigrazione, e lo sto facendo con nuove e severe misure». Il premier laburista per combattere l’ascesa di Farage aveva provato ad imitare il modello Donald Trump, facendo da apripista in Ue, con i clandestini scortati dalla polizia fino agli aerei per l’espulsione rimediando però molte critiche per le tanto chiacchierate «deportazioni». Nel libro bianco che sarà esposto oggi alla Camera dei Comuni e che illustrerà come i ministri intendono ridurre l’immigrazione, il governo annuncia di volersi dotare di maggiori poteri per espellere i criminali stranieri e di voler innalzare la soglia per i visti per lavoratori qualificati, nel tentativo di ridurre la presenza di migranti. In particolare i visti per lavoratori qualificati saranno concessi solo a laureati, mentre i visti per ruoli meno qualificati saranno rilasciati solo in aree critiche per la strategia industriale del Paese e, in cambio, le aziende dovranno aumentare la formazione dei lavoratori britannici. Inoltre non sarà più sufficiente avere una conoscenza di base della lingua inglese, bensì per ottenere un visto occorrerà dimostrare di essere in grado di esprimersi in maniera «fluente e spontanea, flessibile ed efficace» nonché dimostrare di condividere fondamentali valori britannici. Gli elevati livelli di immigrazione legale sono stati uno dei principali fattori che hanno spinto gli elettori a votare nel 2016 per la Brexit. Quattro anni dopo, nel 2020, l’allora governo conservatore, aveva ridotto la soglia per consentire ai lavoratori di categorie come insegnanti di yoga, dog walker e DJ di ottenere visti per lavoratori qualificati. Già prima del voto di inizio maggio la Cooper (ministro degli Interni britannico) aveva annunciato una piccola scrematura agli accessi: il divieto ai cittadini stranieri condannati per reati sessuali di chiedere asilo nel Regno Unito. Per la prima volta quindi, chi rientra nel registro dei molestatori sessuali è escluso dal sistema di protezione creato per i rifugiati. Misura che ha scatenato le critiche delle organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani. «Abbiamo ereditato un sistema di immigrazione fallimentare, in cui il governo precedente ha sostituito la libera circolazione con un esperimento di libero mercato», ha dichiarato Yvette Cooper.«Stiamo adottando misure decisive per ripristinare il controllo e l’ordine nel sistema di immigrazione». L’esponente laburista già nel suo programma elettorale dello scorso anno aveva promesso di ridurre significativamente il saldo migratorio, che si era attestato a 728.000 unità nei 12 mesi fino a giugno scorso. La migrazione netta, ovvero il numero di persone in arrivo in Uk meno il numero di persone in partenza, ha raggiunto quota 906.000 nell’anno fino a giugno 2024, in aumento rispetto alle 184.000 arrivate nello stesso periodo del 2019, quando il Paese era ancora nell’Unione europea.Le modifiche ai visti post-Brexit hanno determinato un forte calo del numero di migranti provenienti dall’Unione Europea in Gran Bretagna, mentre le nuove regole sui visti di lavoro e gli arrivi da Ucraina e Hong Kong con programmi di pass speciali hanno portato a un’impennata di arrivi di un’altra tipologia di migranti.Numeri per i quali il Labour punta ad un deciso cambio di passo.
Il ministro della Famiglia Eugenia Roccella (Ansa)
Giorgia Meloni e Donald Trump (Getty Images)
il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi (Ansa)