2018-07-05
Per i vaccini basterà un’autocertificazione
Il ministro Giulia Grillo riferisce alla Camera e chiarisce la posizione del governo, rottamando un pezzo del decreto Lorenzin. «Non servirà più un documento della Asl per mandare i bambini a scuola. Ma il valore della pratica non è in discussione».Walgreens lancia la sfida ad Amazon rinnovando il mondo delle farmacie. Il colosso Usa punta sui farmaci online, ma il gruppo italiano non teme la concorrenza.Lo speciale contiene due articoliL'obbligo di essere in regola con le vaccinazioni non è in discussione, ma un'autocertificazione dei genitori, al posto dei documenti dell'Asl di «avvenuta vaccinazione», potrebbe essere sufficiente per iscrivere al nuovo anno scolastico 2018/19 i minori di 16 anni. Questo, in sintesi il contenuto della nuova circolare che verrà presentata oggi a Lungotevere Ripa da Giulia Grillo, ministro della Salute, e Marco Bussetti, ministro dell'Istruzione. Il documento arriva proprio alla vigilia del 10 luglio, data prevista dal decreto Lorenzin come termine ultimo, di ogni anno, entro cui i genitori degli alunni devono consegnare alla scuola i documenti «certificanti l'avvenuta vaccinazione». In base alla legge n.119/2017 , la scuola infatti, entro il 20 luglio, è tenuta a comunicare, all'Asl competente, l'elenco dei minori non ancora in regola con il calendario vaccinale, per attivare le azioni previste: il divieto di frequentare la scuola dell'infanzia per i bambini da 0 a 6 anni o il richiamo e la sanzione amministrativa, da 100 a 500 euro, per gli studenti dai 7 ai 16 anni. La circolare non sarà «una semplice proroga», ha spiegato il ministro Grillo rispondendo a un'interrogazione nel corso del question time ieri alla Camera, «non una misura temporanea, per così dire “a tampone", ma un insieme di accorgimenti che rendano, progressivamente, sempre più pacifico e meno conflittuale il rapporto tra cittadino e istituzioni sanitarie e scolastiche». Il ministro pentastellato infatti ha spiegato di voler «alleggerire» l'onere «delle famiglie senza che vengano in alcun modo compromesse le positive finalità di prevenzione che vanno riconosciute, senza alcun dubbio, alle vaccinazioni». Nel suo intervento alla Camera, il ministro ha spiegato che la circolare si muove alla ricerca di un «bilanciamento» tra «il diritto all'inclusione, in età scolare e pre-scolare, e il diritto alla tutela della salute, individuale e collettiva, che è rinvenibile nel contratto di governo e che, dunque, costituisce la stella polare per la nostra attività in materia». In base a quanto trapelato dal ministero, la circolare varrà solo per l'anno scolastico che inizia a settembre. La scelta del ministro della Salute di «autocertificare» le vaccinazioni sarebbe dovuta anche il malfunzionamento dell'anagrafe nazionale che manca nella maggioranza delle regioni e l'impossibilità quindi oggettiva di fornire ai genitori la documentazione necessaria. In attesa che nelle regioni entri a regime il servizio di anagrafe, prevista dalla stessa legge, l'intenzione del governo è di mantenere inalterata, per gli anni successivi a questo, la scadenza del 10 luglio per dimostrare di avere tutte le vaccinazioni, sempre che nel frattempo non arrivi una nuova legge. A tale proposito il ministro Grillo ha dichiarato di voler fare «chiarezza», soprattutto «alla luce di numerose notizie, diffuse dai mezzi di informazione, in cui si racconta, con eccessiva leggerezza» di «“proroghe" o di “congelamento di termini": termini che - è bene ribadire - sono tuttora previsti con legge dello Stato». Nel corso del question time il ministro ha fatto notare che «lo stesso atto ispettivo, peraltro, contiene alcune inesattezze che testimoniano, proprio per la fonte qualificata da cui provengono, la oggettiva complessità di una legge voluta in fretta e furia nella scorsa legislatura». Grillo ha precisato poi che la legge n. 73 del 2017 «non prescrive che venga necessariamente consegnato alle scuole un certificato di avvenuta vaccinazione, ma, più in generale, qualsivoglia documentazione che possa essere considerata “idonea" a comprovare l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie ovvero la richiesta di vaccinazione all'Azienda sanitaria». Sull'intenzione di procedere a una revisione della legge, il capo della Salute, non fa mistero. «Questo governo», ha detto, «nella ferma e sincera convinzione della centralità del ruolo del Parlamento, ascolterà ogni seria e condivisa proposta di modifica della normativa vigente nell'ottica di un migliore bilanciamento tra il diritto all'inclusione, il diritto all'istruzione, e il diritto alla tutela della salute individuale e collettiva. Un atto, questo, di doverosa attenzione alle prerogative parlamentari che - mi spiace far notare - non ha caratterizzato l'adozione del decreto sui vaccini da parte del precedente governo, che non ha tenuto in debita considerazione le tante sollecitazioni provenienti dalle minoranze che avrebbero potuto rendere più pacifica e serena l'applicazione della nuova normativa». In seguito all'applicazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale introdotte nel giugno 2017 si è verificato, a livello nazionale, un significativo innalzamento delle coperture vaccinali, anche se gli obiettivi di “sicurezza" previsti dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale non sono stati ancora del tutto raggiunti. Ciò posto, oggi, grazie all'arresto del trend in diminuzione delle coperture vaccinali, «è possibile tenere in maggiore considerazione le esigenze di semplificazione dell'attività amministrativa, senza pregiudizio per l'interesse pubblico alla tutela della salute». Secondo Grillo «non è in alcun modo in discussione il valore sanitario delle vaccinazioni, ciò di cui bisogna discutere, a livello politico, è l'individuazione delle modalità migliori attraverso le quali esse debbano essere proposte alle famiglie affinché sia sempre più consapevole - e senza riserve - la loro volontaria adesione». A tale proposito il ministero della Salute si sta già attivando anche «per promuovere una nuova campagna d'informazione sul valore dei vaccini come fondamentale misura di prevenzione primaria». Proprio sull'informazione il ministro raccoglierà certamente l'appoggio del mondo scientifico, da sempre sostenitore di questo approccio.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/per-i-vaccini-bastera-unautocertificazione-2583836870.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="walgreens-lancia-la-sfida-ad-amazon" data-post-id="2583836870" data-published-at="1758196406" data-use-pagination="False"> Walgreens lancia la sfida ad Amazon Il mondo delle farmacie è in piena evoluzione in America. La battaglia, come anche nel resto del mondo, si gioca sulla fornitura dei servizi al cliente. Mentre Amazon, colosso dell'ecommerce, punta sull'online, il primo gruppo mondiale per salute e benessere, Walgreens boots alleance (Wba), scommette sul servizio medico-diagnostico, e non solo, in farmacia. La questione è stata portata all'attualità dalla notizia, arrivata la scorsa settimana dell'acquisto, da parte di Jeff Bezos, fondatore di Amazon, della farmacia online PillPack. Con questa mossa, il gigante del retail , dopo vari tentativi, è entrato anche nel mercato del farmaco da prescrizione, un business che vale più di 300 miliardi di dollari. Alla notizia, nonostante il tracollo dei principali titoli del settore (Cvs Health, Rite Aid), il capo di Walgreens, l'italiano Stefano Pessina, ha dichiarato al Wall street journal di non essere «particolarmente preoccupato» perché «il mondo delle farmacie è molto più complesso della semplice consegna di medicine». Il segreto di questa tranquillità di Pessina, che con la compagna Ornella Barra ha il 14,5% di Wba, è nell'esperienza di un gruppo che ha un giro d'affari di circa 120 miliardi di dollari, diffusione in 25 Paesi nel mondo, quasi 10.000 farmacie solo in America e milioni di utenti al giorno. «Da anni investiamo anche nella consegna a domicilio», dice Ornella Barra, Co-Chief operating officer, a La Verità. «Ad esempio, Boots in Gran Bretagna, offre un servizio che fornisce, in farmacia o a casa, medicinali preconfenzionati per dosi a pazienti con terapie complesse. In Norvegia con il servizio Farmaka e in Olanda con Spits, abbiamo fatto da apripista nella consegna della farmacia online, mentre negli Stati Uniti Walgreens ha iniziato nel 2012 a consegnare farmaci preconfezionati attraverso un servizio chiamato DailyMed, e ora molti store Walgreens continuano a offrire questa possibilità ai pazienti, aiutandoli nell'aderenza alle terapie. Amazon è un colosso, ma sta muovendo i primi passi in un settore complesso, dove il recapito del farmaco a domicilio è uno dei tanti servizi che deve offrire un centro della salute attento a rispondere alle esigenze di pazienti e clienti». Walgreens punta su una strategia di vicinanza e, per facilitare l'entrata dei clienti nei negozi, ha già aperto una quindicina di cliniche mediche, accanto alle farmacie in mattoni, grazie alla collaborazione con Medexpress di UnitedHealth Group, che gestisce ambulatori e centri di chirurgia ambulatoriale in tutta l'America. Le alleanze strategiche del gruppo di Pessina e Barra sono anche nel settore diagnostico. Dallo scorso anno, infatti, i clienti della catena Wba possono trovare, nelle vicinanze, anche laboratori di analisi del gruppo LabCorp. «Creare partnership di valore», osserva Barra, «è fondamentale per rispondere alle crescenti esigenze dei clienti». L'orizzonte del drugstore, come è chiamata la farmacia oltreoceano, è molto ampio e articolato perché oltre ad essere un centro per la salute, offre altri servizi accessori. «Dentro alla farmacia», continua la manager, «il cliente, oltre al farmaco, riceve una serie di informazioni da personale qualificato per la gestione delle terapie, per prenotare visite ed esami da svolgere senza doversi spostare. L'offerta si allarga anche a servizi per la telefonia e alla spedizione e invio di pacchi grazie a una partnership con FedEx». Non è raro infatti che gli americani, tornando dal lavoro, facciano tappa nel drugstore per gestire anche queste incombenze e, nel frattempo, acquistino qualcosa. «Presidiamo in maniera trasversale e bilanciata tutti i canali», spiega l'executive, «sfruttando anche la tecnologia. L'app di Walgreens è tra le più scaricate negli Stati Uniti. Gestisce le prescrizioni dei farmaci del paziente e permette di consultare un dottore o un farmacista in tempo reale». Allo strapotere del web e dell'online c'è chi risponde ripartendo dal rapporto diretto con il cliente. Questione di strategie.
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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