2024-11-05
Per i giornali di Elkann è fascismo
Il ministro dell’Interno iberico parla di «rabbia di persone che hanno perso tutto». Ma alla stampa italiana non basta: dietro le proteste si celerebbe un’onda autoritaria.I fatti sono noti. Il presidente della Generalitat valenciana, Carlos Mazón, il premier, Pedro Sánchez, il re Felipe VI e la regina Letizia sono stati presi a male parole, qualcuno ha preso anche qualche botta e contro di loro è stato lanciato il fango che la gente spalava a Paiporta, il fango marrone che ha ricoperto in modo grave parte della Regione valenciana e nel quale i soccorsi sono arrivati con ritardo. Evidentemente per i giornaloni italiani non è sufficiente la rabbia della gente che ha perso tutto e che si è messa a spalare facendo ciò che avrebbe dovuto predisporre il governo di Sánchez.La rabbia, la disperazione, il sentimento di stato di abbandono, lo sfollamento dalle proprie case, l’idea del disastro economico che questi spagnoli dovranno affrontare, ebbene, tutto questo per detti giornaloni, quelli di Elkann in testa, non spiega a sufficienza la rivolta della gente; dietro tutto ci sono trame della destra, dell’estrema destra, insomma, del fascismo. Gira-gira, gratta-gratta, dove c’è qualcosa che non va, di riffe o di raffe, c’è sotto il fascismo. E ormai la questione è diventata internazionale: non riguarda più solo l’Italia dove, secondo un comitato del Consiglio d’Europa, sono un po’ fasciste (e razziste) anche le forze dell’ordine, ma riguarda anche quello che succede in altri Paesi europei, tipo la Spagna. Tutto per un cretino che ha messo un post su Internet nel quale rivendicava orgogliosamente di essere fascista e di avere organizzato tutto questo. Che questo sia un cretino, c’è la matematica certezza: primo, perché è fascista; secondo, perché lo dice; terzo, perché ne va orgoglioso; quarto, perché rivendica la protesta di persone che certamente non hanno, in questo momento, come prima preoccupazione il ritorno del franchismo in Spagna.Che poi, tra quelli che tiravano le palle di palta contro le quattro autorità che abbiamo detto, ci fossero anche quattro o cinque fascisti, questo non lo possiamo escludere. Quello che ci pare evidente di poter escludere è che c’entri qualcosa il fascismo con questa protesta. Non siamo noi a dirlo ma il ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, che, intervistato dalla tv pubblica Tve, ha sottolineato che ci sono stati «atti violenti» ascrivibili, però, a «un gruppo marginale». «La maggioranza delle persone erano pacifiche. Sono persone che hanno perso tutto e di cui comprendiamo la rabbia». Quello che ha capito perfettamente Marlaska non sono riusciti a capire i giornaloni italiani che, ormai, vedono spuntare il fascismo da ogni buco. Non escluderei che, una volta o l’altra, vengano attribuite al fascismo anche le piaghe d’Egitto, un insieme di calamità (dalle rane alle zanzare, dalla grandine alle locuste, dall’acqua mutata in sangue alla mortalità del bestiame) che si abbatterono, secondo il racconto biblico, sugli egizi a favore degli Ebrei. Ebbene, dietro tutto questo qualcuno dirà che, più che la volontà divina, ci fosse un gruppo di fascisti ante litteram. È proprio una fissazione, non c’è nulla da fare. In Italia la questione fascista, più che una questione storica o storiografica, è una questione di escamotage tappabuchi: dove non si sa a cos’altro appigliarsi, ci si appiglia al fascismo. Da quando, poi, il centrodestra ha vinto le elezioni due anni fa, ci dobbiamo sorbire questa lagna ogni due per tre. Prima si incominciò dicendo, è bene ricordarlo, che «con la Meloni c’era un pericolo per la democrazia», e la prima a dirlo fu proprio la zia: Ursula von der Leyen. Poi fu la volta dei manganelli della polizia utilizzati contro questi poveri cuccioli di studenti che manifestavano a Pisa. Poi fu la volta delle deportazioni fasciste in Albania degli immigrati irregolari. Poi è arrivato lo sfacelo idrogeologico spagnolo e, sulla spinta di questa complessiva interpretazione della realtà, sulle radici fasciste di tutto quello che accade non si poteva fare a meno che di parlarne anche in quella occasione.Speriamo che qualcuno non se ne venga fuori affermando che, dietro a tutto questo, c’è la mano di qualche fascista italiano ispirato dalla ducessa Meloni. Ormai non ci meraviglieremmo più di nulla. Siamo quasi abituati a tutto.